No all’eutanasia: una battaglia Nobile.

Abituati come siamo a commentare una politica grigia e arroccata sui propri privilegi, fatichiamo a trovare le giuste parole per raccontare il coraggio di Henri di Nassau-Weilburg, il monarca lussemburghese che, rifiutandosi di firmare il testo della Legge che aprirebbe le porte all’eutanasia nel suo Paese, sta paralizzando consuetudini che i più – realisticamente – credevano infrangibili. Un disegno di Legge viene presentato in Parlamento, viene discusso, ritoccato, approvato e promulgato. A questa fin troppo nota ritualità parlamentare, Henri di Lussemburgo ha deciso di opporsi, e lo ha fatto non senza valide ragioni; da cattolico, infatti, non se l’è sentita di chiudere gli occhi davanti a una Legge che, se entrasse in vigore, introdurrebbe anche in Lussemburgo la “dolce morte”. Coi tempi che corrono – il lettore converrà – il gesto del monarca Lussemburghese acquista un sapore antico, quasi eroico, e ci ricorda come esistano ancora ideali, e non soltanto ideologie. E ci chiede anche – assai più seriamente delle barbare urla di Grillo e Di Pietro -di credere a una politica diversa, realmente fondata sui valori. Dalle nostre parti, purtroppo, politici cattolici di tanta, luminosa coerenza il Parlamento non li ospita da tempo. Al di là del divorziato Casini che difende la famiglia, vale la pena rammentare le ben più gravi gesta di Romano Prodi, il “cattolico adulto” per antonomasia, capace, da Presidente della Commissione Europea, di sottoscrivere uno stanziamento di 32 milioni di euro in favore di politiche abortiste. E che dire di Ignazio Marino, il chirurgo prestato alla bioetica che ama conversare col Cardinal Martini, ma ignora l’esistenza dell’eutanasia passiva? Siamo distanti anni luce dal monarca Lussemburghese, ma questo non ci autorizza a disperare; anzi, deve servirci da stimolo, da fiato per una rinnovata rincorsa verso vette valoriali altissime, com’è quella per la tutela incondizionata della vita. Ezra Pound ha scritto:”Se un uomo non è disposto a rischiare per le proprie idee o queste non valgono nulla o non vale nulla lui“.

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