“Né Kardinal Panzer né Rottweiler di Dio”, ha scritto Francesco Palmieri il 24 DIC 2023 su Il Foglio. Nel suo libro, Benedetto XVI – Il Papa della fede e della ragione, scrive Mariano Fazio, vicario ausiliare dell’Opus Dei, che “Il suo pontificato è stato un lungo commento all’enciclica ‘Fides et ratio’ del predecessore. Ratzinger denunciò la dittatura del relativismo e ne propose l’antidoto: riconquistare la fiducia nella persona umana a riconoscere la verità”.
L’amore di Papa Benedetto per la Fede e per la ragione, entrambi doni divini, lo portò a cercare i fondamenti e le
connessioni dell’uno con l’altra, consapevole che, come l’inclusione è possibile se si consiste in una identità, così la Fede senza intelletto sarebbe vuota, mentre l’intelletto, senza la Fede, troppo spesso sarebbe simile al vagare di un cieco inesperto, che pretende di guidare gli altri verso la luce senza sapere cosa essa sia.
La nostra gratitudine per il Santo Padre, che con cristallina intelligenza delle cose, dei misteri della fede, della riflessione umana e filosofica, seppe sempre parlare con la competenza di un umile operaio nella vigna del Signore, non sarà mai adeguata.
Lo rammaricava il fatto che, allora docente di teologia nei corsi più prestigiosi, i suoi libri fossero invece ostracizzati in non pochi seminari, scotto pagato dall’incomprensione di molti nella chiesa della reciproca benefica influenza della Fede sulla ragione e dell’intelletto sulla Fede: Fides quaerens intellecctum, intellectum quaerens Fidem. L’espressione, nella sua prima parte, fu il titolo di quell’opera di Sant’Anselmo d’Aosta, in seguito intitolato Proslogion. Essa risale al più antico adagio di Sant’Agostino: Credo ut intelligam. Intelligo ut credam. L’uomo non può non credere, come dimostra la sua vita fin dai primi istanti quando crede ai propri genitori.
Ma come potrà credere se non capirà che la Fede è ragionevole? Fede e ragione, danzando quasi insieme, contemplano la bellezza e lo splendore della Verità; Veritatis splendor! E San Giovanni Paolo II così intitolò, nel 1993, l’Enciclica su alcune questioni fondamentali dell’insegnamento della morale cattolica, che iniziava dicendo: Lo splendore della verità rifulge in tutte le opere del Creatore e, in modo particolare, nell’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio [(cf Gn 1, 26) citato in VS, Introduzione]. Non è un caso che proprio in ambito morale se siano mostrate le più vistose incertezze della fede di molti credenti e di molti teologi negli scorsi decenni fino a minare la stabilità della fede e della Chiesa. Senza comprensione e, banalmente, senza studio adeguato, non è possibile conoscere e seguire la Verità fino a relativizzarla e a negarne l’importanza, il che sarebbe una contraddizione in termini, essendo la negazione della verità una affermazione apodittica, cioè, che pretende esser vera.
Ma, se in tutte le opere di Dio risplende la Verità, come intenderla se non comprendendola secondo quella capacità che Dio creatore dà alla sua creatura? Come crederla se l’uomo non è abituato a riconoscere obiective ogni res?
La ragione, ammettendo di non poter dimostrare i misteri, riconosce invece che essi, pur essendo al di sopra di sé stessa, non sono assurdi, o contro la ragione stessa: Fede e ragione, essendo entrambe dono di Dio, non possono contraddirsi.
Questa posizione, ovviamente, esalta la ricerca umana: ogni verità che l’uomo potrà scoprire non minaccerà mai la Rivelazione; anzi, rafforzerà la conoscenza complessiva dell’opera di Dio, sempre che verità sia.
Il Medioevo, alunno della rivelazione, non meno che delle sapienza antica, riponeva grande fiducia nella ragione umana. Nel XIV secolo questa certezza andò in crisi, coinvolgendo l’intero impianto culturale del periodo precedente. Papa Benedetto, già giovane teologo, aveva saputo ascoltare la lezione metafisica, coniugando essere ed esistenza dell’uomo, in cerca di Dio, con Dio, che si rivela all’uomo attraverso le facoltà dell’anima. In ciò gli furono maestri l’amore intelligente e l’intelligenza amante del Dottore Serafico San Bonaventura, che studiò a fondo e dal quale si lasciò guidare lungo tutto il corso della sua ricerca teologica e del suo instancabile servizio pastorale nella Verità.
