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Il 30 Settembre, a San Giuliano Milanese, ho presentato l’allestimento della mostra, da me curata, che riproduce gli affreschi di Giotto nella Basilica Superiore di Assisi, in abbinata con la riproduzione di alcuni affreschi giotteschi dell’abbazia di Viboldone, il luogo più significativo del movimento degli UMILIATI, che 900 anni fa anticiparono alcuni tratti dell’esperienza francescana.
A partire dal saio marrone, color HUMUS, appunto, “Chi si esalta sarà umiliato”, erano ricchi, benestanti, professionisti stimati e divennero “Umiliati” per libera scelta. Non lo fecero per ideologico pauperismo, ma per intima simpatia per Cristo povero e per i tanti poveri cristi. Non lontano, erano fiorite le abbazie cistercensi di Morimondo e Chiaravalle. E fu proprio il cistercense san Bernardo di Chiaravalle a dare loro la Regola sulle orme del motto benedettino “Ora et labora”: essi fecero in modo nuovo quello che già sapevano fare, perfezionarono l’arte della lana e fondarono manifatture tessili; furono innovatori in agricoltura. Lavoravano e insegnavano a lavorare bene, redistribuivano ai poveri i profitti e praticavano assiduamente la carità. Durante il lavoro osservavano il silenzio monastico. La loro affascinante esperienza di vita cristiana era contagiosa: il movimento si espanse rapidamente “per attrazione”, soprattutto in Lombardia.P.S.
In quegli anni lontani, “serpeggiava” la crisi, essendosi insinuato in tanti cuori l’idolo velenoso del dio denaro. L’esperienza degli Umiliati, riconosciuta dalla Chiesa 800 anni fa accanto a quella francescana, educò il popolo ad un “met-odo”, … un richiamo su ciò che mi compete per edificare insieme il BENE COMUNE.
Anche ieri sera è riaccaduto: quando alle 23 a San Giuliano Milanese ho detto che di lì a poco sarei partito in auto da solo per tornare a casa vicino a Venezia e che prevedevo di andare a letto verso le due di notte. Ho visto facce basite e preoccupate. E la consueta domanda: “Ma non rischi un colpo di sonno? ”No, mai successo nelle centinaia di viaggi notturni, che prediligo: autostrada quasi vuota, velocità bloccata ai 130 in corsia centrale, caffeina+adrenalina+“en-tusiamo”(che significa “io in Dio e Dio in me”). Insomma, si va…da Dio. Ma soprattutto lungo le due o tre ore ri-passo i volti e i nomi nella foto coi giovani di Melzo di due sere fa. Mi ricordo un dettaglio di ciascuno: quale liceo, quale facoltà, una battuta a tavola mangiando la pizza, cosa li ha colpiti della Cappella degli Scrovegni.
Ho passato tutta la giornata di ieri a San Giuliano Milanese e Viboldone: e anche qui volti e nomi: i miei amici Cannizzo, le due assessore, i tre preti, gli abbracci forti (finalmente, gli abbracci), le guide alla mostra sugli affreschi di Assisi e di Viboldone, l’ultima parola dettami da una guida alle 23: “Grazie Roberto per la tua passione e per la tua testimonianza di vita, nella quali non censuri nulla, neanche ciò che ti graffia la carne”. Ecco: i volti, fotogrammi di volti, “com-pagnia”(=“condividere il pane”) di amici che accolgono il dono della Bellezza e me lo restituiscono con gli interessi. Avventura interessante. E il cuore colmo di pace, in quelle ore di viaggio notturno.