L’arabo e il sesso sono le priorità per il rientro nelle scuole francesi

Articolo redatto da François Billot de Lochner – 14 settembre 2018

Ecco un rientro ricco di promesse per l’avvenire: il Ministro dell’Educazione Nazionale, Jean-Michel Blanquer annuncia come priorità per l’anno scolastico 2018-2019 la rivalorizzazione a scuola dell’arabo attraverso una accresciuta valorizzazione di quella lingua, in modo da ridonargli il «prestigio» che merita. Il meno che si possa dire è che il ministro ha il senso delle priorità. (La cosa è ancor più contro ragione, dal momento che – come ha ben spiegato un articolo de La Nuova Bussola Quotidiana di oggi -, l’islamismo, o meglio l’islam tout court, sta facendo proseliti in milioni di giovani di origine islamica, che tendono a separarsi dagli “impuri occidentali”. Ndt).

Se l’utilizzazione della scrittura inclusiva nelle direttive interne ed esterne dell’Educazione Nazionale, progredisce inesorabilmente, e se gli allievi non leggono più, e scrivono sempre peggio, l’obbiettivo educativo del momento sarebbe il prestigio dell’arabo. Tutto ciò in una intenzione molto lodevole: la “deislamizzazione della gioventù”, intenzione che si incrocia con un mezzo perlomeno curioso. Per de-islamizzare, è forse necessario offrire loro dei corsi di arabo? In altri tempi si considerava che l’apprendimento della lingua e della cultura francese avrebbero dovuto essere i migliori vettori per l’integrazione. Ma era molto tempo fa … Nessuno dubita che questa politica senza capo ne coda avrà gli effetti scontati: normalizzare un po’ di più una cultura che ha come obbiettivo quello di combattere la nostra.

In attesa della messa in atto delle classi di arabo, l’Educazione nazionale fa tutto il possibile perché il suo sistema educativo offra il meglio del riprovevole. Noi sapevamo già dalla primavera scorsa che Jean-Michel Blanquer era molto preoccupato di lavorare in piena armonia con la sua collega  per i Diritti delle donne, Marilène Schiappa, (Cognome che è tutto un programma! Ndt). Così dunque, Marilène, stima che sia necessaria una maggior presenza dei padri nelle riunioni tra genitori e professori, ma che il fine dei fini consisterebbe nel fare dei figli senza papà; in oltre ella si augura di potersi far garante della messa in opera reale, nelle classi, di tre sessioni annuali di educazione sessuale, preconizzate dalla legge fin dal 2001. Dai e dai, ecco il punto dell’antica redattrice di libri pornografici, quale ella è. Non ne dubitiamo affatto: tutto ciò sarà fermato, vista la massiccia disaffezione dei francesi per la scuola pubblica.

Sempre di più, un anno dopo l’elezione di Emmanuel Macron, il “ritorno ai fondamentali” nell’educazione non è purtroppo ciò che molti avevano il diritto di sperare.

L’educazione rimane dunque un cantiere prioritario in atto. Tutti coloro che si augurano di dare ai loro ragazzi i mezzi per una loro solida costruzione, in modo da poter affrontare le sfide del mondo in decomposizione che li attende, e che sono in questo momento a loro carico. Fortunatamente, nelle loro scelte educative, alcuni invecchiano nel non sacrificare l’essenziale, e cioè la formazione di persone libere e rette, fiere delle loro radici, che attingono a un solido sapere eredità di secoli. Ringraziando Dio, alcune scuole rispondono alle loro attese. Possano, queste ultime,, in modo da contrastare efficacemente la perversione che il potere amministra ai nostri giovani.

François Billot de Lochner

Presidente della Fondazione di Servizio politico e di Liberté politique.

Fonte: http://www.libertepolitique.com/Actualite/Editorial/L-arabe-et-le-sexe-priorites-de-la-rentree-scolaire

Traduzione di Claudio Forti

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