di Paolo Ondarza (RadioVaticana)
Durante i lavori sinodali si è parlato anche della sfida posta dai promotori della teoria del “gender” e di quelle pressioni fatte dagli organismi internazionali che legano gli aiuti finanziari all’introduzione di normative ispirate a questa ideologia. Su questa sfida si sofferma mons. Tony Anatrella, tra i massimi esperti del fenomeno, psicanalista e consultore del Pontificio Consiglio per la Famiglia.
R. – I Padri sinodali hanno rilevato la grande sfida del pensiero unico imposto dalla teoria del “gender”: è un fenomeno che non si vive soltanto nel mondo occidentale, ma anche in Africa. Pensi che ad alcuni Paesi dell’Africa che non rispettano il pensiero unico della teoria del gender i Paesi occidentali taglieranno i finanziamenti. Siamo di fronte ad un’ideologia che va chiaramente a privare di significato il concetto di famiglia, imponendo l’idea che alla base della famiglia ci sia la pulsione sessuale, anche quella omosessuale. Tuttavia tutti i vari orientamenti sessuali non possono essere all’origine di una coppia o di una famiglia.
D. – Questa teoria viene imposta attraverso leggi che diversi Paesi stanno mettendo in atto in vari campi…
R. – Si tratta di leggi civili che i diversi Paesi fanno adottare dai loro parlamenti per cambiare completamente la rappresentazione della sessualità e dell’identità sessuale. Nelle scuole ad esempio si sta cercando di introdurre i bambini più piccoli, già alla scuola materna, all’idea che il sesso maschile o femminile non sia un dato di natura, ma che invece e è bene sperimentare i vari orientamenti sessuali a seconda di ciò che si desidera.
D. – Ritiene che oggi ci sia confusione anche in ambito cattolico su questi temi?
R. – Sì, c’è una confusione molto grande, anche in ambito cattolico. L’ideologia del gender, così come ha fatto il marxismo nel secolo scorso, continua a penetrare oggi nel corpo sociale e in quello ecclesiale, senza che i pastori e gli uomini di cultura se ne rendano conto e predispongano un’adeguata reazione culturale. Nei miei libri ho dimostrato come non si possa parlare di coppia omosessuale o di famiglia omosessuale. Questi concetti non esistono, la terminologia adatta piuttosto potrebbe essere “duetto” o “partenariato”… Ma la coppia è riservata all’uomo e alla donna, solo tra loro c’è una vera complementarietà sessuale che genera vita. Due persone dello stesso sesso non possono generare la vita di un’altra persona.
D. – Ribadire questi concetti non vuol dire giudicare le persone…
R. – Si, l’insegnamento della Chiesa, il catechismo della Chiesa cattolica dice: nessuna discriminazione nei confronti di persone omosessuali, accoglienza, comprensione, accompagnamento.
D. – La Chiesa rischia di essere messa a tacere su queste questioni?
R. – Sì, rischia chiaramente di essere attaccata su queste questioni, perché la teoria del gender è un’eresia antropologica contro la quale la Chiesa sarà sempre obbligata a dire lo stesso messaggio: tutti gli uomini sono figli e figlie di Dio chiamati alla salvezza e alla santità in Gesù Cristo ma non in qualunque modo e con qualunque mezzo. Il marxismo è stato sconfitto perché ci sono state minoranze che hanno saputo resistere al clima di omologazione culturale dell’epoca. Così anche l’ideologia di genere potrà essere superata, se vi saranno minoranze che supereranno la paura e sapranno offrire il loro tempo a una nuova evangelizzazione che sappia mostrare l’errore di questa nuova eresia antropologica.
fonte: RadioVaticana