Mons. Luigi Negri per la resistenza al sistema

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Affranti dalla violenza e dal terrorismo, dal crollo di tutti i valori e dallo sfaldamento (programmato) della famiglia, ed altresì dall’incultura e dall’insipienza di una classe dirigente cieca e priva di ogni autorevolezza, noi altri italiani, a volte restiamo pensosi e non sappiamo più dove trovare rifugio, sicurezze, ideali e l’agognata pace interiore.

Secondo le statistiche riportate dal quotidiano Libero (9.7.16, p. 2) nel solo 2015 e nella sola Italia, si sono avuti 593 omicidi, 4493 delitti a sfondo sessuale e quasi 1.500.000 tra furti e rapine. Si tratta di quasi due omicidi al giorno, e molto peggio se vi si aggiungono i tentati omicidi, e i non meno angoscianti suicidi, in continuo aumento tra i giovani (perfino tra i minorenni).

Ma… e il progresso in tutto ciò? Lo sviluppo economico-sociale? L’evoluzione storica? Le conquiste della scienza che avrebbero dovuto donare pace e sicurezza al mondo intero, cancellando una volta per sempre le antiche piaghe della guerra, della violenza, della fame e della schiavitù? E che ne è dell’utopistico Nuovo Ordine Mondiale, stabilitosi dopo la fine della seconda guerra (1939-1945) e consolidatosi sempre più sotto l’egida degli enti benefici ONU, UE, NATO, UNICEF e la guida universale degli Stati Uniti d’America?

Qualcosa non ha funzionato? O il progetto stesso di una umanità democratica, senza nessun riferimento spirituale comune era in sé stesso assolutamente carente e contraddittorio così da non potersi concludere che con lo sfacelo che stiamo vivendo? In altre parole: i problemi del giorno, e del secolo presente, derivano dalla cattiva gestione dell’economia o dipendono anzitutto dall’aver spezzato la tradizione comune dei popoli, fatta di religiosità, di spiritualità, di senso del sacro e di valori intangibili come la vita umana, la famiglia, l’eterosessualità come norma sociale assoluta e la solidarietà di patria e di villaggio?

Davanti a uno scenario che secondo tutte le più realistiche previsioni dovrebbe inesorabilmente continuare a degradarsi nei prossimi mesi ed anni, e non solo a causa del terrorismo e della conquista islamica dell’Europa, Dio ci parla attraverso gli uomini più illuminati e lungimiranti.

Così con un semplice articolo, mons. Luigi Negri, pubblicato su Il Giornale (18.7.16, p. 1 e 4) ha svolto il ruolo profetico di katecon di contro all’accelerazione del male in cui sembriamo sprofondare, sia come italiani che come cristiani.

Mons. Negri, arcivescovo di Ferrara, non è uno sconosciuto ma spicca nell’episcopato italiano e mondiale come umo retto, coraggioso, libero e profondamente radicato nell’Evangelo e nei suoi immutabili principi etici. Sua eccellenza commentando le violenze islamiche ricorda ai potentati atei che predominano incontrastati nell’Unione (anti)Europea che “il cristianesimo è la nostra sola protezione” e fa un appello carico di speranza e di invito alla lotta: “Cristiani non puntellate l’impero”!

Basterebbero queste due frasi per notare la distanza abissale tra Negri e tanti presuli che davanti al sangue che gronda a causa del Corano, sanno esprimere come unico auspicio che non si arresti l’immigrazione (invasione) attuale e non si abbia un preoccupante moto di “chiusura” e di reazione… Chiudere la porta però è il primo atto della prudenza domestica se davvero si ama la casa e la famiglia…

Il Pastore che si erge a difesa del gregge, si rivolge, nel suo accorato appello, “alla gente vera (…) che si sente profondamente smarrita”.

