TASSE E INVADENZA DELLO STATO, che può diventare Stato etico

ciao

 La storia della settimana – da ACTUALL, periodico spagnolo online di informazione – 10 settembre 2016 – Traduzione

Buon giorno!

Il tema delle imposte è considerato un tema triste, che ha ispirato in molti un certo umor nero. È forse per l’aspetto irreversibile e inevitabile delle tasse, che Benjamin Franklin ebbe a dire che: «Ci sono solo due cose sicure nella vita: la morte e le tasse».

È incredibile la rassegnazione con cui il contribuente inchina il capo, accettando questa forma particolare di  spogliazione e, ciò che è più grave, questo modo di cedere la libertà. Perché, chi può decidere meglio sul come usare il proprio denaro, non è lo Stato, ma il cittadino. Di fatto, l’educazione o la sanità, parti che abbiamo ceduto ai poteri pubblici, finiscono col diventare strumenti di controllo ideologico in mano allo Stato.

È dimostrato che, quanto minori saranno gli interventi dello Stato, tanto maggiore sarà la libertà, la ricchezza e la prosperità (Tutto verissimo, se i cittadini sono ben educati e onesti! N d t). Ci spiega molto bene il concetto il cattedratico in Economia, Carlos Rodríguez Braun, uno di quelli che si sforzano ad essere liberali passando il loro tempo a togliere la pelle di agnello al lupo, che è lo Stato. Non chiede il paradiso, ma cerca di fare in modo che le autorità infastidiscano un po’ meno il cittadino, e che lo Stato riduca il suo peso e lasci maggior libertà alla società per i suoi affari e i suoi contratti.

La cosa però non è facile nella geopolitica in cui ci tocca vivere, che è l’era della socialdemocrazia. E persino i partiti che si dicono liberali o di centro, tendono alla voracità fiscale. Lo vediamo nel Partito Popolare e in Ciudadanos, che nelle loro 150 misure, aumentano la spesa pubblica. Queste le imposizioni che coartano la nostra libertà.

Questa volta il servitore è stato colui che l’ha intervistato e che ha saputo approfittare della sua saggezza, preparazione e anche del suo fine senso dell’umorismo. Temi come la crisi che avanza, l’affare del ministro Soria e la Banca Mondiale, il duello Hillary-Trump o le conseguenze del Brexit, sono affrontate da Rodriguez Braun con osservazioni ironiche e azzeccate.

Ti lascio alla lettura nella speranza che ti possa servire. Riposati nel fine settimana, però non abbassare la guardia, e vigila sui tuoi denari … perché: “l’arte del fisco consiste nello spennare il pollo in modo tale da ottenere la maggior quantità di piume col minor rumore”. Non si tratta di una barzelletta di Woody Allen, ma di una frase di Colbert, superministro di Luigi XIV e vate del protezionismo.

A sabato prossimo!

Alfonso Basallo e la Redazione di Actuall

 

 

Carlos Rodríguez Braun: «Lo Stato potrebbe sganciarsi dall’educazione, ed essa sarebbe molto migliore».

Ha qualcosa di donchisciottesco questo economista liberale, nel suo impegno di togliere al lupo (Stato) la sua pelle di agnello. Assicura che basterebbe che lo Stato lasciasse più denaro nel portafoglio del cittadino, perché sia più libero e prospero.

Di Pablo González de Castejón

Donchisciottesco perché, come Gary Cooper, il liberale è solo davanti al pericolo. Solo davanti alle politiche socialdemocratiche, all’interventismo dello Stato o alla corruzione mascherata dai buonismi di partiti politici o da organismi come la Banca Mondiale o le Nazioni Unite.

