Ci risiamo con la solita ipocrisia

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di Alfredo Mantovano.

Dobbiamo aver perso qualche passaggio: immaginavamo che fosse ancora in vigore l’articolo 29 della Costituzione che definisce la famiglia «società naturale fondata sul matrimonio». Invece, a leggere e ad ascoltare le reazioni irate per le parole del ministro Fontana sulle «famiglie arcobaleno», è da pensare che, senza particolare clamore, quella norma della Carta sia stata modificata quanto al rinvio al dato di natura e quanto al fondamento nel matrimonio: eppure chi ha imposto la legge sulle unioni civili nella precedente legislatura aveva stragiurato che essa non parificava la convivenza same sex al matrimonio.

Vi è un dato politico che è letto come un oltraggio all’imperante politically correct: il governo appena insediato non solo non contiene una delega alle pari opportunità – che scandalo! appena se ne accorgeranno i mercati … – ma osa includere una delega alla famiglia e alla disabilità, per di più in carico a una persona che non ha mai nascosto le sue convinzioni pro life e pro family.

Scrutate le biografie essenziali dei vari ministri, è partita la caccia mediatica a chi rischia di far invertire orientamenti ideologici che è vietato discutere. In tal senso, Lorenzo Fontana è il primo della lista. Saggezza ed equilibrio avrebbero consigliato di orientare l’attenzione su quello che oggi è lo spread vero, frutto non di manovre speculative o di ribassi di titoli, ma oggettivo: lo spread fra nascite e morti, che ha trasformato l’Italia in un Paese di anziani e di figli unici, nel quale i costi del welfare incidono pesantemente e in negativo sul bilancio e sul Pil. Con la drammatica prospettiva di tagli per assistenza e sanità, che colpiranno proprio coloro che verranno ritenuti dei costi non più sostenibili, come i disabili e le persone di età avanzata: accade così in civilissimi Stati dell’Ue, come Olanda e Belgio, o prossimi all’uscita come il Regno Unito.

Ma questo non è il tema del confronto sulle principali testate giornalistiche: deve prevalere la demonizzazione del cattolico che annuncia di puntare alla riduzione degli aborti e all’incremento delle nascite. Quelle medesime testate che fino a un paio di giorni fa esortavano a equilibrio e a senso di responsabilità, paiono aver dimenticato l’uno e l’altra nel tiro al bersaglio appena iniziato. Il ministro Fontana, e con lui l’intero esecutivo, sono avvertiti: non verrà loro perdonato nulla, nemmeno il minimo monosillabo. A quei media contenti di pubblicare o trasmettere le pubblicità sui pannoloni, sulle dentiere e contro la prostata e il colesterolo converrà dare qualche rapida e sostanziale risposta nei fatti.

Articolo di Alfredo Mantovano, pubblicato il 3 giugno 2018 su Il Tempo.

Fonte: Centro Studi Livatino

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