Benedetto XVI, Odifreddi e Monod.

Troppo bello per essere vero!
Un Papa che beffeggia un Nobel per la Medicina e lo accusa di passare la fantascienza per scienza!
Il prof. Ratzinger, Benedetto XVI per il mondo intero, oggi, da Papa emerito, si permette il lusso di rilassarsi e di dare sfoggio di quella sottile e intelligente ironia che lo caratterizza da sempre ma che per tanti anni ha dovuto, da buon tedesco di razza, frenare.
Rispondendo al prof. Piergiorgio Odifreddi, che gli aveva dedicato un libro intero (“Caro Papa, ti scrivo.”, Mondadori, 2011) per criticare lui, la Chiesa, il Cristianesimo, la Bibbia, Gesù Cristo e quant’altro possibile, accusando la teologia e la religione di fare solo fantascienza, il prof. Ratzinger scrive (“La Repubblica” del 24 settembre 2013):
“Esiste, del resto, la fantascienza in grande stile proprio anche all’interno della teoria dell’evoluzione. Il gene egoista di Richard Dawkins è un esempio classico di fantascienza. Il grande Jacques Monod ha scritto delle frasi che egli stesso avrà inserito nella sua opera sicuramente solo come fantascienza. Cito: “La comparsa dei Vertebrati tetrapodi… trae proprio origine dal fatto che un pesce primitivo “scelse” di andare ad esplorare la terra, sulla quale era però incapace di spostarsi se non saltellando in modo maldestro e creando così, come conseguenza di una modificazione di comportamento, la pressione selettiva grazie alla quale si sarebbero sviluppati gli arti robusti dei tetrapodi. Tra i discendenti di questo audace esploratore, di questo Magellano dell’evoluzione, alcuni possono correre a una velocità superiore ai 70 chilometri orari…” (citato secondo l’edizione italiana Il caso e la necessità, Milano 2001, pagg. 117 e sgg.).”
Fantastico!
Onore e merito ad un Papa che si permetta finalmente di chiamare le cose con il loro vero nome e di sbeffeggiare i Premi Nobel della teoria dell’evoluzione entrando nel merito delle loro proposizioni cosiddette “scientifiche” smascherandone con competenza tutta la fragilità epistemologica…
Da decenni siamo costretti, noi docenti, di scienze ma anche di lettere o di filosofia o ancora di scuola dell’infanzia e di scuola primaria, a insegnare ai nostri ragazzi fin da piccoli che non sappiamo da dove venga il Mondo, ma che sicuramente si è fatto da solo, senza alcuna Causa esterna, evolvendosi spontaneamente e trasformando la materia grezza in cellule, in alberi, in fiori, in pesci, in uccelli e finalmente in uomini.
Così, senza porci tante domande, e soprattutto senza lasciarle fare ai nostri studenti, diciamo dalle nostre cattedre che il Mondo che vediamo è frutto del gioco della roulette e della pressione di selezione, perché Madrenatura è capace di tutto e sa farlo bene senza alcun Dio.  Non esistono nè Progetto, nè Finalità, nè Causa; guai anche solo a nominarli!
Proprio come le preghiere di Odifreddi: ““Credo in un solo Dio, la Natura, Madre onnipotente, generatrice del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, l’Uomo, materia da materia, generato e non creato, della stessa sostanza della Madre natura.” (Odifreddi, Il matematico impertinente).    O ancora come sottolinea con perentorietà Monod, spazzando via ogni ombra di dubbio sulla potenza creatrice del nulla: “Soltanto il caso è all’origine di ogni novità, di ogni creazione nella biosfera. Il caso puro, il solo caso, la libertà assoluta ma cieca, è alla radice del prodigioso edificio dell’evoluzione: oggi questa nozione centrale della biologia è la sola concepibile in quanto è l’unica compatibile con la realtà quale ce la mostrano l’osservazione e l’esperienza”. (op. cit. pag. 95)
Sono frasi che certamente non meritano alcun commento da parte di chi quotidianamente ha di fronte la bellezza e la complessità finalizzata di ogni singolo essere vivente e di ogni sua parte, ma credo che valga la pena leggere ancora la lettera del Prof. Ratzinger a Odifreddi: “Se Lei vuole sostituire Dio con “la Natura”, resta la domanda, chi o che cosa sia questa natura.  In nessun luogo Lei la definisce ed appare quindi come una divinità irrazionale che non spiega nulla.”
Molto efficace poi è l’attacco che il Professore muove alla religione della Matematica, quella professata da Odifreddi:
“Vorrei, però, soprattutto far ancora notare che nella Sua religione della matematica tre temi fondamentali dell’esistenza umana restano non considerati: la libertà, l’amore e il male. Mi meraviglio che Lei con un solo cenno liquidi la libertà che pur è stata ed è il valore portante dell’epoca moderna. L’amore, nel Suo libro, non compare e anche sul male non c’è alcuna informazione. Qualunque cosa la neurobiologia dica o non dica sulla libertà, nel dramma reale della nostra storia essa è presente come realtà determinante e deve essere presa in considerazione. Ma la Sua religione matematica non conosce alcuna informazione sul male. Una religione che tralascia queste domande fondamentali resta vuota.”
Insomma, Ratzinger ha fatto veramente il Professore, dandoci una splendida lezione di come si debba argomentare nelle dispute.
A questo punto mi domando: perché non aggiorniamo il notevole lavoro fatto da Andrea Bartelloni, pubblicato su La Nuova Secondaria (n°8, 15 aprile 2009), con una bella raccolta di frasi “celebri” (da fantascienza) come quella individuata dal Professore-Papa e poi invitiamo gli “scienziati” a darne pubblica ragione?
Mi prenoto subito per la seconda: “Alcune specie di rettili più piccole per sfuggire ai dinosauri carnivori si rifugiarono sugli alberi. Per adattarsi meglio, svilupparono grandi ali, formate da membrane tra il corpo e gli arti superiori”  (Origine degli Uccelli, libro di scienze di terza primaria).
Sono le frasi che raccontano l’evoluzione biologica: sono doppiamente false.  Primo, perché non sono falsificabili e secondo perchè attribuiscono agli animali desideri che non possono mai avere avuto: figuriamoci se un pesce può pensare ad uscire dall’acqua o se un rettile può desiderare di volare…
Ora che lo fa anche un Papa… possiamo ridere anche noi insieme ai nostri studenti, consapevoli che una nuova verità possa emergere più facilmente in un clima rilassato e privo di pregiudizi.
 
 

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