Carlos Rodríguez Braun (nato a Buenos Aires nel 1948), è docente di Economia, autore di più di una ventina di libri, collaboratore in diversi media – fra i quali c’è anche Actuall -, è ha tradotto grandi guru dell’economia, come Adam Smith, Stuart Mill, Hayek e Keynes. In questa intervista ci spiega perché ci sarà un’altra crisi, perché sono una presa in giro le 150 misure economiche di Rajoy e di Rivera, e che ciò che si dovrebbe fare per ridurre la disoccupazione, non fermandosi ai ritocchi cosmetici. Che poi i politici tengano conto di questi suggerimenti è tutto da vedere.

Non se la prenda a male, però con tanti Premi Nobel dell’Economia, come può essere che nessuno trovi il rimedio per curare l’infermo?

L’economia è una disciplina, non una scienza esatta. Una disciplina che studia il comportamento dell’essere umano, e questo fa si che ci siano opinioni differenti

Sarà perché l’essere umano è poco prevedibile.

Gli esseri umani non rispondono a padroni certi e chiari, come qualcosa di matematico. Una volta un giornalista si è chiesto: “Abbiamo un problema economico, ma chi conosce l’economia? Gli economisti. E chi sono i migliori economisti? I premi Nobel? Chiediamoglielo. Chiese a dieci, e gli furono date dieci risposte diverse.

Un tempo le crisi dipendevano da scarsi raccolti, adesso dalle bolle (speculative) …

Parlando di raccolti, il primo economista che descrisse esattamente un ciclo economico, fu il biblico Giuseppe. Lo fece interpretando i sogni del faraone, e predisse 7 anni di espansione e 7 di depressione.

Gli anni delle vacche grasse e delle vacche magre.

Proprio così. Certo, da Giuseppe in poi tutti gli economisti hanno sbagliato all’affacciarsi delle crisi. (Giuseppe però era ispirato da Dio! Ma se oggi il dio è l’«Io», come faremo? N d t).

Adesso però l’agricoltura conta poco …

Rappresenta solo il 5% del PIL. Ciò che hanno contato in questi ultimi 2 secoli sono altri fattori, come gli interventi sulla moneta e nel credito, dei governi. Questo genera bolle che ampliano molto le oscillazioni del ciclo economico, conducendoci a crisi come quelle che abbiamo visto.

Ossia che per a o per b, ci diamo per morti, non essendoci modo di prevenire il pericolo.

Non è vero. Perché, a differenza del clima, gli errori degli uomini si possono correggere.

Ma questo non evita la crisi …

Le crisi si possono, se non risolvere, almeno mitigare. In campo monetario bisognerebbe evitare che le banche centrali inondino il mondo di liquidità, la quale genera bolle. Nel campo fiscale, invece, bisognerebbe avere Stati più ridotti, che non si indebitino troppo e che intervengano meno, lasciando all’economia una maggior flessibilità, per adattarsi alle situazioni più ostili.

Ci dia qualche esempio, professore!

Se abbiamo un mercato di lavoro molto  rigido, quando cade l’attività economica si ampliala disoccupazione, mentre questo accade meno quando si ha un mercato più flessibile, con facilitazioni nei contratti e nei licenziamenti, così come nel cambio di lavoro o di paese.

Le sinistre si straccerebbero le vesti nel sentire quanto dice.

La sinistra, ma non solo la sinistra, crede che lo Stato deve intervenire per risolvere le crisi. Però questo è controproducente, perché, come dice Ortega, non conviene chiedere il ritorno di ciò che è stata la causa del disturbo. Stai chiedendo di risolvere la crisi a coloro che, in una importante percentuale, sono le autorità responsabili di averla generata.

Parlando di crisi, si sente dire che ce n’è una in vista.

Ci sono due predizioni facili da fare: che tutti moriremo, e che ci sarà una nuova crisi.

Non abbiamo appreso dal passato.

Il fatto è che il sistema continua ad essere lo stesso: le autorità continuano ad aumentare la liquidità, con un tasso bassissimo, e questo genera nuove bolle. Quello che non posso dire è quando si produrrà la crisi.

