Il Capodanno? Mah…

Il Capodanno mi sta antipatico. O, meglio, diciamo che mi è totalmente indifferente.

Mi pare che le persone si possano suddividere in tre macroscopiche categorie, in base a come affrontano l’ultima notte dell’anno. Analizziamole brevemente.

Il primo gruppo è formato da chi considera il Capodanno come “La Notte” per eccellenza. Tendenzialmente gli appartenenti a questa categoria cominciano a pensare a come trascorrere le fatidiche ore a cavallo tra un anno e l’altro già all’Assunzione (ops, “a Ferragosto”). Prenotano voli aerei, cercano feste esclusive, riservano stanze d’albergo nelle capitali della movida e cose simili.
Insomma, queste persone sono dei veri e propri fanatici, che spesso si organizzano al meglio per poi vantarsi dei loro programmi con gli umili plebei.
Se poi (speriamo per loro di no!) la fatidica “Notte” non va per il meglio, il divertimento non è oltre i limiti, lo spumante è troppo caldo o la musica è assordante, i fanatici del Capodanno sono pure costretti a mentire a se stessi e agli altri, per evitare di aggiungere al danno la beffa: “E’ stata una serata indimenticabile, fantastica! Ne è proprio valsa la pena”. Che amarezza.

Il secondo raggruppamento è formato da coloro che cominciano a pensare al Capodanno attorno ai primi di novembre. Un paio di mesi sono un tempo sufficiente per cominciare a guardarsi attorno ed informarsi con dovizia di particolari su tutte le feste in programma nell’arco di 200 chilometri dal luogo di residenza.
Poi, una volta che hanno una panoramica completa, questi del secondo gruppo si mettono a tavolino e valutano i pro e i contro di ogni evento: prendono una decisione solo dopo un’attenta valutazione. Quel che più importa è che la serata sia “pazza” e, soprattutto, “oltremodo divertente”. Con chi si festeggia conta relativamente: basta che ci siano gli ingredienti di base (musica, bevande zero limits, magari un po’ di droga e luci psichedeliche…), tanto la gente con cui sballarsi alla fine la si trova sempre. E’ infatti attestato come durante l’ultima serata dell’anno sia più facile fare “amicizie”: accade esattamente come quando si è all’estero, dove se si incontra un connazionale si comincia subito a interagire.
Questa seconda categoria ha dunque come motore di fondo una convinzione: “A Capodanno BISOGNA divertirsi!”. E a loro va il nostro in bocca al lupo per il primo risveglio del 2012, che probabilmente sarà accompagnato da malessere diffuso, nausea, intontimento epocale e, spesso, dall’amara sensazione di aver ecceduto nello sballo, sì, ma di riscoprirsi, in fondo, un pochino “vuoti”.

L’ultima categoria è formata da chi, di fronte alla classica domanda: “Cosa fai per Capodanno?”, fino al 20 dicembre, o anche oltre, non sa minimamente cosa rispondere. “Capodanno? E quand’è?”.
Gli appartenenti a questo gruppo non hanno la preoccupazione o l’esigenza di organizzare una serata “esclusiva” o di vagliare ogni singola proposta disponibile sul territorio. Per loro il veglione di fine anno altro non è che una serata come tutte le altre. Anzi, ad essere sinceri, anche un po’ più faticosa delle altre: si deve per forza stare svegli almeno fino alle due, anche se magari si sta crollando dal sonno e la tombola ha cominciato ad annoiare già al primo “ambo”.
Comunque, tornando a bomba: gli aderenti a questo terzo gruppo tendenzialmente passeranno l’ultima serata dell’anno con gli amici “storici”, quelli con cui condividono la quotidianità. Organizzeranno una festa semplice: due chiacchiere, qualche gioco simpatico, un po’ di musica… tutti ingredienti oggigiorno non banali. In questo modo possono dimostrare ai loro amici la gratitudine che provano nei loro confronti per la loro presenza costante e affidabile.
Inoltre, se questo gruppo di amici ha anche una visione cristiana della vita, probabilmente farà anche in modo di partecipare al “Te Deum”, per ringraziare Dio per l’anno finito e affidarsi a Lui per il futuro.
Perché alla fine, diciamocelo, quello che conta più di qualsiasi “sballo esclusivo” è amare e sentirsi amati. L’ultima sera dell’anno, sì, ma soprattutto nella quotidianità.

E dunque, in qualunque categoria vi siate riconosciuti, tantissimi auguri per un 2012 pieno di amore, gioia ed amicizie!

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3 pensieri riguardo “Il Capodanno? Mah…”

  1. salve
    beh io faccio parte di una quarta categoria; quella della persone che, dell’ultimo dell’anno gliene può “fregar di meno” .
    Fin da adolescente non capivo tanta “adrenalina” dei mie coetanei e coetanee per questa che è, a tutti gli effetti, una notte come tutte le altre.
    In 50 anni che sono al mondo, avrò fatto fuori casa la notte del 31 dicembre , meno di dieci volte. Una volta in discoteca (una noia mortale), una volta tra amici e amiche con una quasi rissa tra ragazze verso le due del mattino e altre serate che ho rimosso.
    In questi ultimi anni ho preso l’abitudine di andare a letto intorno alle 22.00, svegliarmi alle sette dell’uno e andare a correre per un’oretta, tornare a casa, farmi la doccia e andare a comprare le brioches per afre colazione con tutta la famiglia.
    Quest’anno saremo nei locali della Parrocchia con altre tre famiglie, ognuno porta qualcosa e faremo giocare i bambini…spero di essere a letto prima dell’una…
    Cara Giulia le auguro Buon Anno e le chiedo se può darmi la sua mail così potrò dirle del libro di Alessandro D’Avenia che ho divorato in sole 24 ore…
    saluti
    Piero e famiglia

  2. Categoria: S. Messa, S. Rosario, poi a letto alle 22 (come Piero)
    indi sveglia alle 5 per la prima camminata o sciata dell’anno,
    n funzine delle condizioni nivo-meteo.
    Cari saluti e auguri!

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