Renzi, Lupi, Roccella sul ddl Cirinnà: cosa sta accadendo

Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, durante l'assemblea di Confindustria all'Auditorium parco della musica, Roma, 29 maggio 2014.  ANSA/ANGELO CARCONI

di Assuntina Morresi

dalla sua pagina facebook

Adesso che sta per ricominciare il lavoro parlamentare, è bene fare un punto di chiarezza sulla situazione politica per quanto riguarda il ddl Cirinnà. La politica non è fatta solo di voti “si” o “no”. Si chiama “parlamento” perché si “parla”, appunto, e bisogna capire quello che i politici si dicono, altrimenti non si capisce cosa sta succedendo.
Per esempio: oggi Renzi nella sua lunga intervista al Corriere ha dedicato un passaggio alla Cirinnà, dicendo tre cose sostanzialmente.
La prima: la legge si fa. La seconda: c’è stata una battaglia ideologica fino a adesso sulle unioni civili, che deve finire. La terza: faremo leggi di sostegno alle famiglie. Sottinteso: unioni civili in cambio di aiuti alle famiglie.

Nel pomeriggio è uscito un comunicato della Roccella, che risponde a Renzi

in tre punti: 1. Non è una questione ideologica ma antropologica 2. Renzi era al Family Day nel 2007, che non era una manifestazione per la famiglia in generale ma contro una legge specifica, i Di.Co. (molto più blanda della Cirinnà) 3. Cosa ne pensate dell’utero in affitto e delle adozioni?
Cioè a dire: attenzione, qua non si tratta di diritti dei gay, ma di una questione che riguarda la genitorialità. Che ne pensate? Dopo poco, comunicato di Maurizio Lupi, che ribatte:
1.Sono d’accordo con Renzi quando dice che ci sono stati scontri ideologici e bisogna uscirne (e quindi dà torto alla Roccella) 2. Una legge sulle unioni civili non c’entra con il matrimonio (quindi l’accordo si può fare) 3. Inseriamo aiuto alla famiglia. Conferma quindi alla linea di Renzi, in direzione di un accordo unioni civili/sostegno alle famiglie.
Cos’è in gioco? Il voto di mercoledì sull’emendamento “Fattorini” che vuole modificare la Cirinnà all’articolo 1, introducendo le unioni civili come istituto originario, differente dal matrimonio (punto che infatti Lupi sottolinea), lasciando il resto della Cirinnà così com’è. Questo sarebbe quindi l’accordo in gioco. Per accettarlo, è necessario però che si voti si, perché le astensioni, al Senato, valgono come voto contrario (quindi chi si astiene vota contro, concretamente).
La questione dell’utero in affitto – che la Roccella non pone come un baratto, non dice “voi togliete l’utero in affitto e noi votiamo tutti la legge”, ma chiede “che ne pensate”? – è POLITICA, e mette in difficoltà il fronte – attualmente trasversale e molto compatto – dei favorevoli alla Cirinnà. La richiesta di inserire DENTRO la legge Cirinnà – e non fuori, in un testo diverso, come vorrebbero alcuni cattolici del PD o comunque più favorevoli al compromesso – mette in imbarazzo i sostenitori della Cirinnà, perché ne scopre il vero scopo: NON i diritti degli omosessuali conviventi, ma l’accesso alla genitorialità.

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Autore: Libertà e Persona

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