Fatima, un mistero lungo cento anni

giornale_su_fatima

Pochi giorni ci separano dal centenario delle apparizioni della Madonna a Fatima e dalla canonizzazione dei due (dei tre veggenti) a cui nel lontano 1917 apparì la Vergine sopra un piccolo lecce verdeggiante, confidando loro il messaggio più sconvolgente del xx secolo. Molte cose sono state dette, ufficiali e ufficiose, circa l’interpretazione attribuita ai tre “segreti”, ma soprattutto sull’esistenza di una quarta parte del segreto non rivelata dalla Chiesa e che sembra adombrare scenari di terribili guerre e distruzioni e di una vera e propria apostasia che si realizzerà nella Chiesa stessa. Sulla presenza di questa parte non rivelata pochi ormai dubitano, anche perché fu mons. Capovilla, segretario di papa Giovanni XXIII, ad ammettere l’esistenza di un “allegato” contenente affermazioni sconvolgenti sul quel “vescovo vestito di bianco” che lo stesso segretario, seguendo l’interpretazione di Papa Roncalli, definì come un’aggiunta di suor Lucia (l’unica custode del segreto) e non un testo formulato direttamente dalla Madonna. Vero è che lo stesso Giovanni XXIII nel 1960, letto integralmente il testo del terzo segreto (contenente forse anche l’“allegato”) decise di non rivelarlo perché conteneva qualcosa di veramente sconvolgente per la vita della Chiesa e rimandò ad una riflessione più profonda del plico.

giovanni-paolo-ii-suor-lucia

Giovanni Paolo II e suor Lucia

Fu Giovanni Paolo II nel 2000 a rivelare il testo del terzo segreto e toccò, all’allora Prefetto della Dottrina della Fede Ratzinger,  l’interpretazione teologica, che si concentrò, per lo più, sugli eventi del trascorso XX secolo che avevano minato la cristianità nel mondo (riferendosi in particolare all’avvento del Comunismo) e all’attentato che colpi, ferendolo, proprio il 13 maggio, Giovanni Paolo II in piazza San Pietro, quasi ad intendere che la missione profetica di Fatima fosse chiusa al passato. “Le vicende a cui fa riferimento la terza parte del «segreto» di Fatima sembrano ormai appartenere al passato…Nella misura in cui singoli eventi vengono rappresentati, essi ormai appartengono al passato. Chi aveva atteso eccitanti rivelazioni apocalittiche sulla fine del mondo o sul futuro corso della storia, deve rimanere deluso”. Così Ratzinger nel 2000 e così, in sintesi estrema, i protagonisti principali della vicenda “Fatima”, di cui Benedetto XVI è l’unico rimasto ancora in vita. Da pontefice, quasi sicuramente, venne poi a conoscenza della parte non rivelata, tanto che in un pellegrinaggio a Fatima nel 2010 pronunciò delle parole che sembravano contraddire apparentemente quelle che egli stesso aveva pronunciato da Prefetto solo dieci anni prima: “Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa”. E ancora: “oltre questa grande visione della sofferenza del Papa, che possiamo in prima istanza riferire a Papa Giovanni Paolo II, sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano. Perciò è vero che oltre il momento indicato nella visione, si parla, si vede la necessità di una passione della Chiesa, che naturalmente si riflette nella persona del Papa, ma il Papa sta per la Chiesa e quindi sono sofferenze della Chiesa che si annunciano”.

