IL DELIRIO DELLA MORALE LAICA

Eticamente lecito uccidere i bambini

Chi non ha Dio come punto di riferimento è in grado di approdare comunque al vero, al bello, al buono? Il non credente può arrivare a costruire una morale? Il tentativo di approdare a una morale laica, svincolata da ogni credo religioso, ha avuto successo? O la gnosi contemporanea ha perso la sua battaglia generando solo agnosticismo? E il relativismo morale ha veramente liberato l’uomo dai dogmi, o è sprofondato nel dogma del nichilismo etico?

Tutti questi interrogativi sembrano avere risposta osservando gli ultimi

decenni del mondo contemporaneo, dove la deriva etica si è resa sempre più evidente. L’illusione di affermare una moralità azzerando la coscienza religiosa sembra ormai crollata definitivamente. È sotto agli occhi di tutti quanta disumanità sia stata generata dalla filosofia laica incentrata sulla cultura della morte, una cultura dello sterminio in cui ogni essere umano può essere eliminato a piacimento e in qualsiasi fase della sua esistenza, non solo anziani o disabili, ma anche bambini sani come teorizzato già nel 2012 dai due “bioeticisti” italiani Alberto Giubilini e Francesca Minerva, che sostennero in un articolo sul Journal of Medical Ethics1 l’eliminabilità dei neonati non graditi, estendendo così la logica dell’aborto a qualche settimana dopo il parto, definendo “aborto post-natale” quello che in tempi normali sarebbe stato chiamato infanticidio.

L’autogol dell’Unione Atei

Entrambi i personaggi parlarono a nome del direttivo della Consulta di Bioetica, un ente privato che si dichiara “per un’etica laica”, strettamente collegato con la UAAR, Unione degli Atei ed Agnostici Razionalisti. Probabilmente fu il più clamoroso autogol dell’Unione Atei, perché dimostrò definitivamente l’impossibilità di costruire un’etica laica degna di questo nome.

Quando i filosofi del secolo scorso o anche di quello precedente cominciarono a parlare di etica laica, si guardò alla cosa con un certo rispetto, o addirittura si ebbe l’illusione di poter avviare le basi per costruire una cosiddetta “morale universale”, fruibile a tutte le culture e tutte le latitudini. Man mano che passò il tempo però si cominciò a toccare sempre più con mano il fallimento di una ricerca che avrebbe dovuto essere fondata sulla Ragione, e che invece ricercava sempre più uno spietato utilitarismo, in cui la persona era svuotata di ogni valore e ridotta a cosa. Una catena di filosofi e personaggi che si spinsero sempre più oltre, dall’eutanasia dei malati a quella dei sani.

Fino appunto, e nemmeno ultimi, ai nostri Giubilini e Minerva che si sono ispirati a Peter Singer.

Chi è Peter Singer

Peter Singer è il filosofo australiano che ha scritto libri come Liberazione animale in cui accusa l’uomo di “specismo” (razzismo contro gli animali), ma poi assurdamente giustifica l’eliminazione dei neonati indesiderati. Sì, lo stesso Singer figlio di una coppia di ebrei scappata durante la Shoah e che avrebbe dovuto conoscere la discriminazione, e che invece ha introdotto di fatto lo “specismo” contro gli esseri umani, sostenendo con la sua Tesi della Sostituibilità quello che chiama “il Principio generale per l’eutanasia neonatale”: l’aborto post-natale appunto. “Quando un bambino malato, oltre a comportare sofferenze e stress per i genitori – scrive Singer – comprometterebbe la loro possibilità di avere un altro bambino, e diminuirebbe le attenzioni dedicate ai fratelli già nati, è preferibile sopprimere il bambino malato in fase neonatale e sostituirlo con un nuovo progetto creativo”. Si sta parlando di bambini già nati. In pratica per Singer i bambini malati sono sostituibili allo stesso modo di pneumatici bucati: vanno gettati e sostituiti. Hitler lo avrebbe gradito al suo fianco durante il suo piano eugenetico per disabili.

E i nostri due italiani hanno logicamente aggiunto: perché solo i pneumatici bucati sono sostituibili? Ossia: perché solo i bambini malati, e non anche quelli sani possono essere eliminati?

