E Bergoglio allontana il monsignore dello scandalo

Questo papa, a differenza di quanto si sente dire di continuo sulla collegialità, comanda. Ascolta tutti, interroga, raccoglie informazioni, e poi decide, da solo.

Per questo cardinali, curiali e vaticanisti, non sanno che pesci pigliare e raccontano questo o quello, senza sapere, in verità, nulla. Sotto Benedetto ogni sua decisione era conosciuta, prima da Tizio o Caio, e poi spifferata ai giornalisti. Oggi non è più così. Papa Francesco è un gesuita: alla fine decide, bene o male, ma decide. E’, ci sembra, una buona cosa…

 

CITTÀ DEL VATICANO – Niente vacanze a Castel Gandolfo. Lavoro a pieno ritmo, anzi, per il Papa, da poco rientrato dal viaggio in Brasile. La scelta pastorale di Francesco non esclude però per nulla la decisione di affrontare questioni interne alla Santa Sede, come dimostrano i suoi propositi di riformare lo Ior. Sono di questi giorni alcune promozioni e rimozioni in Vaticano, movimenti tutti in linea con i propositi più fermi di intervento concreto che Jorge Mario Bergoglio si è dato dal momento della sua elezione a Pontefice. Uno degli spostamenti che fa più rumore è quello del “decano” dei cerimonieri pontifici, monsignor Franco Camaldo, ora nominato fuori dalle mura della Santa Sede come canonico della basilica di San Giovanni in Laterano, con diritto a un appartamento. Il suo nome sarebbe stato il mese scorso tra quelli al centro della denuncia dell’ ex sacerdote Patrizio Poggi, il quale ha accusato alcuni prelati di adescare minori per incontri a sfondo sessuale. Poggi è stato poi arrestato per calunnia, mentre la procura di Roma ha voluto smentire che dei sacerdoti risultino indagati dopo le sue affermazioni. In ogni caso, il Papa ha proceduto ad assegnare a Camaldo un nuovo incarico. Tre giorni fa, del resto, Bergoglio aveva già affrontato con severità il caso del maxi-buco finanziario della diocesi di Maribor, in Slovenia, pari a circa 800 milioni di euro, rimuovendo due arcivescovi, quelli di Maribor e di Lubiana, e azzerando così i vertici della Chiesa slovena. Così Francesco ha ora riportato anche monsignor Guido Pozzo, dopo soli 9 mesi come elemosiniere di Sua Santità, alla carica di segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, l’ organismo che si occupa della ricucitura con lo scisma lefebvriano. Pozzo torna al ruolo precedente nel quale, come si legge nella nomina ufficiale, «aveva competenza». Ci torna però con il grado di arcivescovo. C’ è chi legge la mossa come una rimozione. Ma forse il Pontefice vuole tentare tutte le possibilità di un riavvicinamento con i lefebvriani, uno dei dossier caldi della Chiesa, e allora la scelta di puntare su monsignor Pozzo, slegato dai compiti quotidiani all’ Elemosineria e investito di un ruolo più strategico rispetto al suo ultimo incarico, potrebbe portarea dei risultati. Al suo posto, nella carica di elemosiniere pontificio, Bergoglio ha nominato il polacco monsignor Konrad Krajewski, 49 anni, finora cerimoniere, promuovendolo a sua volta arcivescovo. Repubblica, 4 agosto

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Autore: Libertà e Persona

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