Non sei una donna con una storia, un passato, un presente … si spera, un futuro. Diventi un oggetto di altri uomini. Sei definita merce, carico, migrante, clandestino … Ma se tu guardi i miei occhi, in me vedi una donna, una persona.
Le mie mani si completano con le tue. Le mie mani sono nere, le tue sono bianche. Abbiamo le stesse mani con cinque dita! Abbiamo gli stessi occhi. Io non sono una merce!
Blessing
… Occorre che ci lasciamo spaccare il cuore da tante sofferenze innocenti, e ancor più ci lasciamo mobilitare le coscienze e rinnovare le menti per il mistero del male che cresce nell’umanità; cresce perché è sempre più organizzato e tecnicizzato, liberalizzato e impunito, omertosamente e ipocritamente taciuto, quando non addirittura legalizzato. Conforta la certezza che Dio “ è più grande del nostro cuore” (1Gv 3, 20) di pietra e che il sangue di Cristo unisce a sé il sangue di tante giovani vittime; o che impegni tante associazioni e istituzioni, come anche disarmate suorine del Barre a tendere le braccia anche in un mondo così infame, anzitutto per la conversione di chi ha votato la sua vita al servizio della morte.
dalla prefazione di don Armando Augello
22 ottobre 2017, Gromo, Val Seriana (Bergamo).
Alessandro, giovane aspirante reporter disoccupato, riceve via mail una richiesta di collaborazione presso una piccola redazione di Brumano, in valle Imagna. Recatosi al colloquio il giorno successivo, viene immediatamente assunto e riceve dal direttore, come primo incarico, di scrivere un reportage sulla tratta delle giovani donne “importate” in Italia dall’Africa e poi costrette a prostituirsi sulle strade delle nostre città.
Inizia così il libro – testimonianza scritta a quattro mani dal giornalista calabrese Mimmo Famularo con suor Caterina Dolci, religiosa bergamasca appartenente all’Istituto delle suore del Bambin Gesù, fondato a Rouen nel 1675 dal Beato Padre Nicola Barrè.
Da padre Barrè a Suor Caterina Dolci
“Il riflesso della luna” è un racconto sui generis che, in forma narrativa, prova a consegnare ai lettori il vissuto tragico -e ai più, spesso, sconosciuto- delle donne vittime del turpe e, purtroppo, più che mai fiorente, commercio e sfruttamento di esseri umani.
Incontro a tre donne
L’ incarico affidato ad Alessandro non sarà infatti solo un recupero di fonti giornalistiche e di testimonianze tramite lo schermo asettico di un computer. Imprevedibilmente, grazie alla misteriosa presenza di un frate che “accompagna” i suoi passi investigativi, si trasformerà in un incontro reale con tre giovani donne, sottratte alla violenza della strada da un gruppo di suore, -suor Mary, suor Caterina e suor Marina, “figlie” di padre Barrè – impegnate con tenacia nella missione di rendere la libertà alle giovani vite sfruttate con ferocia e cinismo dai trafficanti.
Povere e vulnerabili
La caduta di Blessing, Joy e Aisha ( così si chiamano le ragazze, le prime due nigeriane di Obadan , la terza somala, proveniente da Mogadiscio) nelle mani degli sfruttatori, segue un medesimo, triste, copione: è la povertà, prima di tutto, a rendere vulnerabili le ragazze. Esse affidano ingenuamente le speranze di una vita migliore, per loro e soprattutto per i familiari, ad ambigui personaggi: alcune donne, che promettono un lavoro ben retribuito in più moderne città africane o addirittura in Europa. Alcune, come Aisha, vengono invece addirittura cedute dai familiari a “ mariti” che si acquistano, pagando lautamente, una “moglie-schiava” da abusare.
Il viaggio verso una vita pensata finalmente lontana dalla miseria si conclude in reclusioni forzate, alla mercé di uomini che vendono le loro prede ad altri commercianti di carne umana, come se queste donne fossero normali oggetti di consumo.
Blessing, Joy e Aisha, al pari di tantissime coetanee, dopo una prima odissea fatta di atroci violenze, subite in veri e propri lager, vengono poi stipate sulle malconce imbarcazioni degli scafisti libici, portate in Italia e sottoposte ad altre, indicibili, torture fisiche e psicologiche, nell’ambiente spietato e degradato della prostituzione.
Il muro del silenzio
È Blessing che, per prima, durante un sorprendente incontro con Alessandro su un treno diretto a Roma e poi a Lamezia terme -in un incontro che sembra favorito dalla presenza del misterioso frate- racconta nei dettagli al ragazzo l’odissea sua e quella di tante altre compagne di sventura.
Nel convento di Lamezia, dove le suore di padre Barrè accolgono le vittime della tratta, il giovane reporter bergamasco avrà modo di conoscere Aisha, la ragazza somala restituita alla libertà dopo un lungo calvario di vessazioni.
Superare i pregiudizi
Per una circostanza che ha del miracoloso, tramite suor Caterina, verrà consegnata all’abbraccio sicuro delle suore calabresi anche Joy, amica d’infanzia di Blessing e quasi figlia d’adozione di suor Mary, una delle religiose nigeriane. Per Alessandro, il viaggio, iniziato a Gromo e conclusosi a Lamezia Terme, è occasione preziosa per il venir meno tanti pregiudizi verso l’umanità ferita e spesso disprezzata che approda quasi ogni giorno sulle nostre coste. E, forse, per imporre una svolta più umana alla carriera giornalistica appena iniziata.
Per Blessing, Aisha, Joy, Alessandro e le religiose di padre Barrè, la notte, che, misteriosamente, come strumento e segno della Provvidenza ha tracciato la trama preziosa dei loro incontri, è diventata davvero “uno splendido giorno”.