L’Europa di De Gasperi e quella di oggi

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Mentre il dibattito è strozzato dalle semplificazioni, per cui una certa vulgata definisce “antieuropeista” tout court chiunque metta in luce le profonde criticità presenti nell’odierna Unione Europea, un uomo con esperienza internazionale come Gotti Tedeschi – ospite alcuni mesi orsono, a Trento, di Civica Trentina -, in un articolo pubblicato sul sito dell’associazione Libertà e persona, si richiama ad un trentino come Alcide De Gasperi, per ricordare che l’Europa di oggi non è certamente quella che lui avrebbe voluto.

E neppure quella che sognavano gli altri padri fondatori, Konrad Adenauer e Robert Schuman. La loro Europa, scrive Gotti Tedeschi, voleva essere sussidiaria ai singoli paesi componenti, al fine di valorizzarne le identità e risolverne i problemi”, e non una realtà “governata egoisticamente e accentratamente da una Bruxelles qualsiasi fatta da burocrati influenzata dagli stati dominanti”, Germania e Francia in primis.

Queste elezioni sono dunque per Gotti Tedeschi un’ occasione da non perdere per mettere all’angolo chi ha svenduto la sovranità del nostro paese, da Mario Monti a Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, nella speranza che un’ Italia meno servile, in collaborazione con i paesi dell’est, critici verso il dirigismo senz’anima di Bruxelles, possa imporre una sterzata all’intera Unione Europea.

Perchè è evidente che non si può risolvere tutto con gli slogan e con le invettive contro i cattivi “populisti”. Sia perchè certe etichette sono sciocche a prescindere, sia perchè lo scontento di milioni di persone non può essere ignorato maledicendolo o screditandolo a parole, ma andando alle sue cause.

Se oggi cresce il divario tra paesi forti e paesi deboli all’interno dell’Ue, e quello tra ricchi e poveri, anche all’interno dei paesi più potenti, significa che ci sono un po’ di cosette che non vanno bene.

L’Europa di oggi – figlia di politiche neoliberiste aggressive, le stesse che in tutto Occidente permettono a sole 8 persone (Bill Gates, Jeff Bezos, Warren Buffett…) di possedere una ricchezza pari a quella di metà della popolazione mondiale-, può piacere moltissimo a chi, magari pieno di soldi e privo di radici e di famiglia, vive tra Londra, Roma e Parigi viaggiando in aereo in I classe e frequentando il bel mondo della borghesia cosmopolita dominante. Ma per la maggioranza delle persone l’Italia sta diventando un paese che non offre futuro alle nuove generazioni, con poca sicurezza e nessuna prospettiva.

L’EUROPA DEI FONDATORI – Cosa avrebbero voluto, per tornare alle parole di Gotti Tedeschi, i padri fondatori dell’Europa e il nostro De Gasperi?

Certamente tutti e tre erano avversi ad ogni nazionalismo, avendone visto gli effetti durante la seconda guerra mondiale. Ma non disprezzavano affatto nè l’amor patrio nè le radici culturali e religiose dei loro popoli.

Al contrario! Erano tutti e tre uomini di confine, ma amavano la loro terra; erano tutti e tre cattolici, e questo salvò soprattutto il tedesco Adenauer dalle tentazioni nazionalistiche sempre presenti nel protestantesimo germanico (anche oggi); erano tutti e tre convinti che accanto alla cittadinanza nazionale, ve ne potesse essere una europea nella misura in cui l’Europa divenisse davvero il luogo della solidarietà e della fraternità tra i popoli, e non un ring di libera concorrenza in cui il pugile più grosso ha facoltà di picchiare più agevolmente quello più magro.

Se pensiamo al nostro De Gaperi, da giovane deputato a Vienna difendeva l’italianità del Trentino contro il pangermanesimo nazionalista dei tedeschi; contrapponeva la cultura cattolica, di Dante, Tommaso, Michelangelo e Manzoni, alle filosofie di Kant, di Nietzsche e del “teutonico Marx“; nel contempo lodava l’efficienza austriaca, paragonandola alla burocrazia elefantiaca dello Stato italiano, e meritando così, da parte dei tedeschi, l’accusa di essere “filo-italiano”, e da parte degli italiani, l’accusa di essere “austriacante”.

Soprattutto De Gasperi riteneva essenziale il coinvolgimento del popolo in ogni progetto politico: questo lo porterebbe oggi a criticare duramente l’evidente deficit di democrazia in cui vive l’Europa. Un deficit visibile sotto molti aspetti: come noi italiani abbiamo vissuto l’imposizione al governo di un burocrate come Mario Monti, eletto prima senatore a vita e poi premier senza passare da alcuna elezione, così i Greci sono continuamente umiliati nella loro libertà democratica ( i loro govenri sono fantocci nelle mani della Troika).

Non se la passano meglio i paesi dell’est, Polonia ed Ungheria in primis, costantemente messi all’angolo per la loro volontà di rimanere nell’Europa mantenendo però le loro radici e la loro visione del mondo.

O l’Europa diventerà una vera federazione, o, procedendo così, come la vogliono Emma Bonino e Paolo Gentiloni, senz’anima, senza radici, senza identità e senza democrazia, sembra destinata alla autodissoluzione.

Da La voce del Trentino ( http://www.lavocedeltrentino.it/2018/02/24/banchiere-cattolico-ettore-gotti-tedeschi-non-dubbi-leuropa-cambia-va-incontro-alla-rovina/ )

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Autore: Francesco Agnoli

Laureato in Lettere classiche, insegna Filosofia e Storia presso i Licei di Trento, Storia della stampa e dell’editoria alla Trentino Art Academy. Collabora con UPRA, ateneo pontificio romano, sui temi della scienza. Scrive su Avvenire, Il Foglio, La Verità, l’Adige, Il Timone, La Nuova Bussola Quotidiano. Autore di numerosi saggi su storia, scienza e Fede, ha ricevuto nel 2013 il premio Una penna per la vita dalla facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, in collaborazione tra gli altri con la FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) e l’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana). Annovera interviste a scienziati come  Federico Faggin, Enrico Bombieri, Piero Benvenuti. Segnaliamo l’ultima pubblicazione: L’anima c’è e si vede. 18 prove che l’uomo non è solo materia, ED. Il Timone, 2023.

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