Per secoli, in effetti, era stato detto alle varie generazioni che c’era una presenza che non sarebbe mai venuta meno, quella del Signor nostro Gesù Cristo, alla luce del quale tutte le circostanze (…) hanno potuto essere vissute con esemplare dignità, quella dignità che ha reso grandi le generazioni passate anche nella tragedia”. Oggi però, evidentemente, non è più così. Nel lutto, nel dolore, nella tragedia o nelle stesse calamità naturali imponderabili, non si ricorre fiduciosi a Dio, ma si bestemmia il Cielo, si insulta la Chiesa e si irride alla fede del popolino. Purtroppo il volto a-teo dell’umanità odierna, non deriva solo da chi fa professione aperta di ateismo (ieri i marxisti, oggi gli scienziati), ma dipende in primo luogo dai credenti e da chi li guida male. Si è detto che la fede non può essere imposta (il che è giusto), che si deve bandire il proselitismo (il che è ambiguo), che lo Stato confessionale è superato poiché fonte di violenza e arbitrio (il che è falso)…

E poi che si deve favorire – ad ogni costo? – il dialogo interreligioso e l’ecumenismo, e così lentamente ma anche rapidamente, si è arrivati al relativismo etico, al pluralismo religioso più demenziale che ammette tutto e il contrario di tutto.

E questo moto pazzesco e suicidario si è avuto nella Chiesa e sotto la guida delle autorità della Chiesa, un tempo Madre e Maestra delle genti.

Oggi però, avendo negato la sua Chiesa per affermare l’autonomia della ragione umana e del progresso scientifico (…) non resta che affermare che siamo rimasti soli”, in un mondo senza Dio, senza leggi morali fisse e immutabili le quali, proprio per la loro certezza a priori, davano un senso alla vita degli uomini. L’assenza di queste leggi, e il loro voluto stravolgimento da parte delle democrazie nichiliste (nella sessualità, nella famiglia, nel concepimento, nell’avere due genitori certi e stabili), sarà causa di confusione, di disagio giovanile, di incertezza nei medici e nei giudici, di soprusi infiniti nella società del malessere che si prospetta.

La soluzione di Negri, che cita i cardinali Newman e Ratzinger, è semplice e impegnativa: “fare il cristianesimo”, ovvero ricostruire la cristianità, la società secondo la mente del Creatore, né più né meno. Da qui l’appello controcorrente: “In questo mondo dove tutto si dissolve e la solitudine domina la vita dei singoli e della società, condannandola a un processo segnato dalle più diverse patologie (…) bisogna decidersi a non puntellare l’impero”.

Ecco la sintesi, l’insegnamento, la profezia che mancava! Il segno della speranza e la certezza che il Signore non abbandonerà mai la s. Chiesa di Roma.

Non puntellare l’impero, cioè non sostenere, difendere, giustificare, appoggiare o legittimare l’impero di morte che ci sta conducendo al baratro, attraverso la scristianizzazione (hard o soft), il secolarismo, la distruzione della famiglia e l’annichilimento delle coscienze. Da ultimo si vuole legalizzare la droga in Italia, proprio per invitare i giovani, potenziali ribelli, ad addormentarsi nelle spire del Pensiero Unico e nel nulla.

Ricostruiamo dunque le nostre comunità cristiane attorno a Gesù Cristo [diffidando in pari tempo dei prelati al soldo dell’impero…], facciamo nascere attorno alla sua presenza quella socialità nuova a cui si riferisce la Lettera a Diogneto, e investiamo il mondo di questa presenza, forte e mite, come Dio stesso”.

Il Vescovo di Ferrara, che speriamo sia il prossimo Pontefice, ci ha detto tutto, in modo semplice e in poche parole vere. Che le nostre famiglie, i movimenti giovanili o culturali di cui siamo parte, le piccole comunità a cui siamo legati siano altrettante isole di resistenza spirituale al declino in atto. Come i monaci benedettini nel basso medioevo costruivano lentamente case di vita e oasi di pace per il futuro, così noi, benedettini del XXI secolo, fondiamo scuole, istituti, centri ricreativi, associazioni e soprattutto famiglie legate tra loro in vista del domani e del dopodomani. Avremo salvato così un patrimonio di incalcolabile valore etico, indispensabile per rifare, da cima a fondo, l’unica società che può dare la serenità ai suoi membri e al mondo intero: la civiltà cristiana, la città fondata sul Vangelo.

 

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