Giovani: uno scenario educativo drammatico a seguito della pandemia

di don Marco Begato

Il futuro che ci attende, temo, richiederà una competenza educativa vertiginosa per far fronte all’avvenire. Per quale motivo sostengo tale tesi? Lo faccio alla luce dell’evoluzione del mondo dell’informazione, così come si è pienamente palesata negli ultimi mesi, e lo faccio con riferimento agli sviluppi che – immagino – si avranno a seguito delle più recenti novità in termini di destrutturazione dei legami educativi familiari. Andiamo per punti.

Il parossismo incontenibile dei media

L’epidemia ha permesso di dare fondo ad alcune risorse, già emergenti e già rodate in precedenti ambiti, portandole così ad una attuazione parossistica e dispiegandone le forze in maniera incontenibile. Mi riferisco al ruolo educativo dei media e alla responsabilità formativa e informativa da essi assunta nei confronti delle giovani generazioni. Parliamo di un complesso sistema comunicativo, che gioca un ruolo primario nel plasmare il mondo ideale giovanile e quindi nell’indirizzarne la condotta.

Tale sistema si appoggia su alcuni nodi, ne ricordo qualcuno: il protagonismo di influencer, generalmente privi di solida cultura e sensibili al mito del successo (con annessi compromessi); il predominio di piattaforme (es. il mondo Google) e social con una capacità altissima di censura e di controllo dei contenuti; il trionfo di una cultura dell’immagine, capace di imprimere icasticamente slogan di massa (si pensi anche all’efficacia dei Meme), secondo il principio di Donna Prassede: poche idee, storte e ben piantate; la componentistica mobile che crea forme di dipendenza e modifica l’approccio culturale e sociale nel suo complesso.

Tale galassia, da anni al servizio dei modelli culturali utili a chi comanda, ha appunto dispiegato tutto il suo potenziale nella campagna informativa in atto, obbligando il discorso pubblico attorno a contenuti contingentati, privi del debito approfondimento, privi di contraddittorio, privi di autentica profondità umanistica, soffocati da un clima di denuncia, esasperazione e segregazione. Le giovani generazioni paiono soccombere totalmente in un simile contesto. D’altronde il sistema ha davvero agito con una prepotenza invincibile: tutte le piattaforme e i social sono state unanimemente pervase da pop-up, avvisi, alert, che rimandavano alla narrazione unica dell’epidemia.

Tutte le voci contrarie sono state via via censurate, oscurate, diffamate. La caccia alle fake news – magistrale strategia del quarto potere – è stata magistrale, e magistralmente esibita da un sistema che si regge in se stesso sulla natura del Fake: parziale, fittizio, manipolatorio, abbacinante, politico, strumentale.

Lo Stato tra minori e genitori

Il secondo aspetto che voglio sottolineare oggi riguarda le iniziative messe in campo nei vari Paesi, volte a promuovere la vaccinazione anche in soggetti minorenni, sottraendoli al consenso o al controllo dei genitori. Non penso servano le fonti per risalire a casi ormai notori, in Italia e all’estero. Ragazzi messi contro i propri genitori sulla scelta vaccinale; genitori in ridda per la scelta di vaccinare i figli; hub vaccinali per giovanissimi, cui si accede senza nemmeno bisogno di informare la famiglia; contenziosi per vaccinare infanti; vaccinazioni di massa di studenti, eventualmente assenti i genitori.

Ecco, anche in tale situazione assistiamo in fondo solo alla completa emersione – in realtà penso che dovremo attenderci sviluppi ancora più gravi in merito a questo punto – di un’altra dinamica tipica della modernità: la disgregazione della famiglia e l’auspicio di affidare l’educazione direttamente allo Stato. È un antico sogno coltivato tanto dai movimenti ereticali medievali, quanto dai gruppi dell’estrema sinistra rivoluzionaria, fino ai proclama dei Black Lives Matter, passando dalla statalizzazione delle scuole. Anche qui, dunque, l’epidemia ha prestato il fianco all’attivazione poderosa di un ingranaggio della più agguerrita modernità.

La debilitazione degli istituti educativi

Come commentare la situazione presentata? Vada come vada, si profila all’orizzonte uno scenario educativamente drammatico. I giovani si trovano viepiù drogati dal sistema mediatico, presieduto da un’alleanza di multinazionali carrieriste; i governi non hanno potere di opporsi a dette multinazionali e anzi promuovono sistemi pedagogici che favoriscono l’indebolimento delle reti familiari, l’annacquamento della preparazione culturale e la mera professionalizzazione tecnica (anche le fantomatiche competenze sono burocraticamente intese in un senso tecnico-psicologico e non come educazione alla virtù); le famiglie, spesso fragili e precarie sotto vari profili (economico, affettivo, culturale) si trovano ulteriormente deprivate di autorevolezza nei confronti della prole.

Inutile aggiungere – perché implicito nei passaggi precedenti – che tanto la scuola quanto gli altri istituti educativi si rialzeranno debilitati, dal momento in cui la gestione dell’emergenza ha dato valore veritativo agli opinionisti più che agli studiosi (e questo tocca la natura dello studio) e ha posto al culmine dell’agenda imperativi sanitari e non pedagogici (e questo tocca la forma e l’organizzazione della scuola).

I giovani come vittime

Cosa attendersi? L’ulteriore svuotamento delle istituzioni politiche, educative e familiari; una rinnovata crisi del dialogo generazionale; l’isolamento culturale dei giovani; la loro esposizione allo sciacallaggio delle Multinazionali (politiche, mediatiche, economiche, culturali). Ipotizzo – per usare un’immagine – una sorta di Jet Lag educativo, che creerà spaesamento e confusione, aritmia sociale, astenia esistenziale. E in cui i giovani saranno le principali vittime.

Dopo l’accanimento verso gli embrioni (abortiti per creare i vaccini), i feti (uccisi dalla vaccinazione delle madri incinte) e i bambini (inutilmente e imprudentemente vaccinati per tutelare gli anziani), toccherà inevitabilmente a loro, ai giovani, la porzione più amata da Dio e il futuro della società. Questo è il bugiardino di presentazione di una società che sta scegliendo egoisticamente e fieramente di avviarsi verso il proprio irreversibile declino.

Fonte: Osservatorio Internazionale Card. Van Thuân

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