Roma: cadaveri in mostra (aggiornato…)

Qualcuno pensa che sia una mostra didattica, qualcuno la chiama arte, in realtà non è niente di tutto questo. Il termine corretto è “necrofilia”(N.b. l’articolo contiene immagini “forti”). La mostra è intitolata “Body worlds” e propone le “opere” di un certo Gunther von Hagens, anatomo-patologo tedesco, sedicente artista.
In Body worlds sono esposti dei veri cadaveri umani che, sottoposti ad un trattamento chiamato plastinazione, non vanno incontro decomposizione. Lo scopo dell’iniziativa viene chiarito proprio dalle parole di von Hagens, riportate dal portale ADN Kronos:
E’ un viaggio attraverso il corpo – sostiene Von Hagens – Qui si possono trovare tante informazioni sull’anatomia umana e toglierci curiosità che avevamo fin da bambini

Ma le “curiosità” sul corpo umano sono già chiarite dai libri scolastici, non c’è niente che sia visibile nella mostra e non sia riportato in un qualsiasi manuale di liceo o universitario. No, la curiosità che la mostra soddisfa è la curiosità “morbosa“, quello che il visitatore può vedere in esclusiva non è l’anatomia umana, è proprio il cadavere di un uomo.
Siamo di fronte all’osservazione voyeuristica della morte, è la stessa curiosità di chi si sofferma sui corpi di un incidente stradale, dei curiosi che vanno a vedere la casa di Avetrana dove è stata uccisa la povera Sarah Scazzi, è una curiosità che però è finalmente liberata dalla sua essenza morbosa grazie al camuffamento sotto la parola “arte” o “scienza”.

Il perché di una mostra proprio a Roma è spiegato nello stesso articolo:
Il corpo umano è sempre un’opera d’arte – sostiene – anche da morto. Questa è una mostra sulla bellezza del corpo e siamo contenti di arrivare in Italia, nel solco della grande tradizione dell’anatomia a fini estetici e scientifici iniziata durante il Rinascimento, quando il corpo umano era esaltato per la sua bellezza“.

L’affermazione che il corpo umano sia un’opera d’arte anche da morto, implica che dunque il corpo sia sempre un’opera d’arte, sarà quindi arte anche la pornografia e le immagini dei corpi dilaniati in guerra.
Sparisce in questo modo la pietà verso le vittime di ogni tipo di violenza e rimane solo il soddisfacimento egoistico ed egocentrico di un osservatore che può godere della vista di un uomo fatto a pezzi, dell’Uomo privato della sua grandezza e ridotto a bestia da macello.

Non è vero inoltre, come vorrebbe invece far credere von Hagens, che la sua mostra è nel solco della grande tradizione dell’anatomia a fini estetici e scientifici iniziata durante il Rinascimento, quando il corpo umano era esaltato per la sua bellezza”, infatti l’anatomia rinascimentale, nella quale la Roma cattolica era all’avanguardia, studiava il corpo umano dissezionandolo nel chiuso dei laboratori, sotto il solo sguardo discreto dello scienziato, mai avrebbe esposto il corpo alla vista dei passanti.
Il corpo così studiato poteva fornire utili indicazioni ai medici ma anche ad artisti come Leonardo da Vinci, ma quella che Leonardo e gli altri autori poi rappresentavano era sempre la bellezza di un corpo vivo o della morte come dramma dell’esistenza.
Non era mai l’ostentazione di un cadavere fine a sé stessa, l’esposizione di un corpo morto senza la speranza di una resurrezione o senza il dramma e la grandezza di una tragedia greca.

Sicuramente l’evento avrà successo, e molti insegnanti porteranno le loro classi a vedere la mostra, convincendo i loro studenti che si tratta di arte e scienza.

P.S.
Approfondendo l’argomento si viene a sapere che la mostra è stata fortemente sponsorizzata da Don Mazzi, il quale sulle colonne del quotidiano La stampa ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:
“Io spero che il cardinal Ravasi venga qui e mi auguro che tutte le scuole medie passino da qui a vedere la donna con il bambino, è così poetica e affascinante, io me la sarei baciata quella donna li pensando a mia madre.”

“Poetica ed affascinante”?
Da mostrare alle scuole medie?

Don Mazzi ha poi aggiunto:
“Sono affascinato, questa è l’ esaltazione del corpo, se don Bosco che adoro invece che essere nella tomba fosse li, un don Bosco vivo… Ve l’ immaginate?”

Quelle cose lì sarebbero “vive”?!?
No, don Bosco preferiamo non immaginarlo così…

Da:Critica Scientifica

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