A CHE SERVE IL VOTO DEL 4 MARZO?

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E’ mio convincimento che il voto del 4 marzo serva soprattutto ad influenzare gli equilibri europei, più che quelli italiani ormai non più in mano agli italiani. Questo voto dovrebbe avere come obiettivo, secondo me, rifare il progetto europeo originale (modificato dal Patto di Ventotene): dovrebbe cioè servire a rafforzare l’ identità del nostro paese centrata sulle radici cristiane, a valorizzare i principi non negoziabili di Benedetto XVI.

Ma, temo che ciò verrà conseguito solo se vincerà un partito/coalizione che avrà la forza di affermare tutto ciò in Europa in comunione di vedute e intenti, nel grande partito ormai europeo che si va formando e si prepara a governare l’Europa.

Conseguentemente ritengo che chi crede a questi obiettivi debba necessariamente rafforzare candidati idonei nei partiti che comporranno la coalizione vincente.

Trovo illusorio, se non erroneo, pensare di costruire partiti ad hoc, improvvisati e senza esperienza, anche se, beninteso, pieni di ideali puri.

Ritengo, lo ripeto, che in queste elezioni si deve pensare all’Europa che si deve formare e non ci riesce: non dobbiamo farci distrarre dai soliti fatti pre-elettorali che catturano spesso non solo l’attenzione ma poi, conseguentemente, il voto, disperdendolo.

gpndoli

E’ l’Europa immaginata dai padri fondatori (De Gasperi, Adenauer, Schumann) cui dobbiamo pensare nel voto del 4 marzo, cioè un’ Europa sussidiaria ai singoli paesi componenti, al fine di valorizzarne le identità e risolverne i problemi.

L’Europa che è invece stata realizzata è quella del Manifesto di Ventotene di Spinelli e Rossi, concepita su obiettivi opposti: l’esser governata egoisticamente e accentratamente da una “Bruxelles” qualsiasi fatta da burocrati influenzata dagli stati dominanti.

Per questa ragione si deve riformulare il progetto europeo, soprattutto restaurando la sovranità umiliata del nostro paese.

Veniamo al problema del voto cattolico. Con l’attuale pontificato imperante, e con l’attuale Cei influenzante, troverei impensabile costituire ex novo un partito “cattolico” e se per caso (e grazia di Dio) ciò potesse avvenire e prendesse voti consistenti, correrebbe il rischio di venire immediatamente lusingato e strumentalizzato dalla Cei per conformarlo alle direttive che ci stan togliendo il sonno da qualche tempo.

In conclusione, pur non conoscendo molti veri candidati “che la pensano come me”, quei pochi che conosco si presentano all’interno di partiti che possono permettere al prossimo governo di aver un ruolo significativo per riequilibrare il potere Europeo attualmente in mano a due nazioni – aree economiche  che fondano la loro visione politica, economica, sociale e morale su valori piuttosto distanti dai nostri.

Avete mei pensato che l’Europa si stenta a farla perché si è riconosciuto esser piuttosto difficile far condividere le scelte a tre culture fondate su tre religioni completamente opposte nella visione di quale è il senso della vita da perseguire? Luterano/calvinista in Germania e paesi del nord Europa, cattolica in Italia e Spagna (ortodossa in Grecia), laicista in Francia e trasversalmente ovunque?

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