I settant’anni del Piccolo Principe

di Marco Piazza

Il 6 aprile scorso il Piccolo Principe, l’opera più conosciuta di Antoine de Saint-Exupéry, ha compiuto 70 anni. Portati benissimo tra l’altro: fra le opere letterarie più vendute della storia, stato tradotto in più di 220 lingue e dialetti e stampato in oltre 134 milioni di copie in tutto il mondo. Il ritardo di questo articolo è dovuto al fatto che ho scoperto la ricorrenza solamente questo week end, ed in maniera completamente accidentale (grazie ad un gelato Gromm in Piazza Navona). Ci sarebbero da scrivere molte cose (e sicuramente ci tornerò), ma per ora mi concentro sulla Volpe, una figura straordinaria di maestra ed amicaL’incontro che cambia la vita. La prima volta che il Piccolo Principe incontra la Volpe, le chiede di giocare con lui (“sono così triste” dice), ma la Volpe non può esaudire il suo desiderio, perché non è addomesticata. A questo punto si presenta uno dei più bei dialoghi del libro, che parte da una delle innumerevoli domande del bambino:

“Che cosa vuol dire «addomesticare»?” 
“È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire «creare dei legami»…” 
“Creare dei legami?” 
“Certo”, disse la Volpe. “Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila
ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che
una Volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno
dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo”.
La Volpe comincia fin da subito la sua pedagogia, spiegando che addomesticare significa creare dei legami. In effetti, alla radice della parola addomesticare vi è il termine latino “domus”, l’abitazione urbana delle ricche famiglie patrizie, che, come tutte le abitazioni, può essere considerata la sede dei legami familiari, nonché lo spazio dove il passato viene custodito ed il presente dedicato all’educazione dei figli, così da poterli preparare ad affrontare il futuro.
Addomesticare quindi è in un certo modo un legarsi alla casa e ai sui abitanti“[creare legami è] una cosa da molto dimenticata” dice la Volpe, e sembra quasi criticare la concezione contemporanea della vita come eterno presente, dove le ricchezze del passato vengono dimenticate ed i progetti per il futuro vengono aboliti, in un’ipertrofia del “hic et nunc” che allontana l’uomo dalla ricerca del senso della propria vita, svelando la paura di non poterlo trovare, o di non trovarlo come ci piacerebbe. “Gli uomini”, disse il Piccolo Principe, “si imbucano nei rapidi, ma non sanno più che cosa cercano. Allora si agitano, e girano intorno a se stessi…”
Il ruolo della Volpe: il Maestro. Il Piccolo Principe all’inizio della fiaba se ne va dal suo piccolo mondo perché si sente solo, e parte alla ricerca di nuovi amici: atterra su vari pianeti ma vi trova solamente degli adulti che pensano solamente a se stessi oppure che sono troppo indaffarati per stare ad ascoltare le domande di un bambino. Però sul pianeta Terra egli incontra la Volpe, che con pazienza cerca di spiegargli i segreti della vita e gli insegna a guardare il mondo con occhi nuovi: la Volpe è il maestro che tutti abbiamo sempre sognato, e che pochi hanno incontrato, colui che con la propria vita dà l’esempio, educando alla libertà e alla responsabilità, senza nascondere i dolori ma anche le gioie della vita:
Così il Piccolo Principe addomesticò la Volpe. 
E quando l’ora della partenza fu vicina: 
“Ah!” disse la Volpe, “… piangerò”. 
“La colpa è tua”, disse il Piccolo Principe, “io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…” 
“È vero”, disse la Volpe. 
“Ma piangerai!” disse il Piccolo Principe. 
“È certo”, disse la Volpe. 
 “Ma allora che ci guadagni?”  “Ci guadagno”, disse la Volpe, “il colore del grano [alludendo ai capelli dorati del Piccolo Principe]”.
Fonte: campariedemaistre.com
Print Friendly, PDF & Email
Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo.

Autore: Libertà e Persona

La nostra redazione si avvale della collaborazione di studiosi attenti alla promozione di un pensiero libero e rispettoso della persona umana, grazie ad uno sguardo vigile sulle dinamiche del presente e disponibile al confronto. Nel tempo “Libertà e Persona” ha acquisito, articolo dopo articolo, un significativo pubblico di lettori e ha coinvolto docenti, esperti, ricercatori che a vario titolo danno il proprio contributo alla nostra rivista online. Gli articoli firmati "Libertà e Persona" sono a cura dei redattori.