Per favore un po’ di chiarezza

Con l’Editoriale di oggi, il direttore della Nuova BQ chiarisce in maniera chiara quali siamo le linee guida che dovrebbero guidare un cattolico nella scelta di voto.

di Riccardo Cascioli

Su una cosa si può essere tranquillamente tutti d’accordo: mai prima una confusione e un disorientamento generale hanno accompagnato una campagna elettorale come è quest’anno. Una confusione che va dai partiti (tutte le alleanze elettorali sono già pronte a sfasciarsi il giorno dopo le elezioni) fino all’ultimo elettore.

In questo clima generale di confusione anche molti cattolici sembrano aver perso l’orientamento, malgrado la Chiesa offra punti di riferimento oggettivi e immutabili. Non in quanto a indicazione di voto per i partiti, ma quanto ai criteri con cui giudicare persone e schieramenti. Eppure sembra che si vaghi nel nulla.

Indicativa a questo proposito è l’intervista pubblicata dal Corriere della Sera il 10 gennaio scorso a Natale Forlani, ex sindacalista e amministratore delegato di Italia Lavoro. Forlani è stato il portavoce del Forum di Todi – promosso dalle associazioni cattoliche del mondo del lavoro – ma si è dimesso in occasione di Todi 2 per dissensi sull’indirizzo da dare al Forum. In questa intervista Forlani oltre a spiegare i motivi del suo dissenso ed affermare ciò che a molti era già evidente – ovvero che Todi è servita a qualcuno per fare carriera politica con Monti – a un certo punto rivela un dettaglio molto interessante sulla strategia che i vertici di Todi avevano in mente: «(Il progetto comune) era quello di cercare di avere una forza effettiva di un centinaio di parlamentari presenti nei tre principali partiti, in grado al momento giusto di far valere trasversalmente le questioni che ci stanno a cuore, le questioni eticamente sensibili».

Non entriamo in merito all’improbabile ottimismo sulla possibilità di un centinaio di parlamentari legato alle associazioni cattoliche; soffermiamoci invece sull’idea di entrare «nei tre principali partiti», intendendosi Pd, coalizione Monti, e Pdl-Lega.

Ebbene, tale progetto lascia alquanto interdetti: è vero che in Italia non esiste più un partito che è punto di riferimento obbligato dei cattolici, ma ciò non significa che per la Chiesa una scelta valga l’altra, basta che poi in Parlamento tutti votino allo stesso modo su aborto e simili. Il Papa ha fatto in questi anni un grande sforzo di sintesi per rendere chiara e comprensiva quella che noi abbiamo chiamato “agenda Ratzinger”, ovvero la proposizione dei princìpi non negoziabili – vita, famiglia, libertà di educazione, uniti alla libertà religiosa – come base per ogni politica che miri al bene comune. Non sono negoziabili – e i lettori de La Nuova BQ lo sanno bene – perché sono princìpi legati alla natura della persona e qualsiasi scelta politica, economica, sociale che non si fondi su questi è destinata a produrre danni. Ciò non vale solo per l’Italia, ma per il mondo intero tanto è vero che papa Benedetto XVI ha rispiegato questi concetti nel suo discorso al Corpo Diplomatico presso la Santa Sede lo scorso 7 gennaio.

Può benissimo darsi che nessun partito o schieramento che si presenti alle elezioni faccia propri questi criteri. L’Italia che va al voto il prossimo 24 febbraio ne è un esempio. In questo caso appare ovvio che si può comunque scegliere tra quelle formazioni che, almeno teoricamente, lasciano la possibilità di esprimere liberamente queste posizioni, pur non avendole inserite nel programma. Diverso è il caso di quei partiti che invece hanno programmi esplicitamente in contrasto con i princìpi non negoziabili.

A questo proposito è chiara la “Nota dottrinale (si badi bene: dottrinale) circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica”, pubblicata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede
il 24 novembre 2002. Dopo aver spiegato i princìpi a cui devono tenere i cattolici in politica, afferma così: «…La coscienza cristiana ben formata non permette a nessuno di favorire con il proprio voto l’attuazione di un programma politico o di una singola legge in cui i contenuti fondamentali della fede e della morale siano sovvertiti dalla presentazione di proposte alternative o contrarie a tali contenuti». E ancora: «Vivere ed agire politicamente in conformità alla propria coscienza non è un succube adagiarsi su posizioni estranee all’impegno politico o su una forma di confessionalismo, ma l’espressione con cui i cristiani offrono il loro coerente apporto perché attraverso la politica si instauri un ordinamento sociale più giusto e coerente con la dignità della persona umana».