grotta-e-jessica

Jessica Gregori da piccola

Rimane un’ultima domanda: papa Francesco è mai entrato in possesso dell’”allegato” famigerato? Lui, papa regnante che si appresta a canonizzare i pastorelli di Fatima, è a conoscenza del suo contenuto? Molto difficile a dirsi. Rimane una telefonata che Bergoglio fece a mons. Capovilla il 2 aprile del 2013, a neanche un mese dalla sua elezione alla Cattedra di Pietro, una telefonata che le cronache giornalistiche hanno riportato come cordiale ma che in alcuni osservatori più attenti ha suscitato una domanda: cosa poteva volere il Pontefice appena eletto da un anziano monsignore quasi centenario, uno dei pochi a conoscere per intero il testo di Fatima? Di certo sappiamo che la “quarta parte” del segreto non sarà mai rivelata, almeno in senso ufficiale dal Vaticano, perché in via ufficiosa non è da escludere che la Madonna possa aver affidato tale “segreto” a qualche altro veggente, perché il mondo sia avvertito e possa porvi rimedio con la preghiera. Pare che su Fatima anche Jessica Gregori, la “veggente” di Civitavecchia abbia qualcosa da dire in merito, lei che da bambina incontrò suor Lucia nel monastero di clausura a Coimbra dove si scambiò con lei i “segreti” di Fatima, segreti che Jessica stessa dice di non poter, a tutt’oggi, rivelare per intero. Un’ennesima conferma che quello che è stato detto non è tutto: cosa sa la giovane di Civitavecchia che non può rivelare su Fatima che la Chiesa non ha già detto ufficialmente? Vedremo in questo centenario, a noi non resta che pregare come Nostra Madre ci ha detto a Fatima, con quella straordinaria arma che è il Santo Rosario: “Voglio che recitiate il Rosario tutti i giorni per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra”.

*** Aggiornamento al 10 maggio 2017 ***

Questa mattina il cardinal Giovanni Battista Re, dalle colonne dell’Osservatore Romano e di Avvenire, ha pubblicato una sua riflessione su Fatima ribadendo con decisione che il, così detto, terzo segreto di Fatima è stato tutto svelato nel 2000 da Giovanni Paolo II. “E per quanto riguarda il cosiddetto segreto sembra superfluo rilevare che tutto è stato pubblicato. I fatti a cui si riferisce il segreto di Fatima riguardano vicende appartenenti ormai al passato”. Quello che, secondo il cardinal Re,  va mantenuto vivo del messaggio di Fatima è la riproposizione alla “Chiesa e al mondo moderno i valori eterni del Vangelo. Il messaggio di Fatima orienta al cuore del Vangelo, ci indica la strada che porta al cielo e vuole far crescere nel mondo la devozione alla Madonna, madre buona che ci conduce a Cristo, nostro divino salvatore, sostenendoci e incoraggiandoci a fare la volontà di Dio“. Sembrano davvero cadute nel vuoto le parole (come, purtroppo molti altri gesti) di Benedetto XVI, il quale, lo ribadiamo, nel viaggio in Portogallo nel 2010 disse esattamente il contrario: “Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa….[a Fatima] sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano….Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità“. Non solo. Il cardinal Re fa riferimento anche alla consacrazione che Giovanni Paolo II fece della Russia al cuore immacolato di Maria. Secondo Re, “dando poi fedele attuazione alla richiesta della Vergine, il 25 marzo 1984 il Pontefice consacrò il mondo, e in particolare la Russia, al cuore di Maria in unione con i vescovi del mondo intero”. Ma se andiamo a rileggere le parole di Giovanni Paolo II non troviamo nessuna menzione della Russia, ma di un atto di affidamento del “mondo” intero al cuore immacolato di Maria Santissima. Nessun riferimento alla Russia, secondo invece le intenzioni che la Madonna aveva espresso nel “secondo segreto”. Secondo padre Amorth, presente a Roma quel 25 marzo, il Pontefice “avrebbe voluto consacrare Mosca, la Russia, al Cuore Immacolato di Maria; quello era il suo desiderio perché questa era la richiesta della Madonna, una richiesta precisa”. Ma così non avvenne! Secondo padre Amorth, il Pontefice “rese un servizio alla Madonna di Fatima, e cioè fece capire pubblicamente, in modo abbastanza chiaro, che quel giorno non stava compiendo la consacrazione richiesta dalla Madonna di Fatima“. Pur avendo un testo preparato da settimane il papa se ne discostò inaspettatamente, e “dopo le parole «Madre della Chiesa» – prosegue Amorth nel racconto di quella giornata –  egli aggiunse le seguenti parole: «Illumina specialmente i popoli di cui tu aspetti la nostra consacrazione e il nostro affidamento»” indicando “chiaramente che egli sapeva che la Consacrazione della Russia chiesta dalla Madonna di Fatima non veniva esaudita con la consacrazione di quel giorno“. Chissà perché a tre giorni dal centenario delle apparizioni di Fatima il cardinal Re sente come necessità il ripetere qualcosa che non trova conferma né nei gesti e né nelle parole che gli ultimi due pontificati ci hanno lasciato proprio sul mistero di Fatima!

Print Friendly, PDF & Email
Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *