Le scuole paritarie e l’Imu

Le scuole paritarie non pagano l’Imu se “l’attività è svolta a titolo gratuito o se il corrispettivo simbolico è tale da coprire solo una frazione del costo del servizio”. Così si legge nel regolamento del ministero dell’Economia pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.
La veste istituzionale della frase riportata ci impedisce di ridere, ma è chiaro a chiunque che nessun insegnante della scuola paritaria può lavorare a “titolo gratuito”, così come la bolletta del gas per il riscaldamento delle aule non potrà essere “simbolica”.
Insomma, siamo veramente alle prese in giro.  Non riceviamo finanziamenti dallo Stato se non “simbolici” (questi sì sono tali) ed ora, dopo averci visto languire sempre di più negli ultimi anni, ecco anche la mazzata dell’Imu, con una giustificazione che suona veramente come uno sberleffo.
Tutti a Verona sanno cosa fanno da decenni scuole come il Don Mazza, il Don Bosco, il Lavinia Mondin, l’Istituto Seghetti, l’Istituto Campostrini, le Canossiane, il Gresner, la Sacra Famiglia, le Piccole Figlie di S.Giuseppe, le Stimate, tutte le Scuole dell’infanzia della FISM della Provincia, ed altre ancora.
Nel rispetto e nella promozione della Costituzione dello Stato, solo con l’aggiunta di un po’ di sale evangelico, quello che ci ha affidato il Maestro per la nostra Storia di uomini e di donne, perennemente alla ricerca della verità della vita.
Abbiamo tutti il bilancio in passivo.  Sopravviviamo (dal punto di vista economico) stringendo la cinghia, tagliando le spese, concedendo riduzioni alle famiglie disagiate (sempre più numerose), accontentandoci di un modesto stipendio, dignitosa ricompensa del servizio pubblico che svolgiamo.  Dobbiamo reggere la concorrenza della Scuola di Stato che garantisce il servizio semi-gratuito.
Molte Scuole hanno chiuso, nel Veneto e in Italia, altre stanno per farlo.  

La situazione è molto triste.  Poco giova ricordare allo Stato che le Scuole paritarie gli fanno risparmiare almeno 6 miliardi di euro l’anno (un importo superiore a tutta la spending review del 2012) e ancora meno serve appellarsi alla libertà di insegnamento e alla libertà di scelta dei genitori, garantite dalla Costituzione e da tutte le Carte dei Diritti Universali dell’Uomo.  Non conta nulla.  E’ altro quello che conta.
E’ triste. Si respira in giro una brutta aria.  Quella di chi vuole la chiusura di tutte le Scuole paritarie, non per vecchiaia, ma per soffocamento.  Si vogliono solo Scuole di Stato (o del Comune).  Tutte uguali, senza alternative per le famiglie. Questo è il principio che conta. Tutte le altre considerazioni, anche pratiche, decadono di fronte a questo dogma.
I genitori potranno scegliere le case, i vestiti, i giocattoli, le vacanze, il pediatra, l’ospedale, l’auto, la polizza assicurativa, il dentista, il supermercato, lo sport, il lavoro e quant’altro.  Ma l’istruzione-formazione per i propri figli, quella no.  A quella ci pensano gli altri.
Siamo sicuri che ne guadagneremo tutti?

* Preside Istituto “Alle Stimate” – Verona

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2 pensieri riguardo “Le scuole paritarie e l’Imu”

  1. Impressiona il frasario orwelliano di questi tecnici, la lingua di legno del giacobinismo soft. Sarà davvero interessante sapere cosa farà la CEI a questo punto.

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