Traducendo nell’attuale situazione italiana: in linea di principio nulla osta a un impegno nella Lista Monti o nell’alleanza Pdl-Lega, che lasciano libertà di coscienza. Problemi grossi ci sono invece per il Pd, perché questo partito nega programmaticamente – e non soltanto in qualche suo rappresentante – i princìpi non negoziabili. Se nella nostra cultura non è stato ancora abolito il principio di non contraddizione, allora è incompatibile affermare il diritto alla vita e militare in un partito che considera l’aborto una conquista civile; è inconcepibile affermare che la famiglia è solo quella  fondata sul matrimonio tra uomo e donna e poi fare campagna elettorale per chi sostiene il riconoscimento dei matrimoni gay. Nulla vieta che una volta in Parlamento si possa collaborare su tante materie, ma è cosa ben diversa dall’adesione a un programma.

E allora ci si chiede: come è possibile che i vertici delle principali associazioni cattoliche impegnate nel sociale teorizzino la possibilità di militare nel Pd (e lo provano i candidati messi in lista da questo partito)? E se questa strategia di Todi era sostenuta o addirittura suggerita da alcuni vescovi, che cosa dobbiamo dedurne?

Rispondere a queste domande è importante perché le implicazioni sono enormi. La dottrina della Chiesa è chiara: non è che l’arena politica sia una zona franca in cui ognuno fa quel che gli pare, una sorta di “liberi tutti” in cui contano e bastano le buone intenzioni.
La Dottrina sociale della Chiesa è parte integrante dell’insegnamento morale: se i criteri dettati sono opzionali per quanto riguarda la politica perché dovrebbero essere obbliganti per altri aspetti morali? Tanto per scendere nel concreto: se nello scegliere un partito posso tranquillamente infischiarmene della Nota dottrinale appositamente elaborata, perché non dovrei fare lo stesso per quanto riguarda il divorzio, l’uso degli anticoncezionali, i rapporti pre-matrimoniali, il furto, la falsa testimonianza e via di questo passo?

Se un aspetto della dottrina morale è opinabile è ovvio che lo possano essere tutti gli altri. E non è una questione ideologica, di semplice e ottusa affermazione di una dottrina: quello che c’è in ballo è la grandezza e irriducibilità della persona umana o, per citare ancora la Nota dottrinale di cui sopra, si tratta di operare «perché attraverso la politica si instauri un ordinamento sociale più giusto e coerente con la dignità della persona umana».

E’ bene che su questo punto chi di dovere si pronunci. C’è già molta confusione in giro, almeno in casa cerchiamo di chiarirci le idee.

Fonte: www.lanuovabq.it

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Autore: Libertà e Persona

La nostra redazione si avvale della collaborazione di studiosi attenti alla promozione di un pensiero libero e rispettoso della persona umana, grazie ad uno sguardo vigile sulle dinamiche del presente e disponibile al confronto. Nel tempo “Libertà e Persona” ha acquisito, articolo dopo articolo, un significativo pubblico di lettori e ha coinvolto docenti, esperti, ricercatori che a vario titolo danno il proprio contributo alla nostra rivista online. Gli articoli firmati "Libertà e Persona" sono a cura dei redattori.

6 pensieri riguardo “Per favore un po’ di chiarezza”

  1. Quoto Alfredo. Il “nulla osta” a Monti da parte del direttore della Bussola sembra più cha altro di circostanza, anche perchè il vero nulla osta a Monti per tutto l’anno trascorso l’ha dato la CEI, con i risultati che abbiamo visto.

  2. E, se invece, una volta tanto, noi cristiani decidessimo di sostenere con forza chi dei valori non negoziabili ha fatto una bandiera?

    L’unico voto utile, per un cristiano, è il voto che rende testimonianza.

    Magdi Cristiano Allam avrà il mio voto.

