E l’astronave Mogherini tornò sulla terra

 

mogherini

di Marcello Veneziani.

Che dolor di patria e di cuore. L’Italia perde in questi giorni il suo Massimo Esponente Europeo, l’Alto Commissario Sua Beatitudine Federica Mogherini. Nei cinque anni del suo mandato non si conosce la portata della sua incidenza in Europa, non ci sono strumenti farmaceutici così precisi per misurarne il peso. Forse avrà lavorato sotto traccia, come una talpa o un’escavatrice; forse sarà rinomata – che so – in Lettonia. Ma da noi la Mogherini è passata inosservata, rimasta allo stato puro, come lo zero, trasparente, ininfluente, non pervenuta. Preferendo lei a Massimo D’Alema, lo statista Matteo Renzi riuscì in un duplice capolavoro: destinò l’Italia all’irrilevanza europea e perse l’occasione per liberarsi di un nemico in casa, mandandolo in Europa e così stabilendo con lui una tregua. Naturalmente, anche per gli eurocrati era preferibile avere una figura ornamentale piuttosto che un ingombrante baffino, dal pessimo carattere e dalla nomea di filo-sovietico e filo-arabo-palestinese.

Ma il problema di Renzi è che credeva di bastare a tutto lui: sicché tutte le nomine, compreso Mattarella al Quirinale, nascevano dall’idea di avere personalità minori, se non evanescenti, ai posti chiave; figure di contorno, di secondo piano e di nessuna popolarità, perché alla fine doveva brillare e comandare solo lui, il Re Sole e gli altri dovevano essere suoi satelliti privi di luce autonoma. Con Mattarella non gli è andata molto bene, con la Mogherini al posto di D’Alema, gli andò anche peggio. La scissione dal Pd, in fondo, nasce anche da quello sgarro, dal mancato patto con la vecchia guardia. In preda a delirio napoleonico, in quel tempo Renzi pensò di mandare in Europa una sua Vestale col ruolo ufficiale di Pizia, la sacerdotessa che parlava presso l’Omphalos mundi, l’Ombelico del Mondo (cioè lui stesso, Matteo teo teo).

Della pattuglia acrobatica delle ministre di culto del renzismo, le mitiche trecce tricolori, Federica Mogherini era l’unica superstite rimasta al potere col titolo solenne di Alto Commissario Europeo, ora in scadenza con la Commissione. Ma è anche la più enigmatica, ineffabile, come una dea indù. Benché ministra degli esteri e poi euroministra nel medesimo ruolo ma in un contesto più grande, Sua Altezza Mogherini non è estroversa. Ci sono state ministre e pasionarie che hanno capeggiato le liste del partito renzista-leninista alle europee assai più vistose, telegeniche, da esportazione, persino qualche vaiassa. La Mogherini, invece, fa parte della corrente ermetica, sul depresso lieve, misteriosa nello sguardo, lievemente venereo, come se covasse inesplorabili segreti e custodisse oracoli nefasti e perciò indicibili. Impeccabile, mai una parola fuori posto, anzi mai una parola, e basta.

Che addirittura fosse osteggiata a livello europeo per un suo presunto filoputinismo, come si disse agli esordi, mi sembra ancora surreale. La fecero passare per una nuova Red Joan, la Spia inglese che passò ai russi i segreti della Bomba atomica, su cui è ora in circolazione un film. Credo che quella diceria, rivelatasi poi una putinata, dipendesse da una foto che ha fatto il giro del mondo in cui la criptica Mogherini stringeva la mano a Putin. E col suo sguardo da sfinge fissava l’interlocutore come a sancire un patto esoterico con lo Zar Vladimir, che la guardava a sua volta con un occhio mistico-allusivo, forse un po’ concupiscente e allupato (non so come si dice provolone in russo). Ma su una foto non si può impiccare una persona. Vero è che se non si rifanno alle foto non hanno altri indizi per attestare la presenza della Mogherini nella cabina di comando europea e per valutare l’impronta lasciata da quest’asteroide piovuta sull’Europa; o per capirci in gergo nostrano, questo Sarchiapone nato e cresciuto nel partito, all’ombra di Veltroni. E poi mandata con una borsa di studio di Renzi a far l’Erasmus addirittura ai vertici europei. A me però, vi confesso, il Sarchiapone enigmatico intrigava.

Alla Farnesina erano sgomenti per la ministra, ma pensare che il panico si sia trasmesso addirittura all’Europa ha qualcosa di metafisico e di burlesco al tempo stesso. Ed è stato un prodigio assistere in quest’ultimo anno ai conflitti in Europa tra sovranisti e sottanisti, tra populisti e globalisti, tra exitisti ed integrati, e notare la gigantesca assenza dell’Alto Commissario, con delega ufficiale ad acchiappare le farfalle. Ma come, l’Europa si spaccava, l’Italia era in guerra con gli eurocrati, e lei continuava a scrutare l’infinito e ad aspettare che le farfalle si costituissero al suo retino… Persino chi la lanciò in orbita si è poi dichiarato pentito.

Ora, dopo cinque anni di orbita nello spazio, l’Ufo-robot venuto dall’Ignoto scenderà dalle 27 stelle d’Europa e tornerà sulla terra per scadenza di mandato. Molti si chiederanno: ma è veramente mai partita, è realmente stata al vertice dell’Unione Europea? O volava così alto l’Alto Commissario che non era visibile ad occhio nudo ed era così ineffabile da non essere intercettata nemmeno dai radar che segnalano le più impercettibili presenze? Moscerini si, Mogherini no, mai avvistata. Bentornata a terra, Altissima, Purissima, Lievissima astronauta e trasvolatrice dei cieli d’Europa. La sua assenza lascerà un vuoto incolmabile nelle istituzioni, come del resto la sua presenza.

MV, La Verità 18 maggio 2019

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