L’uomo, che esiste nel mondo, cerca nella Fede il Dio che lo crea e nell’intelletto quella conoscenza cui è chiamato per giungere non solo alla scienza, ma alla Sapienza. Le due cose separate segnano la fine della civiltà e dell’uomo, ma soprattutto la perdita del senso dell’uomo:
“Dio all’inizio del tempo nella piena libertà del suo volere ha fatto dal nulla le creature sia dell’ordine spirituale che di quello materiale, cioè il mondo Angelico e quello terrestre, non per aumentare la propria beatitudine né per acquistarla ma per comunicare la sua perfezione con i beni che concede alle sue creature” (Concilio Vaticano I, DS 3002).
L’uomo, creato per amare e servire Dio in questa vita e goderlo nell’altra, per Fede sa che «Il mondo è stato creato per la gloria di Dio» (CCC 293, già in Concilio Vaticano I, Cost. dogm. Dei Filius, De Deo rerum omnium Creatore, canone 5: DS 3025.), e per l’intelletto presta ascolto e obbedienza a Dio, riconoscendolo, con intima certezza, come Bene sommo e proprio creatore .
Ma lasciamo la parola al Cardinal MÜLLER che, nel 2008, meglio di me, certamente, seppe illustrare in estrema sintesi il pensiero di Joseph Ratzinger-Papa Benedetto XVI in occasione della presentazione del primo volume dell’Opera Omnia del grande teologo, impianto che ben conosceva avendolo progettato insieme a Papa Benedetto.
CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL 1° VOLUME DELL’OPERA OMNIA DI JOSEPH RATZINGER – BENEDETTO XVI IN EDIZIONE TEDESCA, 22.10.2008
[B0667]
INTERVENTO DI S.E. MONS. GERHARD LUDWIG MÜLLER
Papa Benedetto XVI è uno dei grandi teologi sul soglio di Pietro. Nella lunga teoria dei suoi predecessori, s’impone il paragone con quella figura di eminente erudito del diciottesimo secolo che fu papa Benedetto XIV (1740-1758). E la mente corre anche a papa Leone I Magno (440-461), il formulatore della cognizione decisiva per la confessione cristologica del concilio di Calcedonia (451).
Papa Benedetto XVI, nel corso della sua lunga attività accademica come professore di Teologia Fondamentale e di Dogmatica, ha elaborato in autonomia un’opera teologica che lo pone senz’altro tra i più significativi studiosi del ventesimo e ventunesimo secolo. Da più di 50 anni al nome di Joseph Ratzinger si ricollega un’originale visione d’insieme della teologia sistematica.
I suoi scritti uniscono le cognizioni scientifiche della teologia alla figura di una fede viva e vissuta. Come scienza che ha la sua genuina collocazione all’interno della Chiesa, la teologia può segnalarci la vocazione particolare dell’uomo in quanto creatura e immagine di Dio.
Nella sua attività scientifica, Benedetto XVI ha sempre potuto attingere alla sua mirabile conoscenza della storia della teologia e dei dogmi, che egli trasmette in maniera illuminante mettendo in risalto la divina visione dell’uomo, su cui tutto si fonda. Essa diviene accessibile ai molti attraverso il repertorio lessicale e linguistico adottato da Joseph Ratzinger. Tematiche complesse non vengono assoggettate ad una complicata riflessione e quindi sottratte alla comprensione comune, bensì rese trasparenti nella loro intima linearità. Al centro di tutto è la volontà divina di parlare ad ogni uomo e la Sua parola che diventa la luce che illumina ogni uomo (Giov 1, 9).
Nella sua carriera accademica il professore di teologia Joseph Ratzinger ha ricoperto incarichi presso le scuole superiori e le università di Frisinga, Bonn, Münster e Tubinga, approdando infine a Ratisbona, dove operò dal 1969 fino alla nomina ad arcivescovo di Monaco e Frisinga nel 1977. Alla città e alla diocesi di Ratisbona il cardinal Ratzinger rimase legato anche nel lungo periodo in cui fu prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (1982-2005). Regolarmente vi si recava a far visita al fratello Georg, per molti anni direttore del celebre coro dei Piccoli Cantori del Duomo di Ratisbona (1964-1994). Indimenticabili anche le sue omelie in Duomo in occasione delle più svariate festività liturgiche. I suoi genitori, Josef e Maria Ratzinger, e la sorella Maria sono sepolti nel cimitero di Regensburg-Ziegetsdorf. A proposito di Pentling, il suo domicilio alle porte della città episcopale di Ratisbona, disse una volta: Dopo tanti anni movimentati in diverse sedi e mansioni „eravamo nuovamente a casa”.
Durante la visita pastorale del 2006 nella nativa Baviera, con la sua Regensburger Vorlesung, la lectio magistralis che segnò un momento magico nella storia universitaria non solo tedesca, egli sottolineava ancora una volta l’intima connessione di fede e ragione. Tanto la ragione che la fede non sono considerabili, né sono in grado di raggiungere il rispettivo traguardo, indipendentemente l’una dall’altra. Correggendosi e purificandosi a vicenda, la ragione e la fede si salvaguardano da pericolose patologie. In tal senso, papa Benedetto XVI si riallaccia alla grande tradizione delle scienze teologiche, che nella struttura globale dell’università può fungere da elemento di connessione onnicomprensiva.