L’articolo che fece scalpore

A dirlo sembra inverosimile, invece Minerva e Giubilini lo hanno scritto a chiare lettere nel loro citato articolo, di cui è disponibile qui la traduzione in italiano2.

Aborto dopo la nascita, perché il bambino dovrebbe vivere?”, questo l’allucinato titolo dello scritto, in cui i due autori, che lavorano all’Università’ di Melbourne in Australia, dove il terreno era già stato preparato da Peter Singer. In esso sostengono che i neonati non hanno lo status morale di una reale persona umana, perché sono solo “persone potenziali”. E aggiungono: “Noi affermiamo che l’uccisione di un neonato potrebbe essere eticamente ammissibile in tutte le circostanze in cui lo è l’aborto. Tali circostanze includono i casi in cui il neonato ha il potenziale per avere una vita (almeno) accettabile, ma il benessere della famiglia è a rischio”. Pertanto i due bioeticisti (se è ancora possibile chiamarli tali), sostengono che gli interessi delle persone coinvolte da una nascita sono preponderanti rispetto a quelli del bambino, che, a parer loro, andrebbe chiamato ancora “feto” dopo il parto (sic!)3.

Per uccidere basta il criterio della convenienza economica

Nel loro articolo i due autori aggiungono: “Se i criteri come i costi (sociali, psicologici, economici) per i potenziali genitori sono buone ragioni per avere un aborto anche quando il feto è sano, se lo status morale del neonato è lo stesso di quello del bambino e se non ha alcun valore morale il fatto di essere una persona potenziale, le stesse ragioni che giustificano l’aborto dovrebbero anche giustificare l’uccisione della persona potenziale quando è allo stadio di un neonato”.

Il ragionamento non fa una grinza: se posso ammazzare un bambino a 3 mesi o 6 mesi di gravidanza, perché non posso ammazzarlo a 9 o anche dopo la nascita? In sostanza i due autori hanno capovolto la più forte argomentazione pro-life (“Se è un essere umano dopo il parto, perché non dovrebbe esserlo anche prima?”) trasformandola in “Se non è un essere umano prima del parto, perché dovrebbe esserlo dopo?” Perché un neonato, e, a questo punto, un bambino di due anni o un ragazzo dovrebbero contare qualcosa, visto che sono solo “adulti potenziali”? Ci sarebbe da chiedere quando inizia allora la vera vita umana. Ma i due autori non fissano nemmeno più la data dell’inizio della persona: mesi dopo la nascita? Anni dopo la nascita? Quando si è appunto adulti? Gli autori si limitano a rimandare la questione a neurologi e psicologi.

Come si è arrivati fin qui?

La domanda è: come si è potuti arrivare fino a questo punto? La risposta è: step dopo step. Prima si è resa normale l’idea che si possa a gradimento uccidere un concepito di 3 mesi in cui il cuore batte già da diverse settimane e che ha già un tracciato encefalografico ben evidente; poi si è estesa questa idea anche a 4, 5, o 6 mesi di gestazione, cambiando semplicemente semplicemente il metodo: dalla tecnica Karman per aspirazione, al raschiamento, o all’avvelenamento con prostaglandine, o perfino al taglio cesareo con estrazione. Nelle cliniche abortiste private degli Stati Uniti si è arrivati perfino a praticare il partial birth abortion, in cui si aspetta la fuoriuscita della testa del nascituro per trapanargli il cranio, cosa che costrinse il Congresso Usa ad emanare un atto di messa al bando di tale pratica, il Partial-Birth Abortion Ban Act del 20034.

A Mosca cliniche simili invitano le donne che desiderano abortire a portare a termine la gravidanza, dietro compenso, al fine di avere una maggiore quantità di materiale umano da lavorare a fini industriali e cosmetici. Esagerazioni? No, purtroppo è tutto vero, e chi si documenta ha visto anche le varie fasi di lavorazione di questi corpicini, fino a quelle della conservazione criogenica.

In Olanda vige il Protocollo di Groningen, che permette l’eliminazione dei neonati “difettosi” dopo la nascita5. Ultimo step, appunto, la proposta di Giubilini e Minerva che prolungano logicamente il discorso, estendendolo a tempo indefinito ed anche ai neonati sani.

