di Dr. Eva-Maria Hobiger
Negli Stati Uniti d’America, l’uso di cellule fetali umane nel settore farmaceutico, ma anche nei cosmetici e in altri settori industriali, è da decenni un argomento discusso e criticato in pubblico dalle organizzazioni per la protezione della vita. Tuttavia, nei paesi di lingua tedesca questa faccenda è poco conosciuta perfino tra i medici, e solo pochi conoscono le circostanze in cui si ottengono le cellule fetali necessarie per la produzione di vaccini nelle linee cellulari. Molti credono che l’aborto sia sì un male, ma nel caso che gli aborti si sono già verificati, allora il feto morto può essere utilizzato per la ricerca. Però, solo poche sono le persone che sono al corrente, che gli aborti necessari per la produzione di cellule per le colture cellulari devono essere effettuati in modo mirato e pianificato, che la gravidanza deve avere una certa durata, che l’interruzione di questa gravidanza in molti casi avviene mediante il taglio cesareo, e che il cuore dell’embrione spesso ancora batte quando esso arriva al laboratorio per l’estrazione degli organi. Informazioni del genere non ci vengono riportate dai media e non possono essere trovate su Google: tali fatti inquietanti si tengono lontani dalla società.
Sarebbe auspicabile che l’attuale dibattito sulla vaccinazione contro Covid-19 portasse alla luce i retroscena dell’estrazione di organi fetali, soprattutto perché con TUTTI i vaccini attualmente disponibili ad un certo punto, o nella fase della ricerca, oppure dello sviluppo, o durante la loro produzione o test delle cellule fetali sono state utilizzate quelle linee. Leggi tutto “In che modo i vaccini Covid-19 sono correlati all’aborto?”