Super ex. Chiese chiuse, chiese aperte? Il Papa del “ni”

di Marco Tosatti.

La cifra di questo pontificato è la doppiezza. In Argentina lo chiamavano l’uomo del ni: “il tuo parlare sia ni ni, na na, il resto è troppo cattolico”. Ni: né no, né sì. La Verità è cristallina, limpida, non semplicistica ma semplice. Il Bene e il male; ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Bergoglio invece non si vuole compromettere. Come Pilato. L’ultima è la chiusura delle chiese: Roma, la capitale della Cristianità, chiude le chiese. La gente insorge, e Bergoglio prende le distanze dalla decisione: presa da chi? Davvero immaginiamo il cardinale vicario “Agnello” De Donatis assumersi una simile responsabilità da solo?

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Cari amici e nemici di Stilum Curiae, dopo un lungo periodo di silenzio abbiamo il piacere di ospitare di nuovo un intervento di Super Ex. Ex di Movimento per la Vita ed ex di Avvenire, oltre che ex di varie manifestazioni di cattolicità, ma non ancora ex cattolico, per fortuna. La spinta a prendere in mano la tastiera gliel’ha data il singolare balletto di responsabilità fra il Pontefice regnante e il suo Cardinal Vicario, De Donatis, sulle chiese di Roma: un po’ aperte e un po’ chiuse…Buona lettura.

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La cifra di questo pontificato è la doppiezza. In Argentina lo chiamavano l’uomo del ni: “il tuo parlare sia ni ni, na na, il resto è troppo cattolico”. Ni: né no, né sì. La Verità è cristallina, limpida, non semplicistica ma semplice. Il Bene e il male; ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Bergoglio invece non si vuole compromettere. Come Pilato. Del resto l’esempio calza a pennello: Pilato è un politico e Bergoglio ragiona sempre da uomo politico. Non so chi sia il suo sondaggista (immagino la coppia Tornielli-Spadaro), ma è certa una cosa: anche i dittatori facevano fare i sondaggi, pur non potendo temere le elezioni. Dovevano tastare il polso delle masse. Ebbene, Bergoglio sonda: e poi si muove di conseguenza.

L’ultima è la chiusura delle chiese: Roma, la capitale della Cristianità, chiude le chiese. La gente insorge, e Bergoglio prende le distanze dalla decisione: presa da chi? Davvero immaginiamo il cardinale vicario “Agnello” De Donatis assumersi una simile responsabilità da solo? Qualcuno lo vede il pavido e ondivago Bassetti, rispetto a cui don Abbondio era un “cuor di leone”, bisbigliare qualcosa senza il consenso del Sommo? E’ stato de Donatis stesso a scriverlo: decisione di chiudere presa insieme a Francesco! Ma come si diceva: la gente insorge e Francesco finge di essere non colui che ha detto di chiudere, ma colui che impone di ri-aprire!

Una scena vista infinite volte: al sinodo sulla famiglia si poteva dire sì alla dottrina cattolica, o no. Bergoglio ha detto ni, in una nota. Gettando confusione. Che è ciò che vogliono da sempre i modernisti: nella nebbia, agiscono i farabutti, perché gli onesti amano la luce del sole.

Sinodo sull’Amazzonia? Tutto pronto per un altro ni (sì in Amazzonia ma no altrove), che avrebbe dovuto preparare ulteriori scivoloni, ma il libro di Ratzinger-Sarah e il suo successo, hanno spinto l’Amleto argentino ad un altro “contrordine compagni”: “La frase: è bene che i sacerdoti si sposino”, va letta “E’ bene che i sacerdoti -per ora non- si sposino”.

E va beh, lo abbiamo capito tutti. Quello che mi preme dire è che questo riguarda anche la battaglia sulla vita. Lo ribadisco perché qualcuno continua a credere che almeno riguardo all’aborto il papa sia un sincero pro life. Le sue dichiarazioni fortissime, dure, sembrerebbero confermarlo.

E invece la realtà è all’opposto. Anche riguardo alla sacralità della vita la sua risposta è: ni. Declinata in tanti modi: no all’aborto, a parole, ma anche agli antiabortisti (ipocriti, facce tristi, come dichiarò il suo uomo Galantino); no all’aborto, ma no anche ai Family day, e sì ai neomalthusiani. No all’aborto, ma viva la Cina comunista dove la vita dei bambini non ha alcun valore. No all’aborto, ma viva Sanders, il democratico americano che invoca più aborti per “salvare il pianeta”. No all’aborto, ma viva l’ecologismo pagano, di ispirazione nazista, che mette i bruchi, le farfalle, i lombrichi prima degli uomini! No all’aborto, sempre a parole, ma sì ai governi di sinistra che combattono la vita ogni giorno: a partire dalla sua Argentina!

Come è noto, infatti, con un papa argentino, l’Argentina vedrà l’introduzione dell’aborto, grazie ad un presidente coccolato, vezzeggiato, elogiato da Bergoglio!

E qui, con somma tristezza, mi viene da concludere con un ricordo storico, diretto al pontefice che ogni tanto ripete un ritornello stanco, secondo il quale in Europa starebbe tornando il nazismo di Adolf Hitler.

Non c’è bisogno che cerchi fantasmi in Europa, guardi la sua Argentina: lì si rifugiò, negli anni Cinquanta, lo sterminatore nazista, Josef Mengele. Chi abbia mai letto la sua storia, sa che fa tremare le vene e i polsi. Vedere in azione Mengele significa vedere un’ evidente espressione del demoniaco. Ebbene, nella Germania nazista, tra le altre cose, Mengele uccideva feti nell’utero materno, per fare esperimenti o per motivi eugenetici. Nel suo paese ciò era legale.

Una volta scappato in Argentina aprì una clinica per aborti clandestini. Legali o clandestini, gli aborti sono sempre omicidi. Ebbene se oggi Mengele fosse vivo potrebbe fare quello che faceva tranquillamente nella Germania nazista, e che invece non poteva fare, se non di nascosto, in Argentina. Oggi, in Argentina, potrebbe aprire una clinica con il consenso di un presidente che gode dell’amicizia e del sostegno esplicito di chi siede sul trono di Pietro.

I nazisti oggi non frequenteranno le chiese (che i papi chiudono), ma di certo frequentano la più importante sacrestia!

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