Super Ex, una frase di Benedetto e il cinghiale nella vigna

di Marco Tosatti.

Una frasetta sola, che ci aiuta a comprendere il piglio dittatoriale con cui Bergoglio commissaria ordini religiosi che non ama, distrugge vescovi che non sono sufficientemente a sinistra, fa decapitare professori universitari che non sono proni ad ogni sua parola. Non è mia, ma di Benedetto XVI, nel suo dialogo con Peter Seewald, in Ultime conversazioni (2016). A pagina 42 il giornalista tedesco chiede a Benedetto cosa sapeva di Bergoglio, prima che questi diventasse papa: “Come faceva a conoscerlo?”. E Benedetto, forse ingenuamente, o forse no, dà una risposta, molto significativa

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Cari Stilumcuriali, nei giorni scorsi Osservatore Marziano ha dedicato un commento agli squilibri richiesti dalla Diocesi di Roma per non si sa quale progetto pastorale, e ha concluso le sue osservazioni facendo riferimento più volte a Lutero, e al Pontefice regnante. Non sappiamo se Super Ex (ex di Movimento per la Vita, ex di Avvenire e di altre catto-organizzazioni varie, ma ancora, stupefacentemente, non ex-cattolico – e Dio sa se ce ne vuole, di ‘sti tempi…-) abbia letto l’Osservatore Marziano. Ma sia come sia anche a lui è venuto naturale affiancare questi due personaggi…

UNA FRASETTA SOLA…

Una frasetta sola, che ci aiuta a comprendere il piglio dittatoriale con cui Bergoglio commissaria ordini religiosi che non ama, distrugge vescovi che non sono sufficientemente a sinistra, fa decapitare professori universitari che non sono proni ad ogni sua parola.

Non è mia, ma di Benedetto XVI, nel suo dialogo con Peter Seewald, in Ultime conversazioni (2016).

A pagina 42 il giornalista tedesco chiede a Benedetto cosa sapeva di Bergoglio, prima che questi diventasse papa: “Come faceva a conoscerlo?”.

E Benedetto, forse ingenuamente, o forse no, dà una risposta, molto significativa: “Grazie alle visite ad limina e alla corrispondenza. L’ho conosciuto come un uomo molto deciso, uno che in Argentina diceva con molta risolutezza: questo si fa e questo non si fa.

La sua cordialità, la sua attenzione nei confronti degli altri sono aspetti di lui che non mi erano noti..”.

Rileggiamo bene la frase: Benedetto, nel momento in cui tutti i media celebrano la simpatia del papa che telefona a destra e a manca, e che pontifica sempre di sinodalità, tolleranza, misericordia, afferma che, per come lo conosceva lui, Bergoglio non era affatto né sinodale, né cordiale, né collegiale.

Ma, al contrario, si legge tra le righe, un despota.

Bene, i fatti possono confermare: non si cambia carattere intorno agli ottant’anni; non si diventa improvvisamente dei simpaticoni, attenti agli altri, pronti all’ascolto, a quella venerabile età.

Semmai accade il contrario: certi difetti aumentano con il tempo.

Se poi ci si trova ad avere in mano un potere immenso, la propria indole tirannica non può che esplodere. Così è stato. In Argentina lo sanno bene, tanto è vero che pur essendo stato eletto da anni, Bergoglio non è più tornato in patria.

Ora lo sanno tutti: Bergoglio è quello di ieri, un uomo che ha lasciato cenere e macerie nella sua diocesi e che ora sparge la sua “dolcezza”, la sua “attenzione nei confronti degli altri”, nel mondo intero. Con esiti devastanti. Si capisce perché ami tanto Lutero: anche il monaco tedesco, come noto, non tollerava discussioni.

Anche per il suo carattere duro e cinico venne soprannominato “il cinghiale nella vigna del Signore”.

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