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È vero che oggi siamo sopraffatti da un eccesso di informazioni? Come possiamo rispondere alle pressioni esterne, anche per ritrovare una capacità di riflettere, di ripensare il senso del nostro percorso di vita?
La domanda che Gesù pone all’uomo può avere senso anche per chi non è cristiano, o l’uomo oggi, inevitabilmente,
potrà trovare risposte per lui valide solo altrove? Se la vita scorre senza un senso chiaro e soddisfacente agli occhi di chi la vive, cosa potrebbe accadere della sua esistenza? Egli avrà ancora forza di esistere, pensare, agire, sognare, progettare? Oppure, si siederà disorientato, rischiando quella che lo piscoanalista viennese Victor Frankl definisce nevrosi noogena?
La felicità è la percezione di essere persone uniche, realizzate e appagate. Che si voglia o no, le persone cercano la felicità e obiettivo di ogni persona è viverla. Ma questa ricerca non è priva di rischi, di incertezze e di ostacoli, poiché ogni processo di crescita comporta aspetti di “crisi” e “cambiamento”. Le “crisi” ci spaventano perché esse richiedono il coraggio di ascoltare la propria voce, la propria chiamata, la propria vocazione alla vita. L’uomo di oggi, disabituato ad affrontare le sfide, si lascia passivamente assorbire da schemi precostituiti di pensiero, in regole d’azione preconfezionate; credendo di vivere, si annulla negli altri e sceglie o quello che gli altri gli dicono di fare o quello che gli altri fanno. Così l’infelicità è assicurata. (Dalla presentazione)
A queste ed altre domande potrà rispondere la passione del Prof. Pasquale Riccardi per la vocazione alla vita.