«Dammi da bere»

Anonimo, Gesù e la Samaritana, sec. XII, Monreale, la Cattedrale

Antifona

Quando mostrerò la mia santità in voi,
vi radunerò da ogni terra; vi aspergerò con acqua pura
e sarete purificati da tutte le vostre impurità
e metterò dentro di voi uno spirito nuovo
. (Cf. Ez 36,23-26)

Commento artistico-spirituale al Vangelo della III Domenica di Quaresima Anno A – 12 Marzo 2023

Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg

Gesù e la Samaritana

L’itinerario mistico della Quaresima verso la Pasqua continua con il personaggio della Samaritana che Gesù, alla ricerca di acqua, incontra vicino al pozzo di Giacobbe (Giovanni 4,4-42).
Nella cattedrale di Monreale, esempio di arte arabo-normanna, nello stile delle chiese cluniacensi, si trova un imponente ciclo musivo del XII secolo con una decorazione di oltre seimila e quattrocento metri quadrati

ripartiti.

L’anonimo mosaicista, sul braccio destro del transetto, ha «riscritto» il fatto evangelico nella splendida icona di Gesù che presso il pozzo di Sicar incontra la donna di Samaria.

Gesù

Secondo la tradizione bizantina, la composizione ha come perno il pozzo, con Cristo che è seduto a sinistra e sul lato opposto la Samaritana, in piedi.

La scritta in latino («Christus sedens iuxta/puteum loquitur cum Sa/maritana») dice: «Cristo, seduto ai margini del pozzo, parla con la donna samaritana».
Gesù è raffigurato come il Redentore, nella consueta iconografia di un uomo con la barba e con l’aureola in cui è inscritta la croce che definisce la Sua divinità. Il Maestro sta benedicendo con la mano destra mentre nella sinistra tiene il rotolo del chirografo del peccato, cioè il documento che attesta l’estinzione del debito dell’umanità attraverso la morte in croce.

La Samaritana

La Samaritana, immagine di ogni cristiano e della Chiesa, è raffigurata con abiti solenni e splendidi ornamenti nell’atto di calare o forse ritirare il secchio dal pozzo. Dietro il Nazareno, figurano gli Apostoli di ritorno dalla città dove erano andati per comperare i pani che Pietro ha tra le mani.
In tutte le cappelle delle «Missionarie della carità», per volontà della fondatrice Madre Teresa di Calcutta, compare la scritta «Ho sete».

Da Madre Teresa a Celentano

Fu per l’appunto tale richiesta di Gesù alla Samaritana che, il 10.9.1946, cambiò la vita di Madre Teresa e di conseguenza s’iniziò la nuova famiglia religiosa. La Santa che cominciava la sua missione ogni giorno, prima dell’alba, stando tre ore in preghiera davanti all’Eucaristia, così motivò la scritta alle «sue» suore: «Solo la sete di Gesù, sentendola, ascoltandola, rispondendovi con tutto il cuore, terrà vivo il vostro amore. Più vi avvicinate a Gesù e meglio conoscerete la Sua sete».
La conclusione de «Il forestiero», un brano cantato da Adriano Celentano nel 1970 che metteva in musica proprio questo testo evangelico (testo Beretta e Del Prete; musica Santercole e De Luca) sottolinea la fede della Samaritana perché ogni incontro con Gesù apre sempre a orizzonti sorprendenti, a una vita migliore.
«E quel forestiero di tanta bellezza / guardò quella donna con molta dolcezza / e disse “sono io colui che dici tu / se l’acqua mia berrai mai più tu morirai” e la prima fu lei / a sapere di lui / che quell’uomo del pozzo era il figlio di Dio chiamato Gesù».

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Autore: Libertà e Persona

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