Così Ratisbona è divenuta in certo qual senso il genius loci che si propone di raccogliere e tutelare l’opera omnia teologica di Joseph Ratzinger. La sede vescovile di Ratisbona, con le sue eminenti figure di vescovi eruditi quali S. Alberto Magno (1260-1262) e Johann Michael Sailer (1821-1832), sta per l’unità di magistero vescovile e accademico, a confermare la razionalità della fede e la fecondità pastorale della scienza. Una tradizione portata avanti dall’arcivescovo Michael Buchberger (1927-1961), sotto la cui direzione prese forma il Lexikon für Theologie und Kirche, un testo basilare impostosi a livello internazionale e giunto ormai alla terza edizione.
Questa città vescovile si presta dunque in maniera particolare come sede dell’Istituto intitolato a papa Benedetto XVI.
Nella mia qualità di vescovo di Ratisbona (dal 2002), sono stato incaricato personalmente dal Santo Padre della pubblicazione della sua Raccolta di scritti – Opera Omnia – in 16 volumi. Già da studente universitario mi ero dedicato ad una lettura approfondita dei trattati teologici di Joseph Ratzinger, restando particolarmente colpito e durevolmente impressionato dalla sua geniale Einführung in das Christentum (Introduzione al Cristianesimo), che nella burrascosa epoca delle rivolte studentesche e del generale disorientamento teologico offriva una chiave sicura per accostarsi al profondo mistero della rivelazione cristiana. Il lettore informato può facilmente constatarlo dando un’occhiata al mio libro Dogmatica cattolica. Per lo studio e la prassi, che a partire dal 1995 è apparso in diverse edizioni presso l’editore Herder.
L’elaborazione del progetto editoriale complessivo è stata strettamente concordata con papa Benedetto XVI. Ogni singolo tomo è autorizzato personalmente dal Santo Padre, sia per quanto concerne il complesso tematico che la scelta dei testi. L’obiettivo è l’esaustività dell’opera. Di singoli testi minori viene indicato solo il luogo del ritrovamento. È lecito parlare dunque di una vitale testimonianza della teologia di Joseph Ratzinger/papa Benedetto XVI, dal momento che al centro dell’interesse non sta la semplice raccolta e catalogazione di testi, bensì lo svisceramento sistematico di un determinato complesso tematico della teologia mediante un ordinamento di nuova concezione, che faccia emergere i collegamenti e consenta una visione d’insieme.
Per espresso desiderio del Santo Padre la Raccolta di scritti viene pubblicata con il nome dell’autore Joseph Ratzinger.
Per realizzare questo progetto, ho fondato a Ratisbona l’Istituto Papa Benedetto XVI. È questa la sede che ospiterà un’esauriente documentazione della vita, del pensiero e dell’operato del teologo, vescovo e pontefice Joseph Ratzinger/Benedetto XVI. Con l’approntamento di tutto il materiale edito ed inedito, la rilevazione del contesto biografico e teologico e l’allestimento di una biblioteca specialistica, si sono create le condizioni ideali per un’analisi a vasto raggio dell’opera omnia.
Vorrei rivolgere un sincero ringraziamento al Santo Padre, papa Benedetto XVI. La grande dimostrazione di fiducia da lui espressa affidandomi l’incarico di curare la pubblicazione delle sue opere, costituisce per me una gioia ed al contempo un impegno.
II
La presente edizione della Raccolta di scritti – Opera Omnia di Joseph Ratzinger vuol essere la “redazione ultimativa” dell’opera del teologo Joseph Ratzinger in lingua tedesca. L’obiettivo è una presentazione il più possibile completa dell’opera già pubblicata, integrata da testi finora inediti o non ancora apparsi in tedesco, secondo un ordinamento sistematico che instaura un legame tra gli aspetti cronologici e quelli tematici.
Preesistenti monografie sono riprese senza variazioni nella Raccolta di scritti – Opera Omnia, dove tuttavia compaiono di volta in volta integrate da ulteriori testi tematicamente affini. Secondo una pratica già variamente adottata in precedenza dall’autore, ai testi di carattere spiccatamente scientifico se ne accompagnano altri appartenenti a generi letterari differenti, ad esempio compilazioni di voci enciclopediche, recensioni di libri, nonché omelie e meditazioni.
I precedenti volumi di saggi, che in determinate tappe dell’operato del teologo, vescovo e prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, riuniscono contributi tematicamente connessi, vengono smembrati e i singoli scritti inglobati nella nuova sistematica.