La sinistra dice che la crisi è colpa del capitalismo. Li convinca del contrario.

Non solo la sinistra. Si sono messi a cercare colpevoli, e subito hanno indicato il libero mercato. Non hanno fatto che intervenire maggiormente nell’economia.

Siamo riusciti a mandare un uomo sulla luna, come mai non siamo capaci di risolvere una questione di base, come il mangiare?

Non sono d’accordo. Il benessere umano in questi due ultimi secoli si è diffuso come non si era mai visto prima nella storia. Basta guardare il reddito pro capite, la speranza di vita, la caduta del tasso di mortalità e la riduzione dell’analfabetismo. Tutti gli indicatori mostrano un progresso considerevole.

Continua però ad esserci fame nel mondo …

La fame ha accompagnato l’umanità fin dai primi tempi. Ora la fame è solo in certi luoghi.

Il progresso però è relativo. Con la crisi che ha scosso l’Occidente all’inizio di questo secolo, si dice che i nostri figli vivranno peggio di noi.

Queste predizioni sono molto avventate. Come fa lei a sapere che i nostri figli vivranno peggio di noi? Me lo dimostri!

Un’altra predizione dice che tornerà in Europa quanto accaduto negli anni 30, dovuto al cocktail di Crisi economica, crisi della UE, populismo, fascismo e islamismo.

È difficile immaginare 30 anni tanto terrificanti, come quelli che vanno dal 1914 al 1945; due guerre mondiali e una crisi economica come quella del 29. Bisognerà vedere però se si ripeteranno gli ingredienti che hanno causato quella catastrofe: il nazionalismo, il comunismo, il socialismo, l’anarchismo, eccetera, che sono state dottrine dell’annichilimento della libertà della persona. (Anche l’ideologia relativista porta a gravi conseguenze. N d t).

Guardiamo ora alla politica spagnola. Il Governo attuale vede come un successo il fatto che la disoccupazione, per la prima volta in 6 anni, si è abbassata a 4 milioni. Possiamo considerare ciò un successo?

I risultati economici sono buoni in senso comparativo: sono migliori di prima. Dubito invece che le cose vadano relativamente bene grazie al Governo. Spesso si crede che siano le autorità politiche a creare il benessere e il progresso. Questo è un gravissimo errore! La ricchezza e il benessere lo creano gli impresari e i lavoratori.

Allora i politici non servono a nulla?

Non dico che il potere non serva a nulla. Nella maggioranza dei casi serve per distruggere la capacità di creare ricchezza e benessere. Però, per far si che i potenti comprendano che quello che devono fare, non è infastidire il cittadino, ma che sarebbe necessaria una maggiore umiltà, purtroppo poco frequente in essi.

Che le pare delle 150 misure di PP e Ciudadanos? Solleveranno l’economia?

Podemos e Izquierda Unida (Unione di sinistra), hanno presentato un altro pacchetto di 50 misure. Erano tanto di sinistra, che io le ho chiamate “le 50 ombre di Grey”. Quelle del PP e Ciudadanos sono una opportunità perduta, perché anche loro sono per l’aumento della spesa pubblica.

Perché se la prende con la spesa pubblica?

Perché non è mai gratis. L’ultima volta in cui la spesa pubblica fu gratis avvenne al tempo della manna nel deserto, descritta nella Bibbia. Da allora tutta la spesa pubblica si paga. E quando i politici dicono che faranno aumentare la spesa pubblica, dicono che aumenteranno le imposte.

Però solo ai ricchi …

Questo è il grande trucco del PP e di Ciudadanos, che dicono che le aumenteranno solo alle grandi imprese. Quanto sono ricche, si dice e si pensa! Però questo è un gravissimo errore, perché quando si aumentano le imposte alle grandi imprese, succede qualcosa. Succede che la loro attività si riduce, o che se ne vanno in un altro paese, che si riduce l’investimento o l’impiego, o che si riducono i dividendi su cui vivono milioni di risparmiatori. Il guaio è che questi due partiti si dicono di centro, e persino liberali, però stanno facendo una politica socialdemocratica, che potrebbe essere firmata anche da altri.

