La Madonna di Fatima (e Giovanni XXIII…)

 

Nell’epoca dell’eresia catara la Francia si riempì di cattedrali dedicate alla Madonna, Notre Dame, “vincitrice di tutte le eresie”. Allora come oggi il culto di Maria è un tratto distintivo della fede cattolica. Con il suo “sì” Maria insegna la fede, e l’abbandono fiducioso alla volontà di Dio; portando Dio nella sua carne, testimonia l’umanità di Cristo e il suo “affidarsi” alla nostra libera volontà; seguendolo sino al Calvario, ricorda a tutti di prendere ogni giorno la propria croce…Non c’è momento della sua vita, insomma, in cui la Vergine non sia la maestra e la guida verso il Salvatore.

Proprio alla Madonna sono dedicati tre libri recenti, di notevole valore, tutti legati alla speciale presenza di Maria nel secolo più sanguinario della storia, il ventesimo: “Il segreto di Fatima”, di Giacobbe Elia; “Fatima e la passione della Chiesa”, di Cristina Siccardi (entrambi editi da SugarCo); “Medjugorje, il cammino del cuore”, di Rino Cammilleri (Mondadori).

Giacobbe Elia, autore del primo libro citato, è il discepolo e il successore, a Roma, dell’esorcista, servo di Dio, padre Candido Adamantini (morto il 22 settembre 1992 nella festa di san Candido). Il suo interesse per Fatima, è dunque ben comprensibile, visto che in Portogallo la Madonna mostrò ai tre piccoli veggenti nientemeno che l’inferno. “Il segreto di Fatima” è strutturato come un vero e proprio libro di storia: le apparizioni sono collocate nel contesto storico con grande attenzione alle vicende politiche e religiose. Riguardo al famoso Terzo Segreto, l’autore mette in luce la diffidenza di Giovanni XXIII riguardo alla profezia di Fatima e la sua decisione di non rendere pubblico il segreto nel 1960, secondo le richieste di Lucia. La Madonna in Portogallo, ricorda l’autore, si era dimostrata addolorata per “la caduta delle anime dei religiosi e dei sacerdoti” e anche questo poteva suonare inopportuno. In un paragrafo dal titolo “Il papa buono e i profeti di sventura”, padre Elia identifica i “famosi profeti di sventura” giovannei proprio nei bambini di Fatima (Lucia fu da lui ridotta al silenzio, nel 1959, e “le fu proibito di incontrare persone e di parlare senza autorizzazione”) e in padre Pio (anch’egli, all’epoca, alquanto bistrattato). Inevitabile che il paragrafo successivo sia dedicato ad un altro fatto scabroso: la mancata condanna, al Concilio, del comunismo, indicato proprio dalla Vergine come il male per eccellenza del secolo. Detto questo, il libro, oltre ad affrontare la crisi della liturgia e della pietà popolare, ha anche il compito di sottolineare la missione storica affidata da Dio alla Chiesa ed il ruolo proprio della Fede e della Madonna nella caduta del comunismo.

Il libro di Cristina Siccardi, ha invece sempre come oggetto Fatima, ma il tema è affrontato in maniera diversa, e direi, complementare.

Anzitutto la Siccardi rivoluziona gli studi su Fatima, andando a pescare in archivio un documento inedito, dal quale si apprende che “il 16 ottobre 1454, nel monastero domenicano di Santa Maria Maddalena di Alba (Cuneo), agonizza una monaca veggente di nome suor Filippina de’ Storgi (?-1454) e prima di accomiatarsi dal mondo lascia una profezia: la Madonna apparirà a Fatima”. Cosa si legge in questo documento, riproduzione, datata 1640, dell’originale? Che suor Filippina “parlava de futuri eventi…di un certo mostro d’Horiente (il comunismo?), tribulatione dell’Humanità, ma che sarebbe ucciso dalla Madonna del santo Rosario de Phatima, se tutti gli huomini la avessero invocata con penitentia grande”. Per la Siccardi, che analizza minuziosamente varie profezie, la Madonna a Fatima pianse sulla Chiesa, vittima dei nemici esterni, ma anche della poca fede e dei tradimenti dei suoi stessi membri. Esattamente come a La Salette, nel Diario della beata mistica Elisabetta Canori Mora o nelle parole della Madonna del Buon Successo a Quito, in Ecuador, dove l’infedeltà degli uomini di Chiesa ha un ruolo non secondario nelle rivelazioni della Madonna.

L’ultimo libro, infine, quello di Rino Cammilleri, parte da una esperienza personale: il viaggio dell’autore a Medjugorje, nel 1990. Vi andai, scrive l’autore, sperando come tutti in una grazia, che non ricevetti. Proprio da qui comincia una cavalcata in cui le riflessioni sulla fede si mescolano ad una panoramica di tante altre apparizioni nella storia. Tra piacevoli aneddoti personali, ragionamenti di un uomo che crede, ma che non tace le difficoltà e le durezze, a volte sconsolanti, della vita, Cammilleri arriva a concludere di credere nelle apparizioni di Medjugorje: troppo copiosi, abbondanti, i frutti, i miracoli e le conversioni. Di amici, di conoscenti, ma anche di uomini famosi, da Nek a Paolo Brosio, che lì, in quel piccolo paese slavo risparmiato dalla guerra, divenuto “il confessionale del mondo”, hanno ripreso in mano la propria vita, imprimendole una svolta inconcepibile sino a poco prima. A chiosa del libro di Cammilleri, e della sua lunga lista di convertiti eccellenti, aggiungo parte del post dell’attrice pornografica Sara Tommasi su facebook, qualche giorno fa: “..Proverò a farmi togliere tutto ciò che di diabolico attualmente c’è in me. E in futuro andrò anche in quel di Medjugorje…”. Il Foglio, 19 luglio 2012

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Autore: Francesco Agnoli

Laureato in Lettere classiche, insegna Filosofia e Storia presso i Licei di Trento, Storia della stampa e dell’editoria alla Trentino Art Academy. Collabora con UPRA, ateneo pontificio romano, sui temi della scienza. Scrive su Avvenire, Il Foglio, La Verità, l’Adige, Il Timone, La Nuova Bussola Quotidiano. Autore di numerosi saggi su storia, scienza e Fede, ha ricevuto nel 2013 il premio Una penna per la vita dalla facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, in collaborazione tra gli altri con la FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) e l’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana). Annovera interviste a scienziati come  Federico Faggin, Enrico Bombieri, Piero Benvenuti. Segnaliamo l’ultima pubblicazione: L’anima c’è e si vede. 18 prove che l’uomo non è solo materia, ED. Il Timone, 2023.

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