La Raccolta di scritti si apre – qui ci riferiamo alla numerazione dei tomi, non necessariamente all’effettiva cadenza di pubblicazione – con i due lavori di qualificazione scientifica di Joseph Ratzinger: la sua tesi di laurea sulla dottrina agostiniana della Chiesa, e quella di abilitazione all’insegnamento, sulla dottrina della Rivelazione di Bonaventura. Ad esse si aggiungono altri saggi e testi, rispettivamente intorno ad Agostino e a Bonaventura.
Il tomo III prende spunto dalla conferenza inaugurale del Professor Ratzinger Il Dio della Fede e il Dio dei filosofi, tenuta a Bonn nel 1959, corredandola di tutti gli ulteriori testi del complesso tematico fides et ratio. Ad esempio vengono inserite qui anche tutte le sue riflessioni sui fondamenti storico-ideali dell’Europa.
Il tomo IV parte dalla Introduzione al Cristianesimo (1968) e riunisce altri testi del complesso tematico professione di fede, battesimo, conversione, sequela di Christo e compimento dell’Esistenza Cristiana.
I tomi dal V al XII si orientano nel senso più ampio al canone tematico della Teologia Sistematica.
Il tomo V riunisce i testi riconducibili ai trattati dottrina della Creazione, Antropologia e dottrina della Grazia, presentando la Mariologia come salvifica concretizzazione della dottrina della Grazia.
Il tomo VI, prendendo spunto dal Gesù di Nazareth (2007), raccoglie tutti gli studi di argomento Cristologico.
Il tomo VII e il tomo VIII sono dedicati ad un ulteriore punto focale di ricerca di Joseph Ratzinger, l’Ecclesiologia; specificamente, il tomo VII è innanzitutto una raccolta globale di testi: quelli concepiti nella fase di preparazione del Concilio Vaticano Secondo, ma anche le relazioni degli eventi vissuti in diretta nonché i commentari redatti al termine dei lavori, e non da ultimo una serie di interventi relativi alla recezione dei testi conciliari.
Il tomo VIII contiene i lavori ecclesiologici in senso stretto e, soprattutto, integra anche gli scritti di Joseph Ratzinger sull’Ecumene.
Sul punto di intersezione di Teologia Fondamentale e Dogmatica si colloca il tomo IX, che raccoglie i lavori svolti da Joseph Ratzinger nell’intero arco della sua attività scientifica in materia di Gnoseologia Teologica ed Ermeneutica, in particolare includendo anche i suoi studi sull’intelligenza delle Scritture e sull’inquadramento specifico di Rivelazione, Tradizione, Scrittura e Magistero.
Il tomo X si apre con l’Escatologia (1977), l’unico manuale dogmatico-teologico di Joseph Ratzinger pubblicato finora, corredandolo di tutti gli ulteriori studi e testi del complesso tematico speranza, morte, risurrezione, vita eterna.
Con i tomi XI e XII l’autore focalizza espressamente ulteriori aspetti di interesse centrale per il suo pensiero. Con la Teologia della liturgia nel tomo XI, con cui il Santo Padre intende inaugurare la pubblicazione della sua Raccolta di scritti teologici, egli pone l’opera omnia sotto il segno di un coerente teocentrismo.
Il tomo XII raduna i testi, peraltro pertinenti anche all’Ecclesiologia o alla dottrina dei Sacramenti, sul Servizio Spirituale, presentandoli sotto il titolo Annunciatori della parola e servitori della vostra gioia.
Il tomo XIII raccoglie le numerose interviste di Joseph Ratzinger, sia quelle più brevi e di vecchia data, che le tre apparse in forma di libro, cominciando dalla conversazione con Vittorio Messori del 1984/85, cui fecero seguito i due libri di e con Peter Seewald (1996 e 2000).
Il tomo XIV presenta una selezione il più esauriente possibile della vasta produzione omiletica di Joseph Ratzinger, ivi compresi sermoni e meditazioni poco noti e finora inediti.
Il tomo XV riunisce, partendo dall’autobiografia di Joseph Ratzinger apparsa nel 1997/98 con il titolo La mia vita, ulteriori testi di carattere biografico ed interventi di tipo personale, ad esempio le numerose dichiarazioni relative al suo predecessore Papa Giovanni Paolo II, o al fratello Georg Ratzinger, nonché molti altri discorsi tenuti in occasione di giubilei, apprezzamenti etc.
Il tomo XVI offrirà una bibliografia completa delle opere di Joseph Ratzinger in lingua tedesca, nonché un esauriente indice sistematico di tutti i volumi, che permetta di cogliere l’intima coerenza e coesione dell’opera nel suo insieme. I singoli tomi sono corredati a loro volta di indici dettagliati nonché di registri dei nomi e dei passi scritturali.
[01638-01.01] [Testo originale: Tedesco]
[B0667-XX.01]