Secondo lei Rajoy, ha un margine per abbassare le imposte?

Certamente. Se abbassa la spesa pubblica, ecco che lì trova il margine. Quando si parla di margine, si parla di ciò che conviene al politico, ma non al cittadino!

Aumentare le imposte, è di sinistra, di destra o da incompetenti?

Né di destra, né di sinistra, e nemmeno da incompetenti. I politici le alzano perché credono che sia cosa buona violare ancor più la libertà del cittadino. Comunque rubare è ancora peccato, vero?

Qual è, in Spagna, la riforma indispensabile per raddrizzare l’economia?

Sono due. La prima è ridurre il peso dello Stato. La seconda è introdurre riforme liberalizzatrici, che non portino via troppo denaro alla gente, lasciandola in pace nelle sue attività e nei suoi contratti.

Meno interventismo porta maggior prosperità.

Non è tanto difficile. Basta dare meno fastidi alla società, perché cresca la ricchezza e il lavoro. Guardiamo al caso della Cina, che è una atroce dittatura. vent’anni fa le autorità comuniste decisero di importunare meno i cinesi, ed essi si misero a lavorare. E in poco tempo cento o duecentomilioni di cinesi sono usciti dalla povertà. O il caso di Franco in Spagna.

Franco?

Ha governato 40 anni. I primi 20 furono un completo disastro, e i successivi 20, un po’ meno, da cui poi  è venuta una grande prosperità.

In questa dieta di dimagrimento a cui lei sottometterebbe lo Stato, qual è il limite? Lo lascerebbe in brache di tela (Difesa, Esteri)?

Non sono colui che definisce il limite. Quello che dico è che bisogna confutare la fallacia dello “Stato attuale”, che dice così: come Stato c’è e fa delle cose, e queste cose lo Stato le fa perché c’è, ed esse non si farebbero se lo Stato non ci fosse.

Quali cose? Si riferisce all’educazione e alla sanità?

Si, come lo stato organizza la sanità, se non c’è lo Stato, non c’è sanità. E poiché lo Stato fa educazione, se non c’è Stato, non c’è educazione. Questo è un errore, perché stai supponendo che se non ci fosse educazione pubblica, la gente non vorrebbe imparare. Lei crede che se la gente non pagasse le imposte per sostenere la pubblica istruzione, e disponesse di quel denaro, non lo utilizzerebbe per istruire i propri figli? Lo stesso per quanto riguarda  la sanità e le pensioni.

La sanità e l’educazione possono essere uno strumento di controllo ideologico, per cui si ottiene gratis il cambio di sesso, ma non il denaro per pagare il dentista.

Tendiamo a credere che gli stati sono benefici, ma tutto ci indica che non è così. Lo Stato ha la propria agenda. E il caso dell’educazione (istruzione), è evidente. L’obbiettivo è intossicare la gente con gli indottrinamenti ideologici del momento.  Lo stato dovrebbe sganciarsi dal compito educativo, lasciandolo alla società civile. Avremmo così una educazione migliore di quella che abbiamo ora.

Non le pare un discorso utopico?

È così infatti. In pratica lo Stato non può ridursi, perché lo Stato è dappertutto. Però questo è nuovo: prima non c’era. Nel XIX secolo la società civile rispondeva alle sfide che si prospettavano, e c’erano organizzazioni di tutti i tipi: mutualità per incidenti sul lavoro, per le pensioni, per il risparmio, eccetera.

Però le proposte liberali sembrano chimeriche. Lo scontro scolastico non è piaciuto.

Questa, come altre, sono piccole iniziative che non riescono a piacere, perché il settore pubblico è gigantesco. Ma ci sono ambiti di iniziativa privata nel campo educativo che hanno dimostrato maggior efficacia di quella del settore pubblico. Per esempio, le scuole bottega, come gli istituti di Impresa IESE, o Esade, che appaiono sempre nelle classificazioni di eccellenza.

