“Una piramide verde? No, piuttosto «un catafalco»” (QUI l’articolo intero del Corriere del 9 Settembre 2023).
Comincia così sul Corriere l’invettiva di Vittorio Sgarbi e rincara la dose il Consigliere comunale Alberto Ribolla, che ha innescato un dibattito tra i suoi follower. «A me pare una piramide spelacchiata di acciaio, davvero orrenda alla vista. E voi cosa ne pensate?».
Ben osserva l’onorevole e Sindaco Sgarbi, nonché Sottosegretario alla Cultura, affermando che coprire la bellissima fontana del Contarini col catafalco è imperdonabile.
Ma l’orrore non è solo paesaggistico, bensì culturale e parte da ben lontano, da dodici anni fa (le radici albergano, ovviamente, nel depauperamento culturale delle nostre generazioni ben più vetusto) quando questo annuale scempio fu pensato e annualmente realizzato.
Così, scriveva il Sindaco della Città Giorgio Gori su Bergamonews per il Landscape Festival tenutosi dall’8 al 25 Settembre nella Green Square di Piazza Vecchia:
![](https://www.libertaepersona.org/wordpress/wp-content/uploads/2023/09/8-25-Settembre-2022.jpeg)
Qui la Fontana del Contarini non è coperta ma sfiorata come un
inutile ineliminabile ingombro !
Abbiamo iniziato a lavorare a questo tema dodici anni fa, quando l’emergenza climatica non era ancora così drammaticamente attuale come oggi. Quest’anno torniamo con una proposta, quella di ripartire dal passato, dal paesaggio dimenticato della pianura lombarda che si traduce in un immediato benessere perché con questa vegetazione la temperatura di piazza Vecchia è molto migliore rispetto a quella di settimana scorsa. Dobbiamo ripartire dalla natura della città per dare una risposta ai cambiamenti climatici. “I Maestri del Paesaggio” dà questa risposta. (Bergamonews QUI).
Che la situazione, definita come emergenza climatica, non fosse già così emergente, è un falso. Già lo era oltre cinquant’anni fa, quando nei TG, io bambino, ero preoccupato per le profezie di desertificazione avanzante e si annunciava la penuria di petrolio e di acqua, foriere di guerre in Medio Oriente, e di migrazioni di popoli verso l’Europa, ecc. Ma se qualcuno ha memoria corta, l’attuale scempio è sotto i nostri occhi, quando alla storia si sostituisce una fantasia esangue a favore della subcultura Green.
Tornare al passato dimenticato della pianura lombarda è una nostalgia infondata. Solo nell’ottocento, per esempio, il territorio da Romano di Lombardia a Bergamo era bosco abitato anche da briganti, senza contare la nostra Val Brembana. La povertà era dura e la fame tanta. Vuole quel passato il nostro Sindaco?
E, prima ancora, la Lombardia era un acquitrino che solo l’opera costante e amorevole di monaci e contadini rese abitabile, nonché produttivo. L’opera dell’uomo compie quella della creazione, se ben condotta. Un conto l’amore alla botanica e all’erboristeria, come allo studio delle colture, altro la mentalità Green globalista e totemica.
Mi fanno inorridire le parole del Presidente dell’associazione culturale Arketipos, Vittorio Rodeschini:
Vorrei lanciare un appello agli esperti ma anche a tutti i cittadini pensando al grande appuntamento di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023. Dev’essere un’occasione di svolta, ma ci vuole un patto collettivo, perciò venite, iscrivetevi perché se vogliamo un patto dobbiamo esserci tutti. È da un grande consenso che si possono cambiare le cose. (Bergamonews QUI)
Il che, se detto per l’annuale manifestazione Capitale d’Italia, va bene, ma per questi eventi Green, proprio no, là dove fossero fuori posto.
Se le città di cemento armato possono essere rese più accettabili da decorazioni floreali e arboree, non così i gioielli dell’arte, che non han bisogno di essere riqualificati, ma, semmai, restaurati, custoditi, amati, studiati, ammirati, prendendo esempio da essi, restituiti sempre alla loro completa bellezza, il che, fortunatamente, non poche volte vien fatto, e ciò va detto.
È stato scritto che il prossimo anno non si assisterà a tale scempio. Speriamo!