Quello che si finge di non sapere

I promotori della campagna “Il buon medico non obietta” non capiscono che il medico sa benissimo cosa succede quando maneggia la cannula dell’aspiratore Karman introdotta nell’utero della donna in anestesia locale.

Non sanno che ci vuole una certa forza per staccare il feto dalla parete uterina, e che bisogna fare dei movimenti avanti e indietro, da destra a sinistra, dall’alto in basso. Il feto non si stacca facilmente e quindi occorre fare movimenti energici, tanto che anche il corpo della donna si muove un poco. Il medico avverte bene cosa passa attraverso la cannula del Karman, sotto forma di pezzi abbastanza consistenti. Non sanno che alla fine il medico con una specie di pinza entra nell’utero per estrarre i pezzi più grandi, fra i quali la testa del povero feto. Non hanno mai scoperchiato il bidone attaccato all’aspiratore dopo una mattinata di aborti, e non hanno mai visto le gambine, le braccia, le manine tutte ammassate. Loro non sanno, ma il medico sì.

E si lamentano e urlano perché quasi nessuno vuole praticare gli aborti ? Ma un medico è un medico ! Faranno una precettazione obbligatoria ?

Ai paladini dell’aborto come diritto bisognerebbe fare vedere il video “Il grido silenzioso” del dottor Nathanson, il famoso ginecologo abortista che dopo aver visto un aborto sotto ecografia diventò convinto pro life.

Nessuna intenzione offensiva, ma per far capire forse occorre dire proprio tutto. Tanta ostinazione può essere smossa (forse) con la semplice realtà.

Ma sotto questa ostinazione c’è di più. L’aborto concesso e fatto fare agli altri serve per confermare a tutti i costi una ideologia che per gli abortisti è simile ad una “religione”. Non è più un argomento per la sovrapopolazione, per ovviare a certe povertà, per la salute della donna, per le gravidanze in giovane età: è proprio la contrapposizione ad un’idea. Per questo si battono anche contro l’evidenza, confortati dal fatto che sono molti a pensarla così. E dato che sono in molti a pensare che l’aborto deve diventare un diritto loro credono che basti essere in tanti a chiedere la stessa cosa per sostenere che sia “giusta”. Più sono risucchiati in questo vortice, che loro stessi hanno avviato, più non capiscono e si meraviglino che altri si contrappongano. Inoltre non riescono più a “tornare indietro” perchè significherebbe sconfessare tutti gli anni passati a difendere l’aborto e, ancor più doloroso, provare terribili sensi di colpa. Il dottor Nathanson si fermò in tempo e riuscì. Ma ammise i suoi torti e amaramente sconfessò le sue idee. Si liberò dal macigno e visse gli ultimi anni in pace perchè testimoniò la verità. I medici obiettori sanno che la loro salute psichica e morale è un grande valore anche per altri e sanno anche che sono loro i veri “amici” delle donne.

di Gabriele Soliani (diffusa da Verità e Vita e Vita Nascente)

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3 pensieri riguardo “Quello che si finge di non sapere”

  1. Se si fanno iniziative come questa campagna “Il buon medico non obietta”.
    Perché non fare una bella iniziativa dal titolo: IL BUON MEDICO OBBIETTA!?
    Voi che avete mezzi, scienza e buona volontà, attivatevi con opuscoli che facciano vedere realmente cos’è un aborto immagini tratte magari dal video “Il grido silenzioso” del dottor Nathanson senza edulcorazioni da distribuire negli ospedali, ma sopratutto nelle scuole (sono le giovani generazioni che devono essere educate, gli adulti e i vecchi non saranno la società futura).

  2. purtroppo no credo che mostrare cosa accade durante un aborto serva a molto.

    sono immagini tremende .

    sono immagini della atroce morte di un bambino che non credo sia bene mostrare anche se per un nobile scopo.

  3. caro alvaro,

    sono d’accoro. l’immagine del bimbo va fatta vedere. e’ una immagine di grazia e di vita. e’ una immagine bella .

    la violenza non porta altro che divisione e odio e non corrisponde mai ad un giusto uso della forza , come per difendere la propria o la altrui vita.

    prendo spunto per deunciare le crude immagini che il quotidiano “libero” mette sulla propria pagina web.

    i video della decapitazine di un uomo in arabia saudita e quello dello sgozzamento di un apostata ex islamico sono una porcheria giornalistica. il video della morte di un uomo non puo’ essere usata per denunciare la violenza. e’ altrettanto violento e porta solo un pesante disvalore.

    ma ho notato, con rammarico, che libero indugia sempre piu’ su violenza e donne nude(ormai meta’ della pagina e’ occupata da gossip che riguardano solo donne che mostrano le loro grazie), facendo leva sui piu’ bassi istinti dell’uomo.

    sono strumentalizzazioni delle disgrazie , della sofferenza, e pubblicita’ di violenza e impudicizia.
    ho smesso di connettermi alla pagina della suddetta testata giornalistica.

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