E’ l’Ue il primo sponsor del “governo Ursula” Pd-M5S

di Giuseppe Leonelli.

In principio fu Prodi. Fu il professore infatti il primo ad invocare, all’indomani della crisi aperta da Salvini, una coalizione ‘Ursula’ che portasse al governo Pd e 5 Stelle. Un appello che trova ora la sponda convinta della stessa Europa. Spaventati da una chiamata anticipata al voto degli italiani e da un successo della Lega di Salvini, i vertici Ue stanno infatti lavorando in modo neppure troppo nascosto per sponsorizzare un asse giallo-rosso.

Mentre gli strateghi politici aiutano il Pd a tessere un quadro che consenta l’abbraccio con gli ex nemici grillini salvando un minimo di apparenze, a livello istituzionale si provano a gettare le basi per aiutare un futuro governo ‘europeista’ italiano senza ovviamente passare dalle urne. Il ragionamento della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen è semplice: a fronte di un vento antieuropeista e sovranista sempre più forte, in Italia e in Inghilterra ma non solo, è opportuno dare ossigeno ai partiti ‘fedeli’ a Bruxelles concedendo ai Paesi membri una revisione del Patto di Stabilità che consenta di avere vincoli meno stringenti. In pratica concedere a chi si sottomette alla volontà dell’Europa (in Italia leggi il Pd e i possibili nuovi compagni 5 Stelle) proprio ciò che i ribelli (tutti i movimenti sovranisti in primis la Lega) chiedono da tempo. Concederlo un po’ meno e per meno tempo, in modo da avere il tempo per depotenziare l’onda della rivolta. E votare, anche in Italia, tra tre anni trasmettendo una idea di Europa meno matrigna.

Va letto in questo contesto il piano di cui dà conto in questi giorni il Financial Time per allentare i cordoni della borsa  e riscrivere le regole di bilancio europee, rivedendo il Patto di stabilità e di crescita. Un aiuto alle economie più deboli, a cominciare da quella italiana. Purché, e questa è la condizione madre, l’Italia eviti il voto anticipato e si affidi al tranquillizzante (per l’Europa) tandem Pd-M5S, lasciando in un angolo la Lega.

Fonte: l’Occidentale

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