La lotta tra desiderio del Cielo e abisso del Nulla.

images

Sabato scorso, 20 maggio, la città di Pisa ha vissuto due momenti apparentemente slegati tra loro ma in realtà molto uniti soprattutto per il forte richiamo e l’attrattiva che essi hanno sprigionato.
La 17 edizione di “canapisa”, ha visto sfilare qualche migliaio di giovani all’interno di una città chiusa e muta perché passasse il fumo della provocazione e dell’annichilimento, tra le vie di un centro storico blindato in una specie di coprifuoco stabilito dalle autorità cittadine che doveva garantire la libera circolazione di erba senza che nessuno potesse in qualche modo disturbare l’onda dello spinello libero che manifesta a se stessa e al vuoto della città il desiderio di sballare liberamente e nella solitudine del proprio “io”.

Questa, infatti, è la prima reazione che sorge nel vedere le foto della triste passeggiata “fumatoria” (con tanto di scorta delle forze dell’ordine) che voleva affermare il principio della droga libera: il corpo è mio, la mente è mia e faccio come voglio.

A pochi chilometri di distanza, si esercitavano le Frecce Tricolori. La pattuglia acrobatica dell’Aeronautica militare che ha attratto migliaia di persone, famiglie con bambini, che sono corse col naso verso le nuvole per vedere sfrecciare la forza dell’uomo, il tentativo di Icaro di conquistare il Cielo. In pochi chilometri si consumava il corto circuito di una generazione che cerca la libertà in uno spazio chiuso e recintato, sfidando l’abisso del Nulla che svanisce nel fumo dell’erba, e generazioni di famiglie intere che ancora desiderano il Cielo, che cercano in quei voli acrobatici, così perfetti, disciplinati e spietati, di innalzare il loro cuore verso l’Infinito; toccare il Cielo con un dito, pensare che forse su questa Terra ci siamo per affermare l’eternità del nostro cuore e non l’abisso dell’autodistruzione.

E’ realmente una battaglia, che si consuma non in colpi di mortaio ma in domande che noi adulti dobbiamo farci: cosa proponiamo ai nostri figli quando li mettiamo al mondo? Siamo ancora capaci di educarli alla ricerca della Verità? Siamo capaci di insegnare loro che la vera libertà consiste nel cercare il Bene, la Luce ai nostri passi o lasciamo che l’abisso del Male sia l’attrattiva più facile per il loro cuore confuso? Se non partiamo dalla considerazione di queste domande, dobbiamo accettare che il vuoto che devasta il cuore di quei ragazzi tra una canna e l’altra diventi pian piano il tarlo che li spinge al declino, al baratro della solitudine, al finto sogno “dello stare bene” che altro non è che il ritrovarsi soli con ( letteralmente) un pugno di fumo in mano.
Le acrobazie di quegli aerei, la festa di giovani e anziani assieme ai bambini, ci spingono a scrutare nel nostro cuore il seme dell’Eternità che il Signore ha affidato a ciascuno di noi, ci spingono alla ricerca del Volto di Colui che ha detto Io sono Via, Verità e Vita e che è sceso dal Cielo per attirarci a Se, come una di quelle acrobazie che Sabato scorso ci hanno dimostrato che la Vita è slancio verso il Cielo e non abisso verso il Nulla.

don Francesco C.

Print Friendly, PDF & Email
Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo.

Autore: Libertà e Persona

La nostra redazione si avvale della collaborazione di studiosi attenti alla promozione di un pensiero libero e rispettoso della persona umana, grazie ad uno sguardo vigile sulle dinamiche del presente e disponibile al confronto. Nel tempo “Libertà e Persona” ha acquisito, articolo dopo articolo, un significativo pubblico di lettori e ha coinvolto docenti, esperti, ricercatori che a vario titolo danno il proprio contributo alla nostra rivista online. Gli articoli firmati "Libertà e Persona" sono a cura dei redattori.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

4 × 2 =