La Corte Suprema Americana: Amy Barrett (1)

Tra i giudici della Corte Suprema (vedi foto in alto) che nel 1973, senza alcuna consultazione popolare e alcun dibattito parlamentare, impose a tutti gli Stati americani l’aborto (che prima veniva regolato da ogni singolo stato con legge propria, come accade tuttora con la pena di morte), c’erano nove uomini, e nessuna donna.

Nell’attuale Corte suprema, invece, le donne sono 3, due democratiche ed una cattolica.

The Roberts Court, April 23, 2021 .Seated from left to right: Justices Samuel A. Alito, Jr. and Clarence Thomas, Chief Justice John G. Roberts, Jr., and Justices Stephen G. Breyer and Sonia Sotomayor .Standing from left to right: Justices Brett M. Kavanaugh, Elena Kagan, Neil M. Gorsuch, and Amy Coney Barrett.

E’ quest’ultima, Amy Coney Barrett, ad aver votato a favore della sentenza che restituisce ad ogni Stato la possibilità di legiferare democraticamente sull’aborto, stabilendo se ed entro quali limiti permetterlo.

Tale decisione avrà come conseguenza che in qualche Stato verrà vietato, in altri permesso sino ad una certa data (ad esempio sino alla comparsa del battito cardiaco, tra la sesta e l’ottava settimana, come in Sud Carolina), in altri ancora, come già accade, rimarrà legale sino al nono mese (vedi foto sotto e testimonianza qui: https://www.youtube.com/watch?v=XXMmfCKIoe4 ).

Più difficili, ma certo non impossibili, altri casi Gosnell (https://lanuovabq.it/it/gosnell-la-lucida-follia-del-dottor-aborto )

La Barrett è nota per avere una famiglia numerosa, comprensiva di due bambini adottati, e per essere rappresentante di un femminismo molto diverso da quello degli anni Settanta, più vicino a quello delle origini.

Così lo ha descritto il Barrett-pensiero la femminista americana Erika Baciochi:

La Barrett incarna un nuovo tipo di femminismo… Esso insiste non solo sui pari diritti di uomini e donne, ma anche sulle loro comuni responsabilità, specie nell’ambito della vita familiare. In questo nuovo femminismo, l’uguaglianza sessuale è fondata non nell’imitare la capacità degli uomini di fuggire di fronte a una gravidanza inattesa grazie all’aborto, ma piuttosto nel chiedere agli uomini di corrispondere alle donne nella mutua responsabilità, reciprocità e cura. La Barrett racconta che per entrambi i genitori, i bisogni dei figli vengono per primi, le carriere per seconde, eppure prosperano sia i figli che le carriere. Invece di accettare l’assunto che prendersi cura della famiglia è una “scelta” della donna da abbracciare o rifiutare in solitudine, come fa la Roe vs Wade, i Barrett riconoscono che sia le madri sia i padri sono investiti dalle responsabilità verso i figli che dipendono da loro. Questo è il nuovo femminismo”.

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Autore: Francesco Agnoli

Laureato in Lettere classiche, insegna Filosofia e Storia presso i Licei di Trento, Storia della stampa e dell’editoria alla Trentino Art Academy. Collabora con UPRA, ateneo pontificio romano, sui temi della scienza. Scrive su Avvenire, Il Foglio, La Verità, l’Adige, Il Timone, La Nuova Bussola Quotidiano. Autore di numerosi saggi su storia, scienza e Fede, ha ricevuto nel 2013 il premio Una penna per la vita dalla facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, in collaborazione tra gli altri con la FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) e l’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana). Annovera interviste a scienziati come  Federico Faggin, Enrico Bombieri, Piero Benvenuti. Segnaliamo l’ultima pubblicazione: L’anima c’è e si vede. 18 prove che l’uomo non è solo materia, ED. Il Timone, 2023. Ha una pagina youtube: https://www.youtube.com/channel/UC4keWMPfcFgyMAe3ke72HOw  

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