Come andò a schiantarsi il Club dell’Eutanasia

Per chiudere il cerchio, la teoria della eliminabilità e della sostituibilità della persona si è estesa negli anni, come sappiamo, anche agli adulti, ma andandosi a schiantare contro la realtà. Due soli esempi: Guido Tassinari e Giorgio Conciani. Il primo, Guido Tassinari, era un altro campione di ateismo che promulgava la teoria dello sbattezzo6. Dopo aver tenacemente combattuto per divorzio, aborto, e sterilizzazione, decise che era giunta l’ora di fondare il “Club per l’Eutanasia” e di redigere un disegno di legge pro-eutanasia. Nel 1989, conoscendo le sue idee, un cameriere di 33 anni, Umberto Santangelo, gli chiese una mano per morire perché asseriva di avere un cancro incurabile. Tassinari gli diede un appuntamento in un albergo, e un’iniezione di Pentothal. Naturalmente, dopo la morte del giovane, il filosofo finì sotto processo7, e fu lì che ricevette la prima sberla dalla realtà: scoprì che il “malato” non era affatto un malato, ma semplicemente un depresso che aveva già tentato quattro volte il suicidio. Prima ancora della sentenza, la seconda sberla: Tassinari cadde misteriosamente in coma, e vi rimase per un intero mese. Quando ne uscì capì, tra le altre cose, che se il suo progetto di legge fosse passato, lui stesso sarebbe stato un possibile soggetto di eutanasia o di espianto organi. Nelle ultime interviste televisive i suoi sostenitori lo sentirono dire, sbigottiti, che la vita vale comunque la pena di essere vissuta, nonostante il suo bagaglio di dolore, e che andava ritrovato il coraggio di vivere. Morì poco dopo, nel 1993, e censurando queste sue ultime dichiarazioni, viene ancora commemorato dai radicali come il paladino dell’eutanasia8.

 

Trenta denari d’argento

Dopo la morte di Tassinari, il Club dell’Eutanasia passò allora nelle mani di un suo amico, il sessuologo Giorgio Conciani, che non esitava a sfoggiare la sua appartenenza alla Massoneria. Fu il fondatore della prima clinica italiana di aborti clandestini, chiamato dai media il Dottor Morte perché, a chi veniva nel suo studio di Firenze, sfoggiava la sua copia del libro Final Exit, di Derek Humphry, la guida al suicidio divenuta best-seller negli Stati Uniti. Ai giornalisti che gli chiedevano perché la gente si rivolgesse a lui per morire, rispondeva che non è facile spararsi bene in bocca senza precise istruzioni di un medico, e risulta inefficace buttare nella propria vasca una stufetta accesa senza ricordarsi del salvavita. Lui sì, invece, sapeva che farmaci prescrivere per avere successo col suicidio non assistito. Ma Conciani, che sosteneva l’eutanasia anche per i sani se non più desiderosi di vivere, ebbe la sua sberla dalla realtà quando i carabinieri ricevettero la segnalazione che una casalinga depressa si stava recando da lui per ricevere la prescrizione di un cocktail di farmaci letali per farla finita9. Fecero irruzione nel suo studio trovando inaspettatamente il dottor Morte all’opera con una minorenne che gli aveva chiesto di abortire. Portarono via lui, la minorenne, ed un quintale di grani d’argento inspiegabilmente ritrovati nel suo studio. Da chi li aveva ricevuti? Non erano certo il compenso da parte dei pazienti. Quindi chi finanziava a Firenze le sue prese di posizione e le sue attività? Non si riuscì a saperlo, fu trovato impiccato. Era stato radiato dall’Ordine dei Medici nel 1995, e forse egli, che aveva sempre sostenuto che la vita andava tolta se non meritava di essere vissuta, si era accorto che senza lavoro e con la minaccia del carcere era diventata la sua, secondo le sue stesse idee sull’eutanasia, una vita non degna di essere vissuta. E quindi nel 1997, coerente con quelle idee, s’impiccò.

Dalla sostituzione della morale alla sua morte

Sono dunque questi i grandi esempi a cui è approdata la morale laica? “La vecchia morale non serve più”, sosteneva Peter Singer. Ma è stata sostituita da una morale migliore o semplicemente se ne è voluta la sua morte? È quella di Giubilini, Minerva, Tassinari e Conciani la morale alternativa? E che frutti ha dato? È la cultura della morte la morale alternativa cui ci si riduce dopo tanta ricerca filosofica portata avanti con la sola ragione? O questa è la spietata conferma che senza riferimenti teologali l’uomo non va proprio da nessuna parte?

