EllaOne: e la pillola va giù

Nel 2009 usciva un mio articolo sulla pillola abortiva RU486: in Italia sarebbe stato possibile eliminare il proprio bambino ingerendo una pillola. Conseguenza logica d’una società che non valorizza più la vita e nella quale il popolo sembra assopito di fronte a una piaga tanto devastante come quella dell’aborto. Nella mia ingenuità giovanile speravo ancora che, a seguito dei 29 decessi riconducibili alla sua assunzione, la kill pill venisse ritirata dal commercio: che la comunità scientifica, non tanto per un utopico senso di umanità, ma a fronte di questo dato prettamente concreto, sentisse quanto meno l’urgenza di porsi qualche freno in merito. Mi sbagliavo.
Oggi nasce Ella-One, la pillola dei 5 giorni dopo (34,86 euro…). Una pillola che viene chiamata con patetica ipocrisia “anticoncezionale di emergenza” (!), fingendo di non tenere conto del pricipio attivo rigorosamente abortivo del “farmaco “, che altro non è che un assassinio legalizzato.

Una nuova sconfitta per il fronte per la vita? Sicuramente lo è, e dobbiamo incassare il colpo guardando in faccia la realtà: non illudiamoci che le case farmaceutiche, così prostrate a mammona, possano ravvedersi. Il nostro lavoro, compito di ogni uomo non solo cristiano, ma di buon senso, è quello di impegnarsi in prima persona e sul primo fronte, per impedire che anche una sola vita venga assassinata (e non ci si venga a dire di usare termini politicamente corretti, perchè – a maggior ragione quando c’è in gioco la vita – non si possono usare mezze misure): ognuno di noi può avere la grazia di incontrare donne in procinto di assumere questa pastiglia-elimina bambini e aiutarla a fare una scelta consapevolmente diversa. È sul fronte umano che dobbiamo batterci, proprio come stanno facendo tante realtà già operative in Italia, come il Movimento per la Vita o l’associazione “Quercia Millenaria”, che incontrano personalmente volti e sguardi nei quali è ancora presente la luce della speranza.

Nessuna battaglia è persa se sapremo trasmettere, di incontro in incontro, la bellezza del dono materno, alla faccia di quanti, persa dignità e umanità, cercano di sopprimere, con una pillola, il Mistero della vita che tenacemente continua a rifiorire. Questo può accadere anche grazie a te.

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Autore: Irene Bertoglio

Grafologa iscritta all’Associazione Grafologi Professionisti (A.G.P), specializzata in consulenza aziendale, Irene Bertoglio è perito grafico giudiziario, educatrice e rieducatrice della scrittura, socia A.N.G.R.I.S. Ha pubblicato "Intervista ai maestri Vol. 1" (LeoLibri 2012) e ha partecipato al volume "Contro-canti". Collabora con diverse testate cattoliche.

10 pensieri riguardo “EllaOne: e la pillola va giù”

  1. Sono d’accordo con la riflessione. E’ importante fare un minimo di corretta informazione. Molte giovani prendono queste pillole come se si trattasse di un medicinale qualsiasi, non si rendoco conto di quello che fanno, cioè commettono un infanticidio inconsapevole. La gravità della pillola del giorno dopo, o dei 5 giorni dopo, al di là dell’uccisione del feto, sta proprio in questo, che un atto atroce viene compiuto con modalità assolutamente normali e apparentemente innocue

  2. purtroppo pretendere una corretta informazione e’ una utopia.
    se pensiamo che gia stanno sponsorizzando alla grande come futuro presidente della repubblica l’ex mammana emma bonino che praticava illegalmente gli aborti sul tavolo della cucina con una pompa di bicicletta. io credo anzi che certa gente ami l’omicidio e la violenza pura . arancia meccanica .

  3. ne approfitto cara Irene per farti di nuovo i complimenti! ho letto gli altri tuoi articoli e sono uno piu bello e interessante dell’altro!!!

  4. Grazie Irene per il tuo articolo! Hai ragione per vincere questa battaglia occorrono tanti piccoli Davide che affrontano il Golia delle case farmaceutiche! Cercano di banalizzare l’aborto cercando di chiamarlo con parole soft che fanno pensare ad una semplice terapia, ORRENDO!!!
    Paolo

  5. io credo anche che dietro la diffusione di questi pesticidi ci sia l’ideologia della parita’ dei sessi.
    la grande differenza tra uomo e donna sta nel fatto che la donna puo accogliere nel grembo la vita , l’uomo no. allora invece di dare alle donne il diritto di essere madri a tempo pieno gli danno il diitto di essere come gli uomini e non mettere al mondo figli. quindi piu’ che dare alla donna il giusto valore si toglie alla donna la sua piu’ meravigliosa attitudine.

    se fossi donna m’incazzerei!

  6. E’ di questi giorni la notizia della distruzione di embrioni per un malfunzionamento di contenitori di azoto in un ospedale. L’ipocrisia del dolore verso la perdita di queste piccole vite di coloro che lì le hanno messe e ce le conservavano è senza pari. Coppie che dicono “abbiamo perso la possibilità di diventare genitori” piangendo la vita dei loro figli che non saranno più. Ma allora gli embrioni sono figli o no? sì se sono in azoto, no se sono in utero. Si piangono come morti quelli in azoto e ci si dice addolorati per la perdita di vite in azoto e in utero cosa sono?
    Forse perchè in azoto dipendono dalla tecnica e in utero dalla madre e lì sono parassiti? un figlio è figlio solo se nasce dalle capacità tecniche della scienza?
    Ho molta pena per queste persone, molta più che per i bimbi non nati che ora sono nel grmbo di Dio.

  7. sono d’accordo con voi annarita e luisa,

    pero’ credo purtroppo che chi voglia un figlio proprio a tutti i costi non lo faccia per amore ma per edonismo ed egoismo. considera la maternita e la paternita un diritto e non un dono. volete sapere un’altra notizia agghiacciante? una signora si e’ vista impiantare il figlio di un’altra coppia e quando ne e’ stata informata ha abortito e a nulla sono valse le suppliche della coppia a cui il figlio apparteneva.

  8. D’accordo con l’articolo e con i commenti di annarita, luisa, rocco…
    E’ sconvolgente la leggerezza con la quale questa società gioca con la vita umana, la manipola, la distrugge…

  9. @ annarita,

    la notizia riportava che e’ stata avvertita dal medico dell’ospedale che la seguiva.

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