I Messi dell’Eurocrazia

di Marcello Veneziani.

Sapevamo che questo governo era nato con un solo scopo: sopravvivenza di gruppo e personale, al governo e in parlamento, impedendo il voto e la vittoria di Salvini coi suoi alleati. Questo è lo scopo interno di quell’alleanza, il mastice. Abbiamo in questi giorni conosciuto lo scopo esterno assegnato al governo Contebis: eseguire i comandi dell’Eurocrazia, non solo in tema di migranti ma soprattutto in tema di conti, secondo le direttive europee, come testimonia il Mes. La vera ragion politica del governo in carica, oltre quella pietosa di natura personale, era e resta quella. Non c’è un progetto, una grande riforma, un obbiettivo primario davanti, ma c’è solo quel core business: eseguire il mandato degli eurocrati, di cui il pd è la guarda bianca, la filiale interna. Il partito al servizio dell’establishment è il Pd, è il concessionario di zona dei poteri europei, è il rivenditore autorizzato della pappa europea ma è anche il rappresentante, il messo solerte delle sue direttive.

Ma da solo il Pd non basta, non ce la fa, non è popolare e allora deve mandare avanti qualcuno al suo posto: le sardine in piazza, i grillini in parlamento e l’avvocato di tutte le cause al governo. Il Pd deve stare dietro e avvalersi di funzionari testati e garantiti dall’Europa, tipo Gualteri, tipo Gentiloni, tipo Enrico Letta. O la new entry, il passpartout Conte Fregoli, pronto a tutto pur di restare sul palcoscenico a recitare la parte del premier.

Con linguaggio orwelliano lo chiamano il SalvaStati ma la sua traduzione reale è AmmazzaStati, insieme alle rispettive sovranità e agli interessi generali. Però la porcata sul Mes scontenta e tradisce troppa Italia, e le coperture politiche – da quella renziana a quella dimaionese – tremano paurosamente e rischiano da un momento all’altro di crollare.

Mai la base elettorale e militante grillina, espressa da Alessandro Di Battista, avrebbe accettato di essere usata come copertura per il peggior asservimento all’Europa; ma la speranza del Pd è in quell’istinto elementare di autoconservazione di chi sta al governo e di chi sta in Parlamento. I grillini eletti sanno che in larga parte finiscono con questo giro la loro tombola politica, tornano privati cittadini, scappati-di-casa/rimandati-a-casa, e vogliono che la pacchia non finisca così presto. È l’unico dato a suo vantaggio su cui può puntare il Pd e il consulente premier ingaggiato. Probabilmente un simile calcolo personale spinge il Guru dei 5 Stelle, Grillo, a insistere sul governo in corso e a tacere su questa svendita nazionale; sa che porta male mettersi di traverso in questi casi contro quei poteri, sa quanti guai anche in casa possono succedere. Deve stare buono, a cuccia.

In questo giro, la partita per il centro-destra è più semplice perché più netta, più coerente è la posizione assunta ed è molto pagante a livello di opinione pubblica. Niente Mes, niente servitù, giammai svenarsi per creare un salvadanaio che serve in realtà a garantire le banche e i loro affiliati più che gli stati e i rispettivi popoli. Do you remember quel che successe in Grecia? A chi andò la stragrande maggioranza dei fondi europei se non alle stesse banche che avevano comprato il debito greco e su cui avevano già lucrato alti interessi per il prestito a strozzo?

Naturalmente il discorso si complica se dall’opposizione dovrai poi andare a governare. Lì dovrai fare i conti con gli stessi poteri e i veti, gli ostacoli, le minacce, le tante forme ricattatorie di pressione e di ritorsione. Non vuoi far svenare l’Italia versando i soldi per il Mes ma rischi di dissanguarla lo stesso se non di più, perché ti faranno pagare il gran rifiuto.

Che farà allora il centro-destra di governo, resterà sovranista tutto d’un pezzo oppure dovrà cedere, capitolare, o quantomeno venire a compromessi? Avrà la forza per dire un secco no, non se ne parla, e sarà convincente nel far capire che se per noi è un guaio mettersi di traverso ai dettami degli eurocrati, pure per la Ue e il suo sistema finanziario è un guaio dichiarare guerra a un socio fondatore come l’Italia? Riuscirà almeno a rinegoziare radicalmente il Mes e cambiargli prospettiva? Troverà partner europei nella scelta sovranista e indipendentista? Troverà sponde fuori dall’Unione Europea per bilanciare eventuali strappi e ultimatum? E quanti ostacoli troverà in Italia, tra magistratura, stampa e poteri istituzionali pronti a remare contro, gufare anti, colpire il sovranismo magari accusandolo pure di fare interessi stranieri?

È magico il mondo delle opposizioni ma è duro poi dover governare e dover fare i conti con le aspettative della gente che ti ha votato e le ingiunzioni del potere che ti vorrebbe far cadere appena possibile. Disponiamo di forti giocatori politici e internazionali, saremo in grado poi di fronteggiare i potenti con armi e leadership adeguate?

Sono domande preliminari che vanno affrontate, non per ritirarsi dalla sfida o per abbassare i toni e le pretese ma per cavalcare una posizione non solo per il tornaconto elettorale che può produrre nel breve periodo ma per una scelta di fondo che si dovrà poi essere in grado di mantenere quando si andrà al governo. Stavolta non basterà ripetere “noi twitteremo diritto”, remake social del “noi tireremo diritto”: siate più prudenti nel dire e più conseguenti nel fare. La vostra forza principale è essere dalla parte della realtà, con i piedi per terra, convinti che la vita reale dei popoli vale più degli assetti contabili. Siate realisti anche in questa partita difficile, pensateci già da ora. Prima o poi arriveremo alla fine del Mes.

MV, La Verità 5 dicembre 2019

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