Sarebbe stato bello se il confronto con un’etica “laica” avesse portato frutti utili; quest’ultima avrebbe avuto il compito di sviluppare l’autonomia della ragione, posizione di tutto rispetto che ci avrebbe aiutato a scoprire a cosa conducessero i preziosi strumenti della ragione umana quando essa sospendeva gli assunti dati per fede. Anche i razionalisti, nel loro limite, avrebbero potuto dare un importante contributo; un contributo che ci sarebbe stato d’aiuto per non scivolare nelle continue tentazioni verso il fideismo. Invece, portando questo percorso verso le sue estreme conseguenze, gli atei sono precipitati dall’ateismo alla disumanizzazione, e i credenti hanno perso completamente i loro antagonisti dialettici, perché non si può più nemmeno dialogare con chi nega l’uomo. Quelli che potevano essere, nella comune ricerca della verità, dei degni rivali, si sono rivelati degli sterminatori. Come marinai che hanno abbandonato del tutto la nave, hanno lasciato completamente a noi la barra del timone morale, ma dopo che l’equipaggio è quasi tutto annegato.

Tuttavia di questi loro errori siamo in un certo senso grati: nessuno meglio di loro ci ha indicato che senza Dio non c’è nemmeno l’uomo.

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LINKS

«Uccidere un neonato è eticamente accettabile in tutti i casi in cui lo è l’aborto» QUI

Il sorriso beffardo di Re Erode QUI

Partial-Birth Abortion Ban Act QUI

Abortire i neonati“una proposta etica?” QUI

L’aborto dopo il parto QUI

L’eutanasia dei bambini. Riflessioni sul protocollo di Groningen QUI

L’eutanasia inganno della dolce morte QUI

NOTE 

  1. https://www.jstor.org/stable/43282701 ↩︎
  2. https://www.tempi.it/uccidere-un-neonato-eticamente-accettabile-tutti-i-casi-cui-lo-laborto/ ↩︎
  3. https://lanuovabq.it/it/il-sorriso-beffardo-di-re-erode ↩︎
  4. https://en.wikipedia.org/wiki/Partial-Birth_Abortion_Ban_Act ↩︎
  5. https://www.vatican.va/content/osservatore-romano/it/comments/2017/documents/l_eutanasia-dei-bambini.html ↩︎
  6. https://www.libertaepersona.org/wordpress/2006/09/leutanasia-linganno-della-dolce-morte-20/ ↩︎
  7. https://ladigacivile.eu/sites/default/images/downloads/rapido904processo/LUnita%CC%80_3_aprile_1990_Favori_al_clan_Misso._Ufficiale_dei_Carabinieri_rinviato_a_giudizio.pdf ↩︎
  8. https://www.radioradicale.it/scheda/90239/il-suicidio-del-dottor-giorgio-conciani ↩︎
  9. https://archivio.unita.news/assets/main/1996/03/17/page_011.pdf ↩︎
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Autore: Stefano Biavaschi

Giornalista pubblicista, ha scritto per Corriere della Sera, Il Giorno, La Repubblica, Oggi, Avvenire, Domenica del Corriere, Il Timone, Radici Cristiane. Laureato in Lettere Moderne ed in Scienze Religiose, insegna nelle Scuole Superiori di Milano collaborando con la Cattedra di Teologia dell'Università Cattolica, nonché con emittenti televisive, come Rai e Mediaset. Da alcuni anni è conduttore a Radio Maria di trasmissioni a carattere culturale. Ha pubblicato libri in Italia e all'estero, tra cui il best seller Il Profeta del Vento, tradotto in diversi Paesi, e trattati di teologia, come: La Vera Fede, Il Credo, Guida alla Preghiera, Le Antiche Fonti della Fede: Eusebio di Cesarea e la prima storia della chiesa. Ha operato nel campo della prevenzione e del disagio giovanile. Formatore di insegnanti e catechisti, ha anche contribuito alla formazione etica dei nuovi funzionari iracheni per conto di Transparency International Italia dopo il conflitto in Iraq.