De rerum natura

Domani, a Bassano del Grappa, la Scuola di Cultura cattolica fondata da don Didimo Mantiero, di cui ho avuto recentemente modo di segnalare gli splendidi “Diari” (Lindau), assegna il suo premio annuale, vinto in passato da personalità come Augusto Del Noce, Cornelio Fabbro, Luigi Giussani, Divo Barsotti, Riccardo Muti…, al celebre fisico italiano Ugo Amaldi. Il cui nome è noto a migliaia di italiani, che hanno studiato fisica o matematica proprio sui testi suoi, di suo padre e di suo nonno. Infatti gli Amaldi che hanno dato un contributo importante alla scienza sono tre: Ugo, suo figlio Edoardo, e il figlio di quest’ultimo, l’Ugo vincitore del premio citato. Un bell’inghippo.

Partiamo dal copostipite, Ugo senior. Nato a Verona nel 1875, “ebbe come maestri F. Enriques, C. Arzelà e S. Pincherle, il quale ultimo lo guidò nelle sue prime ricerche di analisi matematica”; i suoi testi ne fanno, secondo Nicola Virgopia, sul “Dizionario Biografico degli Italiani”, “uno dei più insigni maestri di pedagogia matematica”. Infatti “ogni pagina di quei testi fu lungamente e profondamente meditata in rapporto con la psicologia dei giovani, particolarmente per gli allievi dei licei classici: nessuno meglio dell’Amaldi, conoscitore appassionato della cultura classica, sapeva riportare i concetti, in modo didatticamente suggestivo, alle loro origini storiche, cioè al pensiero geometrico greco. Nello stesso spirito pedagogico furono approntati i numerosi volumi riguardanti corsi universitari di geometria analitica, geometria descrittiva, meccanica razionale, analisi algebrica e infinitesimale, analisi matematica”. I discepoli, di Ugo senior, continua Virgopia, “ammiravano in lui la coscienza del dovere, il senso di giustizia e di equilibrio, sempre vivificati da una calda comprensione umana. Profondamente religioso, l’Amaldi sentiva la fede e la scienza come due attività dello spirito distinte”, con metodi e fini ben diversi, ma per nulla in contrasto tra loro. Fu, tra le altre cose, socio nazionale dell’Accademia dei Lincei e della Società italiana delle scienze dei XL; accademico pontificio e segretario della Pontificia accademia delle scienze.

Il figlio di Ugo, Edoardo (1908-1989), è stato un grande fisico, tra i promotori del CERN, con meriti in svariati campi di ricerca, socio di molte Accademie, come il padre (ma non di quella pontificia). “Mio padre – scrive infatti Ugo Amaldi junior – mi ha educato nella religione cattolica, diventò agnostico-ateo”. La vita di Edoardo Amaldi ci riporta, en passant, a quella di un altro italiano che ha contribuito anch’egli, significativamente, a fare del Cern un grande istituto di ricerca, con una componente italiana veramente centrale: il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia. Rubbia, come si sa, perché non ne hai mai fatto mistero, è un scienziato cattolico di cui mi sembra valga la pena riportare almeno un concetto: “La natura è costruita in maniera tale che non c’è dubbio che sia costruita così per un caso. Più uno studia i fenomeni della natura, più si convince profondamente di ciò. Esistono delle leggi naturali di una profondità e di una bellezza incredibili. Non si può pensare che tutto ciò si riduca ad un accumulo di molecole. Lo scienziato in particolare, riconosce fondamentalmente l’esistenza di una legge che trascende, qualcosa che è al di fuori e che è immanente al meccanismo naturale. Riconosce che questo “qualcosa” ne è la causa, che tira le fila del sistema. È un “qualcosa” che ci sfugge. Più ci guardi dentro, più capisci che non ha a che fare col caso». (C. Rubbia in E. Ferri, “La tentazione di credere“, Rizzoli, Milano, 1987, pag. 205).

Figlio di Edoardo – arriviamo così al premiato-, è Ugo Amaldi junior. Professore di Fisica a Firenze e a Milano, con il padre Edoardo ha scritto un celebre manuale di fisica su cui hanno studiato generazioni di studenti, compreso chi scrive (oggi, 20 anni dopo, ho finalmente la soddisfazione di sapere qualcosa sull’autore di quel testo così chiaro e cristallino, adatto anche a chi preferiva il greco, il latino e la storia alle materia scientifiche). Nel 1992 Ugo Amaldi ha creato la Fondazione per la Terapia con Radiazioni Adroniche con l’obiettivo di introdurre e sviluppare questa moderna tecnica di radioterapia, che cerca di controllare i tumori radioresistenti, che non possono essere curati con le tecniche convenzionali. Nella motivazione del Premio attribuito dalla giuria del Premio (formata, tra gli altri, da Gianfranco Morra e Cesare Cavalleri), si ricorda che Amaldi è anche “uomo di profonda fede”, animato da un profondo “amore per la scienza, per la verità e per l’uomo”, che sono sempre “saldamente ancorati alla fiducia nello Spirito Santo”.

Scienza, Verità, Spirito Santo: perché è una grande cosa, la scienza umana, grande davvero! Ma sa divenire tanto piccola, e meschina, e persino malvagia, come tutte le cose umane, non appena si distacca dalla sua origine e dal suo fine.

Il Foglio, 15 novembre 2012

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Autore: Francesco Agnoli

Laureato in Lettere classiche, insegna Filosofia e Storia presso i Licei di Trento, Storia della stampa e dell’editoria alla Trentino Art Academy. Collabora con UPRA, ateneo pontificio romano, sui temi della scienza. Scrive su Avvenire, Il Foglio, La Verità, l’Adige, Il Timone, La Nuova Bussola Quotidiano. Autore di numerosi saggi su storia, scienza e Fede, ha ricevuto nel 2013 il premio Una penna per la vita dalla facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, in collaborazione tra gli altri con la FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) e l’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana). Annovera interviste a scienziati come  Federico Faggin, Enrico Bombieri, Piero Benvenuti. Segnaliamo l’ultima pubblicazione: L’anima c’è e si vede. 18 prove che l’uomo non è solo materia, ED. Il Timone, 2023.

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