Il film su Marilyn Monroe sta facendo arrabbiare motissimo certi ambienti abortisti, per i quali l’aborto non è più nemmeno una extrema ratio, un dramma…
Così, tra l’altro, in una recensione indignata: “Dopo essere stata costretta ad abortire, Monroe è colpita da ripetuti attacchi di rimorso e vergogna. A un certo punto, mentre il pubblico salta in piedi in un’entusiastica standing ovation per Gli uomini preferiscono le bionde, uno dei suoi classici, Monroe sussurra tra sé e sé: “Per questo hai ucciso il tuo bambino.”
Messaggio oscenamente antiabortista, scrive Anya Zoledziowski.
Eh sì, dire che Marlyn Monroe fu costretta ad abortire dà molto fastidio: potrebbe far riflettere sul fatto che le donne che abortiscono per imposizione o ricatto della famiglia, dell’amante, del partner, del datore di lavoro… sono tantissime. A cominciare da una celeberrima attrice come lei, passando, per citare solo casi storici famosi, a Bianca Ceccato amante di Benito Mussolini, e a Nilde Iotti, amante di Palmiro Togliatti (entrambe forzate ad abortire dai loro partner).
Così ricordare che la Monroe fu colta da attacchi di rimorso, e che, secondo alcuni, arrivò al suicidio per questo, o anche per questo, potrebbe indurre qualcuno a riflettere sulle conseguenze a lungo termine di un simile gesto (stress post aborto, sindrome post aborto ecc.).
Sommando le due riflessioni, infine, qualcuno potrebbe dire che intanto, almeno sulla PREVENZIONE, dovremmo essere d’accordo tutti, e darci da fare… ma come è evidente, il mondo ideologicamente abortista – che vanta tra le sue fila non solo le Boldrini e le Bonino, ma anche moltissimi uomini, da Letta a Veltroni, da Scanzi a Parenzo ecc- non ha nessun interesse ad aiutare le donne e le famiglie indifficoltà, a tutelare il bene delle persone in carne e ossa, ma solo quello di piantere una bandiera, quella di un presunto e salvifico “diritto di abortire”.