Un anno senza Governo, e orasi propongono di rendere amaro il gusto del torrone. (Si potrebbe votare vicino a Natale. N d t.)

C’è una cosa positiva in quest’anno senza Governo. L’economia è andata bene, quindi non era indispensabile il Governo per l’avanzamento del paese.

E il torrone?

Io scommisi che non avrei visto una terza elezione, ma vuol dire che mi sono sbagliato.

Però ci sarà una elevata astensione …

Non credo. Penso che il popolo spagnolo andrà numeroso alle urne.

E Rajoy, vincerà per la terza volta?

Se Rajoy è riuscito ad ottenere nella seconda un risultato migliore che nella prima, perché non dovrebbe ottenere nella terza un risultato migliore che nella seconda?

Perché lo Stato non riconosce il ruolo fondamentale della famiglia?

Perché i nemici della libertà attaccano sistematicamente istituzioni come la famiglia, che mediano tra il potere e l’individuo isolato. Attaccano la famiglia, la religione (In modo speciale la cattolica. N d t), e la proprietà privata. Perché lo fanno? Per lasciare inerme il cittadino, solo, in mano al potere.

Una società che si autodistrugge (con l’aborto) è più povera, non solo spiritualmente?

L’aspetto più grave dell’aborto è quello di trattare il nascituro come se fosse un’unghia. Noi abbiamo un unghia, e possiamo toglierla, tagliarla e gettarla nei rifiuti. Possiamo farlo perché l’unghia è nostra. Pensare però che il nascituro sia la stessa cosa, è più pericoloso.

Il secondo aspetto che chiama la nostra attenzione è che quando si parla di aborto, non si nomina mai il padre. Si parla del diritto della donna ad abortire, mentre il padre è come scomparso. Ma al concepimento di una nuova vita hanno contribuito un padre e una madre. Anche la scomparsa della figura del padre ha a che fare con la disattivazione delle istituzioni base della libertà.

Che cosa pensa dell’affare Soria? Crede che il governo abbia fatto male a proporlo alla Banca Mondiale?

In discussione non è se Soria possa essere, si o no, candidato alla Banca Mondiale; il discorso è, perché vogliamo la Banca Mondiale. È una burocrazia prevaricante, il cui obiettivo è collocare dei politici. Perché se non va Soria, ci va qualche altro ex ministro. La Banca Mondiale è un’entità del tutto inutile. È stata creata nel 1944, assieme al Fondo Monetario Internazionale (altra entità che si dovrebbe chiudere), che, nella sua origine, era stato pensato per la ricostruzione dell’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. Infatti il suo nome originale era Banca Internazionale di Ricostruzione e Promozione. Ma sono passati ormai molti anni dalla fine della guerra.

Vedo che è molto critico verso gli organismi internazionali. Non ne salva nemmeno uno?

Il fatto è che bisogna avere una visione critica verso questi organismi, Dobbiamo tener presente, per esempio, il danno causato dalle Nazioni Unite, anche se vengono ritenute il paradigma della bontà, perché sono burocrazie, nel migliore dei casi inutili, e nel peggiore, dannose. (Basta citare gli interventi delle ONG legate all’ONU per quanto riguarda la propaganda abortista, omosessualista, dell’ideologia di gender, e altre “delizie”. N d t).

E i diritti umani?

Guardiamo a chi ha fatto parte della Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite: Cuba, LA Libia di Gheddafi, eccetera. Una vera presa in giro!

Provi però, per esempio, a convincere la gente che l’ONU, la OMS o l’Unicef, non lottano contro la povertà.

La questione riguardante la politica e la povertà è ancor più carica di ipocrisia. Questi burocrati non fanno che elargire denaro ai governanti dei paesi poveri, quando quei governanti sono la causa della povertà dei loro sudditi. Questo però è un insulto per i loro poveri.

