Sta facendo molto discutere il testo pubblicato nel libro del giornalista e scrittore spagnolo José María Zavala dal titolo “El secreto mejor guardado de Fatima”, il Segreto meglio custodito di Fatima. In Italia a parlarne per primo è stato il noto vaticanista Marco Tosatti dalla pagina web de La Nuova Bussola Quotidiana, riportando il presunto scoop che lo scrittore spagnolo avrebbe riportato nel suo libro: il testo del terzo segreto di Fatima non rivelato nel 2000 da Giovanni Paolo II. È voce diffusa tra gli specialisti e non che la rivelazione sul terzo segreto di Fatima sia stata parziale, ovvero, sia stata volutamente omessa una parte del testo perché non ritenuta attendibile come le altre. Ovviamente di ciò non c’è alcuna prova documentata. Dal web il sociologo Massimo Introvigne e il vaticanista de La Stampa, Andrea Tornielli, hanno manifestato tutto il loro disappunto sulla opportunità di pubblicare quella che definiscono, senza mezzi termini, una vera e propria “bufala….che fa male a Fatima”.
Nel testo inquisito si fa riferimento alla (da tempo ripetuta negli ambienti “fatimini”) “apostasia della Chiesa”, con particolare riferimento alla figura del Santo Padre. Così il testo: “Nostra Signora ci mostrò una visione di un individuo che io descrivo come ‘il “Santo Padre’, davanti a una moltitudine che stava lodandolo. Però c’era una differenza con un vero Santo Padre, lo sguardo del demonio, questo aveva gli occhi del male. Poi, alcuni momenti più tardi, vedemmo lo stesso Papa entrare in una Chiesa, però questa Chiesa era la Chiesa dell’inferno, non c’è modo di descrivere la bruttezza di questo luogo, sembrava come una fortezza fatta di cemento grigio, con gli angoli rotti e le finestre come occhi, aveva un picco sul tetto dell’edificio”. Il testo prosegue addirittura con il grave monito che se la Chiesa non si ravvede Roma e il Vaticano saranno distrutte e che sotto il pontificato di Giovanni Paolo II la “pietra angolare della tomba di Pietro deve essere rimossa e trasportata a Fatima”. Per Introvigne e Tornielli non ci sono dubbi, questo testo è costruito a tavolino, ennesimo tentativo per molti di de-legittimare il pontificato di Papa Francesco (a cui alcuni riferiscono tale profezia). Ad onor del vero Marco Tosatti si è solo limitato a raccontare i fatti della pubblicazione di questo libro senza prendere (come era ovvio!) posizioni in merito. Ma davvero questo testo costituirebbe una bufala? Se si, chi l’avrebbe architettata? Per rispondere dobbiamo muoverci con ordine.
- C’è una strana convergenza fra quello che si era sempre creduto sul presunto testo non rivelato e la sua forma. In ambienti vaticani circola da tempo l’idea che la parte non rivelata fosse così ambigua da non capire dove andava a finire la parte realmente rivelata e le “indebite” aggiunte di suor Lucia. Infatti se si analizzano le prime due parti del segreto si nota come queste, pur avendo un linguaggio a volte incerto e oscuro, sono nettamente distinte: il primo segreto è la visione che i tre veggenti avrebbero avuto, mentre il secondo segreto è la spiegazione da parte della Vergine di quello che avevano appena visto. Anche la terza parte del segreto è a tutti gli effetti una visione. I sostenitori del “quarto” segreto hanno sempre affermato che manca l’interpretazione di quella visione, interpretazione presente quasi sicuramente, a detta loro, nella parte tenuta nascosta. Ora, la presunta parte mancante contenuta nel libro di Zavala non è una chiara e netta interpretazione (diversamente dal “secondo segreto”) ma presenta un testo il cui narrante non sembra essere la Madonna ma suor Lucia stessa. Questo confermerebbe in parte le voci che da decenni si sono diffuse intorno al testo segreto: uno scritto in cui non è facile capire cosa provenga dalla Vergine e cosa da suor Lucia.
- Introvigne dal web rincara la dose sostenendo che “mai nelle apparizioni si parla per nome di un Papa futuro”. Ma anche nella parte rivelata (“secondo segreto”) si fa il nome di un papa, Pio XI. Per il noto sociologo il testo dei segreti, venendo pubblicato solo dopo gli anni ’40, potrebbe aver subito aggiunte da parte di Lucia, che però non avrebbero alterato il senso del messaggio. Quando il testo venne pubblicato, dunque, suor Lucia già conosceva il nome di Pio XI e potrebbe averlo aggiunto lei. Rimane da chiarire come mai avrebbe commesso l’errore di sbagliare papa. Infatti il riferimento che il “secondo segreto” fa a Pio XI è lo scoppio della seconda guerra mondiale, che noi sappiamo essere iniziata sotto Pio XII e non Pio XI.
- Da Tornielli, invece, apprendiamo che il testo circolava già da circa sette anni e che in questo tempo nessuno gli avrebbe dato, giustamente, credito. Questo fatto però fa decadere le accuse di anti-bergoglismo del testo, poiché redatto prima ancora della sua elezione.
- Per Introvigne, inoltre, parlare di “distruzione di Roma” e spostamento della Santa Sede in Portogallo è solamente ridicolo, che poi sia la Madonna a minacciare tale distruzione decisamente assurdo. Sulle rilevazioni private la Chiesa, come è noto, non esprime mai giudizi definitivi perché il testo (passando proprio dal filtro umano dei veggenti) può subire nel tempo diverse interpretazioni. Questo è dovuto pure al fatto che i testi presentano spesso definizioni non chiare, espressioni contradditorie e anacronistiche. Di solito queste cose non scandalizzano. Anche nei testi del terzo segreto rivelato nel 2000 si fa riferimento ad una città distrutta posta ai piedi di una montagna, che il Santo Padre attraversa prima di recarsi in cima al monte e essere “ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni”. È evidente anche qui che il testo, come il presunto appena pubblicato, non può certamente essere preso alla lettera, ma interpretato anche in base ai tempi a cui sembra far riferimento la profezia.
Di fronte a tali questioni credo sia legittimo dubitare della veridicità di certi testi, senza però avere la presunzione di bollarli frettolosamente come “bufale”. Molto ci sarà da approfondire e studiare. Le profezie, antiche e moderne, hanno sempre scandalizzato il popolo dei fedeli e molte di loro si sono col tempo realizzate. Il fatto che questa parli di qualcosa di decisamente grave come l’apostasia della Chiesa (come del resto quella riconosciuta a La Salette in Francia nel 1846) non ci deve far perdere la bussola e trasformarci in “guardiani bendati” a difesa delle mura leonine.
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