Le parole del Papa in aereo

papa francescodi Sandro Magister

Ecco qui di seguito un estratto delle risposte date il 15 gennaio da papa Francesco ai giornalisti al seguito del suo viaggio in Asia, durante il volo dallo Sri Lanka alle Filippine.

*

SUI MASSACRI DI PARIGI

Non si può offendere o fare la guerra, uccidere in nome della propria religione, in nome di Dio. Ciò che succede adesso ci stupisce, ma pensiamo alla nostra storia, quante guerre di religione abbiamo avuto! Pensiamo alla notte di San Bartolomeo! Anche noi siamo stati peccatori su questo, ma non si può uccidere in nome di Dio, questa è una aberrazione. Quanto alla libertà di espressione: ognuno ha non solo la libertà e il diritto ma anche l’obbligo di dire ciò che pensa per aiutare il bene comune, ma senza offendere, perché è vero che non si può reagire violentemente, ma se il dottor Gasbarri [a sinistra nella foto – ndr], che è un amico, dice una parolaccia contro la mia mamma, gli spetta un pugno. Non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri. Papa Benedetto in un discorso aveva parlato di questa mentalità che porta a credere che le religioni sono un sorta di sottoculture, tollerate, ma sono poca cosa, non fanno parte della cultura illuminista. E questa è un’eredità dell’illuminismo: tanta gente che sparla, prende in giro, si prende gioco della religione degli altri. Questi provocano e può accadere quello che accadrebbe al dottor Gasbarri se dicesse qualcosa contro la mia mamma. C’è un limite, ogni religione ha dignità, io non posso prenderla in giro.

SUI BAMBINI SOLDATO

Mi viene da dire che dietro ogni attentato suicida c’è un elemento di squilibrio umano, qualcosa che non va nella persona: dà la vita ma non la dà bene. Per esempio i missionari: danno la vita, ma per costruire. Il kamikaze invece dà la vita per distruggere. Per quanto riguarda l’uso dei bambini per gli attentati: sono usati dappertutto per tante cose, sfruttati nel lavoro, come schiavi, sfruttati sessualmente. A volte, quando ero in Germania, mi sono caduti sotto gli occhi articoli che parlavano delle zone del turismo erotico nel Sudest asiatico e anche lì si trattava di bambini.

SULLA VISITA AL TEMPIO BUDDISTA

Quando sono arrivato [la prima volta a Colombo] non stavo bene, ero stanco, dopo i 29 chilometri [sull’auto scoperta sotto il sole] ero uno straccio. Ma dopo essere tornato da Madhu, c’era la possibilità. Ho telefonato e sono andato. Ieri poi io ho visto una cosa che mai avrei pensato. a Madhu non c’erano solo cattolici, c’erano buddisti, islamici, induisti e tutti vanno lì a pregare e dicono che ricevono grazie. C’è nel popolo, che mai sbaglia, qualcosa che li unisce e se loro sono così tanto naturalmente uniti da andare insieme a pregare in un tempio che è cristiano ma non solo cristiano… come potevo io non andare al tempio buddista? Quello che è successo a Madhu è molto importante, c’è il senso di interreligiosità che si vive nello Sri Lanka. Ci sono dei gruppetti fondamentalisti, ma non sono col popolo, sono élìtes teologiche. Una volta si diceva che i buddisti andavano all’inferno? Ma anche i protestanti, quando io ero bambino, andavano all’inferno, così ci insegnavano. E ricordo la prima esperienza che ho avuto di ecumenismo: avevo 4 o 5 anni e andavo per strada con mia nonna, che mi teneva per mano, e sull’altro marciapiede arrivavano due donne dell’Esercito della salvezza, con quel cappello che oggi non portano più e con quel fiocco. Io chiesi: dimmi nonna, quelle sono suore? E lei mi ha risposto: no, sono protestanti, ma sono buone! È stata la prima volta che io ho sentito parlare bene di persone appartenenti alle altre confessioni. La Chiesa è cresciuta tanto nel rispetto delle altre religioni, il Concilio Vaticano II ha parlato del rispetto per i loro valori. Ci sono stati tempi oscuri nella storia della Chiesa, dobbiamo dirlo senza vergogna, perché anche noi siamo in un cammino, questa interreligiosità è una grazia.

SULLA PROSSIMA ENCICLICA SULL’ECOLOGIA

Grazie a Dio oggi ci sono tanti che parlano di questo, e io vorrei ricordare il mio amato fratello Bartolomeo [il patriarca di Costantinopoli] che ha scritto tanto su questo tema e io l’ho letto molto per preparare l’enciclica. Il teologo Romano Guardini parlava di una seconda “incultura”, che accade quando tu ti impadronisci del creato, e così la cultura diventa incultura. La prima bozza della nuova enciclica l’ha preparata il cardinale Turkson con la sua équipe. Poi ci ho lavorato io e ora ho preparato la terza bozza e questa l’ho inviata alla congregazione per la dottrina della fede, alla segreteria di Stato e al teologo della casa pontificia, perché studiassero che io non dicessi stupidaggini. Adesso mi prenderò tutta una settimana di marzo per finirla. Quindi andrà in traduzione. Penso che se il lavoro va bene, a giugno-luglio potrà uscire. L’importante è che ci sia un po’ di tempo tra l’uscita e il prossimo incontro sul clima di Parigi [dal 30 novembre all’11 dicembre]. L’ultima conferenza del Perù mi ha deluso, speriamo che a Parigi siano un po’ più coraggiosi.

SULLE CANONIZZAZIONI

Queste canonizzazioni sono state fatte con la metodologia che si chiama equipollente: quando da tanto tempo un uomo o una donna sono beati e si ha la venerazione del popolo di Dio e di fatto vengono venerati come santi, non si fa il processo sul miracolo. L’ho fatto per Angela da Foligno, e poi ho scelto di canonizzare persone che sono state grandi evangelizzatori e grandi evangelizzatrici. Il primo è stato Pietro Favre, evangelizzatore dell’Europa, che è morto per strada, evangelizzando. Poi ci sono stati gli evangelizzatori del Canada, fondatori della Chiesa in quel paese. Poi il santo brasiliano fondatore di San Paolo. E ora José Vaz, evangelizzatore dell’antica Ceylon. A settembre negli Stati Uniti farò la canonizzazione di Junipero Serra. Sono figure che hanno fatto una forte evangelizzazione e sono in sintonia con la spiritualità della “Evangelii gaudium”.

fonte: Settimo Cielo

Print Friendly, PDF & Email
Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo.

Autore: Libertà e Persona

La nostra redazione si avvale della collaborazione di studiosi attenti alla promozione di un pensiero libero e rispettoso della persona umana, grazie ad uno sguardo vigile sulle dinamiche del presente e disponibile al confronto. Nel tempo “Libertà e Persona” ha acquisito, articolo dopo articolo, un significativo pubblico di lettori e ha coinvolto docenti, esperti, ricercatori che a vario titolo danno il proprio contributo alla nostra rivista online. Gli articoli firmati "Libertà e Persona" sono a cura dei redattori.