E il Brexit, potrebbe fare la fine del Titanic?

Mi rimetto a quanto ho detto sopra a riguardo dell’assenza di Governo in Spagna. Ci assicurarono che il Brexit sarebbe stato come le piaghe d’Egitto, ma alla fine non ha creato gravi danni alla società. Forse per i politici è stato un male, perché ha messo in luce le implicazioni interventiste e burocratiche di Bruxelles. Però Bruxelles non vuol perdere Londra e la sua City, come centro finanziario europeo e mondiale. Così a Bruxelles stanno mettendo “le barbe in ammollo”. (Frase idiomatica, forse per indicare un ripensamento. N d t).

Stiamo andando verso un’Europa a due velocità, quella del Nord e quella del Sud?

Credo che l’Europa a due velocità sia un racconto dei politici. Ogni paese cerca di andare avanti come può. È importante invece conservare le cose positive del progetto europeo: la libertà di risparmio, di investimento e di commercio, che sono alla base della prosperità. (Altra cosa, ovviamente, è la felicità, che necessita di valori più profondi, e dà senso anche alla prosperità materiale. N d t). È pericoloso, invece, il fatto che i burocrati vogliano costruire un altro Stato. Uno Stato più grande, ma uguale a quello che abbiamo in ogni paese.

Chi sarà più pericoloso per l’economia, Hillary o Trump?

È una consolazione pensare che ci sono politici ancor più nefasti di quelli spagnoli. E sono questi due: Hillary e Trump.

Qual è il più nefasto tra i due?

Il più misterioso, per me, è Trump. Hillary invece è una politica socialista in più, che crede nello Stato e non nella persona. È prevedibile. Anche Trump ha aspetti negativi, come il protezionismo, l’isolazionismo, l’interventismo, assieme ad altri aspetti più positivi, come la riduzione delle imposte. (Ho sentito ieri anche che vuol difendere i valori cristiani. Ma ne dimenticherà certamente qualcuno, se sarà contro la sua politica. N d t).

Se i tre nemici dell’anima sono il mondo, il demonio e la carne, quali sono i tre nemici per un ministro dell’Economia?

Il primo: l’irresponsabilità nella spesa. Alle volte è diffusa l’idea che il ministro dell’economia sia come un padre di famiglia che vuol far quadrare i conti fino al centesimo. Qui però non è raffigurato il ministro, ma noi, i cittadini, i padri di famiglia, che cerchiamo di non indebitarci. Ma se noi fossimo ministri dell’economia, spenderemmo come i pazzi. (Vedo che non sono stati indicati gli altri due nemici. Li lasciamo scegliere al lettore di questa intervista, sempre che sia riuscito ad arrivare fin qui. N d t).

Concludo chiedendole se un liberale come lei non si sente solo in mezzo alla selva della socialdemocrazia che ci circonda.

Quando uno è liberale deve essere preparato alla solitudine, perché la gente crede che sia meglio che lo Stato intervenga, perché protegge i deboli. Questo però è falso, perché lo Stato non è un sinonimo della Santa Madre Teresa di Calcutta.

Pablo González de Castejón

Fonte: http://www.actuall.com/entrevista/economia/carlos-rodriguez-braun-estado-podria-desprenderse-la-educacion-esta-seria-mucho-mejor/?mkt_tok=eyJpIjoiWWpFMlptSTBPVGhtTURJNSIsInQiOiJhYVlWaVVXTEtpaHJZN1JWeTkxREorbENcL21mMmVGb0I3bFl5S1RQZTUzZGIxNWJaSWVkSVdITDZEWkFXaUJ6OWF1Q1o0elZQYVdUYUp3XC9vbmVxUGdtMW8rUktkK2VCOU1NcDVhYkpsVGVrPSJ9

Traduzione di Claudio Forti

 

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