BORSA SI O BORSA NO? Vediamoci chiaro.

Alla luce dei recenti titoli di alcuni giornali che parlavano di un vistoso crollo del mercato borsistico o comunque di una forte correzione, sull’onda lunga della perdita del mercato cinese, vorrei fare alcune considerazioni al fine di fare un po’ di chiarezza sul corretto uso del termine “crollo” per quanto riguarda il mercato azionario. Spesso infatti il risparmiatore è portato in inganno e teme per i suoi investimenti sulla base dei commenti più o meno apocalittici di taluni analisti finanziari. Definiamo innanzitutto alcune regole base per comprendere il mercato, dove per l’accezione “mercato” intendo dire mercati finanziari in generale. In primo luogo il mercato non è un luogo schizofrenico dove i prezzi salgono o scendono a seconda degli umori ma un preciso termometro dell’economia che registra con un certo anticipo i cambiamenti dell’economia reale, cioè per semplificare la crescita o meno del PIL o per dirla in altri termini la fase di espansione o recessione di un’economia. Solitamente se l’economia reale registra oggi dei forti tassi di crescita ed i giornali parlano di fase espansiva, il mercato ha anticipato nei prezzi questa crescita di circa 6-12 mesi. Ciò significa che i prezzi delle azioni e quindi i guadagni dei risparmiatori hanno iniziato la loro corsa ben prima dell’ufficialità delle notizie. Lo stesso dicasi per le fasi recessive: quando i giornali parlano apertamente di recessione, i mercati hanno perso una buona parte del loro valore. In secondo luogo quando in finanza si parla di lungo periodo, questo equivale normalmente ad un periodo almeno maggiore ai cinque anni che può arrivare sino a 10 anni. In terzo luogo è vero che l’economia è diventata globale e quindi i mutamenti che si registrano in un mercato (chiamiamolo pure Wall Street per indicare la borsa americana) si riflettono sugli altri mercati, ma è anche vero che se analizziamo gli indici dei principali paesi al mondo troveremo delle considerevoli differenze sul lungo periodo, quindi non è sempre vero che i mercati seguono pedissequamente la stessa direzione e questo è tanto meno vero quanto più ci spostiamo nel tempo. Un altro elemento da tenere presente se vogliamo valutare attentamente la situazione di un mercato finanziario è quello di considerare la sua evoluzione partendo da una rappresentazione grafica in quanto risulta difficile ricordarsi il mutare dei prezzi nel tempo e l’evoluzione che hanno seguito. Per chiarire meglio quanto voglio asserire con questo articolo, pubblico di seguito 3 grafici dell’indice MIBTEL (uno degli indici più rappresentativi del mercato azionario italiano) presi su diversi archi temporali.

Il primo grafico è di solito quello che trovate pubblicato. Mostra un arco temporale di pochi mesi e fa vedere come il mercato abbia perso parecchio terreno rispetto ai valori massimi. Il risparmiatore che considera solo questo grafico, ha una visione parziale della realtà ed il timore per di perdere il suo capitale non sarebbe suffragato dai fatti.

Il secondo grafico (clicca per accedere) che mostro invece è più difficile da trovare per i non addetti ai lavori. Mostra un arco temporale di 3-4 anni all’interno dei quali si nota come il Mibtel sia passato da circa 20.000 punti a più di 33.000 con una variazione percentuale positiva del 65% all’interno del periodo considerato. In poche parole chi avesse investito 20.000 euro all’inizio del 2004, avrebbe ottenuto un capitale di circa 33.000 ad inizio 2007. In questo contesto la “correzione” avvenuta qualche settimana fa, appare di modeste dimensioni rispetto al precedente grafico e come si può vedere non è la prima che il mercato ha fatto registrare nel corso di questi 3 anni. Sempre per semplificare al massimo, chi avesse investito i soliti 20.000 euro, dopo le recenti perdite dei mercati ne otterrebbe 31.000, diciamo un minor guadagno accettabile visti i considerevoli rialzi avvenuti.

Il terzo grafico ( clicca per accedere) che posto, è raramente pubblicato dalla grande stampa, ma è il grafico che più di tutti fa cogliere i reali movimenti del mercato borsistico italiano avvenuti negli ultimi anni. E’un grafico determinante per chi vuole investire nel lungo periodo i suoi risparmi. Per fare solo due battute, emerge in modo chiaro, come la perdita dei mercati delle scorse settimane, sia cosa risibile in confronto alla corsa effettuata dal 2003 in avanti. Si evidenzia ancora come il mercato abbia già raggiunto i 35.000 punti dell’indice Mibte agli inizi del 2000 per poi iniziare un repentino mutamento di direzione, accentuato dall’11 settembre 2001, che troverà il suo culmine a cavallo fra il 2002 ed il 2003 a circa 16.000 punti dell’indice Mibtel. Questo solo per dimostrare come la piccola rettifica avuta dai mercati finanziari qualche settimana fa, altro non era che una correzione fisiologica del mercato che non può assolutamente configurarsi come crollo. Se poi a qualcuno interessa l’argomento, visto che è una mia vecchia passione, piena disponibilità nell’approfondirlo.

Luca Trainotti

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