Ecuador, più di un milione in strada contro il gender. In Italia, la straordinaria censura dello IAP. Nel silenzio dei media.

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di Marco Tosatti.

Più di un milione di persone sono sfilate per le vie dell’Ecuador, in venticinque diverse città, sotto lo slogan: “Lascia stare i miei figli” (ConMisHijosNoTeMetas), e con messaggi del genere: “Un leone addormentato si è svegliato”, in difesa della famiglia naturale, formata da un uomo e una donna, e della vita sin dal concepimento. Le manifestazioni sono state organizzate dal Fronte Nazionale per la Famiglia – Ecuador, che ha avuto anche l’appoggio della Chiesa cattolica del Paese, e di diverse confessioni cristiane. Inutile sottolineare la differenza con analoghe manifestazioni avvenute negli anni scorsi in Italia accolte con indifferenza, per non dire ostilità, dai vertici della Conferenza Episcopale, impegnata a stabilire rapporti amichevoli col governo, e dai vertici del Vaticano.

La manifestazione ha avuto luogo mentre si discutono diversi progetti di legge presentati all’Assemblea Nazionale, che cercano di incorporare nelle normative del Paese concetti propri dell’Ideologia di Genere, quella stessa sostenuta più o meno apertamente dal Ministro della Pubblica Istruzione, Valeria Fedeli, e dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi. Alla fine della manifestazione, in ogni città, i partecipanti hanno letto un manifesto in cui si chiede che “si elimini ogni accordo ministeriale o azione amministrativa nell’ambito dell’educazione e della salute che obblighi, imponga e diffonda i presupposti dell’ideologia di genere, diversità sessuale e attrazione verso lo stesso sesso a bambini e adolescenti”.

I manifestanti chiedevano anche che “si ritirino dai progetti di legge nell’Assemblea Nazionale tutti gli articolati che obblighino l’imposizione della salute sessuale riproduttiva, madre surrogata, cambi di sesso, manipolazione di embrioni e promozione del Gender a bambini e adolescenti”.

E mentre questo accade in Italia Citizen Go sta affrontando una straordinaria censura da parte dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria che vorrebbe imporre l’interruzione della campagna “Basta violenza di genere. I bambini sono maschi. Le bambine sono femmine”.

Se volete partecipare alla protesta verso l’IAP, potete farlo su questo link.

Se volete più informazioni, vedete questo sito.

Fonte

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