  3. Come al solito, quando si parla di politica, tanti cristiani soffrono di strabismo. Vedono il nemico solo da una parte, vale a dire che il nemico è sempre e solo il COMUNISMO e non si accorgono che ben altro nemico ha minato, sgretolato, corroso la nostra società ormai da svariati decenni.Già nel 1985 Pietro Scoppola l’aveva individuato e smascherato. E’ il CONSUMISMO ( sostenuto e sospinto da una pubblicità sfacciata, invadente, onnipresente ) che ha fatto perdere valori e regole.
    Come una flebo piena di veleno ha iniettato nel corpo sociale ( non solo dei giovani ) messaggi che hanno cambiato antropologicamente i singoli e la collettività. Oggi tutto si consuma e poi si getta. Ore e ore di trasmissioni televisive piene di niente condito di stupidità banalizzano tutto, sentimenti e valori. In nome dell’audience si da voce e spazio ad ogni tipo bizzarria,di sensazionalismo, di personaggi che nulla hanno da dire se non quello di essere di cattivo esempio. E purtroppo si è finito per banalizzare anche tutti i valori che dovrebbero essere non negoziabili per ogni cristiano. Non solo aborto e divorzio, ma anche tutti quelli che derivano dalla osservanza dei 10, e sottlineo TUTTI i 10 comandamenti.

  4. La cosa più grave a mio parere è che in questa campagna elettorale i cattolici sono costretti a scegliere o di votare per un partito che non ha nessuna speranza di entrare in parlamento (io amo l’italia), o astenersi. Al PD non lo si può dare il voto e sappiamo benissimo perché. A Monti non lo si può dare per ragioni di massoneria (che non è palesemente dichiarata ma basta leggersi l’articolo di Gianfranco Amato su cultura cattolica.it) e anche perché con l’ideologia mondialista vuole mandare allo sfascio tutti gli stati sovrani d’Europa. A Berlusconi (a parte l’uscita sui matrimoni gay poi ritrattata), non lo si può votare per ragioni di credibilità: ha sostenuto il governo Monti per un anno, e quando aveva l’opportunità politica di fare davvero le riforme non le ha fatte. I politici cosiddetti cattolici hanno idee proprie sui valori non negoziabili indicati dal Papa (dal PAPA non da un prete di periferia), quindi la situazione è davvero critica. Dobbiamo però confidare nella Provvidenza e dare il nostro contributo (anche se piccolo ma da VERI cattolici) per evitare lo sprofondamento in cui l’Europa sta precipitando andando a votare per il partito di Allam dove sarà presente la sua lista (spero in tutta Italia). Nelle regioni e nelle circoscrizioni in cui non comparirà il simbolo di io amo l’Italia, consiglio vivamente di lasciare la scheda bianca

  5. Cascioli ha ragione naturalmente, però il problema è che è davvero difficile andare a votare per un cattolico oggi.
    Che votiamo? Premesso che partiti pro aborto o matrimoni gay sono invotabili per un cattolico serio (quindi escludo a priori la sinistra Sel, Pd, Grillo, Ingroia-Di Pietro, Pannella e robe simili) devo dire che dall’altra parte non siamo messi tanto meglio. Il partito di Berlusconi (al di là del capo, abbastanza impresentabile) ha gente come Galan, la Boniver, Capezzone: certo ha anche cattolici seri a differenza del Pd ma ha anche radicali al suo interno), la Lega (oltre a non aver dato buona immagine di sè) ha fatto anche lei le sue schifezze (basti ricordare che in Veneto, su proposta di un assessore leghista, si è deciso di consentire l’accesso alla Fivet alle donne fino a 50 anni: roba indecente e demenziale votata da tutta la giunta di destra e sinistra o quasi, e dopo tagliano i posti letto per risparmiare), Monti è lo sponsor delle banche e probabilmente vicino alla massoneria, Fini è indecente, Casini non ha problemi a sostenere la Bresso e ha già deciso che i pacs gli vanno bene.
    Resterebbe Allam per il quale propendo, però non è che così facciamo un favore alla sinistra consentendole di vincere con maggior distacco e quindi di avere i numeri per proporre leggi anticristiane e liberticide come quella sui matrimoni gay, o sull’omofobia (legge da 1984 per tappare la bocca a chi dissente)?
    Sinceramente non so che fare…più ci penso e più le certezze svaniscono…

  6. A me pare che si continui a scambiare la cabina elettorale col confessionale. Non vedo santi in circolazione , meno che mai quelli in salsa cristianista (esperienza già vista , sconfessata dal papa e dai fatti). Va bene essere “candidi come colombe” ma qualche volta ricordiamoci anche di essere “astuti come il serpente”. Perchè gli altri i conti li fanno eccome. Quelli che dicono che i voti si pesano non si contano , anche se in buona fede, finiscono alla scuola di Cuccia.

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