Gotti Tedeschi: “Messaggio Galantino non fa bene ai migranti. Santa Sede in Africa?”

08 Mons Nunzio Galantino

di Marta Moriconi.

Gotti Tedeschi: “Il messaggio di Galantino non fa bene agli immigrati, non fa bene ai loro paesi di origine, non fa bene agli italiani più poveri, deboli e vulnerabili e non fa bene alla Santa Chiesa (forse fa bene alla chiesa di Galantino?). Chissà se la Cei si è mai domandata come son nate le guerre e come si è sviluppata la povertà in questi paesi che ora generano immigrazione facilitata, programmata, sostenuta e protetta”

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Sta facendo discutere in queste ore la presa di posizione del segretario della Conferenza Episcopale Nunzio Galantino critico sulla posizione espressa da Matteo Renzi sull’immigrazione. Non è piaciuto al segretario dei vescovi il riferimento di Renzi alla necessità di aiutare i migranti a casa loro, che è apparso un ulteriore chiaro tentativo del Pd di inseguire la Lega di Salvini. Le critiche del segretario Cei dal chiaro sapore politico, non hanno però trovato d’accordo la Santa Sede come dimostra l’intervento del Segretario di Stato Pietro Parolin che ha “corretto” Galantino. Ma è opportuno che la Cei continui ad intervenire sulle vicende politiche criticando questo o quel partito per le proprie posizioni, dopo aver ripetutamente rivendicato l’estraneità dei vescovi dalla battaglia contro la legge sulle unioni civili. Intelligonews ha chiesto un commento all’economista cattolico Ettore Gotti Tedeschi autore del libro Dio è Meritocratico pubblicato da Giubilei Regnani. 

«Liberi di partire, liberi di restare», è la campagna promossa dalla Conferenza episcopale italiana. E monsignor Nunzio Galantino lancia un messaggio a chi vorrebbe sostituire il principio della misericordia e dell’accoglienza con l’espressione “aiutiamoli a casa loro”. E’ d’accordo sulla strategia di accogliere indipendentemente da tutto? 

“Il messaggio di Galantino non fa bene agli immigrati, non fa bene ai loro paesi di origine, non fa bene agli italiani più poveri, deboli e vulnerabili e non fa bene alla Santa Chiesa (forse fa bene alla chiesa di Galantino?). Ma che dire in più? Tutto quello che potrei commentare in proposito, dal punto di vista morale e materiale, l’ho già detto in varie occasioni. Ma chi mi ascolta? Certo, non mons. Galantino o il portavoce della sala stampa. Gli altri, qualsiasi idea abbiano difficilmente la cambieranno. Ma soprattutto non cambieranno gli eventi relativi alle migrazioni, volute e pianificate, persino da decenni. L’obiettivo è ottenere una forma di sincretismo religioso anche attraverso le migrazioni. Lo scrivo e lo dimostro da anni. E’ evidente che Monsignor Galantino voglia realizzare questo obiettivo, probabilmente anche lui convinto che il centro della vita della Chiesa sia la misericordia senza verità e giustizia e che la Chiesa non abbia titolo per affermare il possesso della verità; convinto che la Chiesa non debba mai più scontrarsi con le volontà e leggi degli stati, nazionali o sovranazionali; che la Rivelazione avvenga nello sviluppo delle coscienze dialoganti con culture e religioni diverse (quelle degli immigrati); che la Chiesa debba dimostrare di avere il coraggio di aprirsi ed accogliere tutto e tutti, cercando un  pluralismo culturale e  religioso; che la fedeltà dottrinale sia contraria alla supposta misericordia che si manifesta nell’accoglienza anche senza possibilità di vera integrazione. Devo andare avanti? Monsignor Galantino saprebbe spiegare, al di là della solita affermazione di misericordia caritatevole, perché pensa che ciò sia bene per i poveri immigrati (anziché aiutarli a casa loro)? Se dovesse scriverlo, potrei aver il testo per commentarlo con una lettera aperta che indirizzerei al Santo Padre? Sa che penso, che in realtà sia una strategia per trasferire la Santa Sede in un Paese, diciamo, del terzo mondo?”.

I numeri non sono un’opinione. In più 5000 sono approdati in soli due giorni di questa settimana, si prevedono nuove migliaia di migranti in arrivo, come finisce questa storia se non si pone un limite?

“Lo ha scritto Gian Antonio Stella in un bell’articolo sul Corriere della Sera nel 2016: dobbiamo attenderci 6,5 milioni di immigrati in Italia (325mila per anno, nei prossimi anni). Curiosamente la stessa cifra del gap demografico. Ciò implica che alla fine il 20-25 % dei residenti nel paese sia immigrato e votante grazie allo ius soli. Ma se poi questa massa di giovani immigrati decidesse di far arrivare le famiglie dal paese di origine, detta quota raddoppierebbe”.

Ma la Cei insiste sui migranti, anzi, per lei non accogliere e chiudere i porti vuol dire continuare ad alimentare una guerra tra poveri e le guerre tra poveri, in genere, servono soltanto ai furbi. E’ così o il contrario? 

“Chissà se la Cei si è mai domandata come son nate le guerre e come si è sviluppata la povertà in questi paesi che ora generano immigrazione facilitata, programmata, sostenuta e protetta. Ma ho l’impressione di conoscere la risposta di una gerarchia nella Chiesa che sta dimostrando di confondere cause con effetti. Troppe persone inadeguate intorno al nostro Papa …”.

Ad accogliere le parole di Galantino è il responsabile della comunicazione del Partito democratico, Matteo Richetti: “È come dice Galantino – osserva -. Infatti noi diciamo: cooperazione internazionale, operazioni di pace, investimenti e sviluppo per i Paesi da cui partono i migranti”. Ossia il rovescio della medaglia: è d’accordo con quest’altra versione dello stesso principio a dire del Pd?

“Non ho capito nulla. Ma faccio finta di aver capito per non sembrare offensivo. Forse vuol dire che dobbiamo sostenere l’immigrazione in Italia dai paesi dove partono i migranti e nello stesso tempo fare investimenti in questi Paesi per renderli attraenti per migrazioni di italiani in questi stessi paesi, sconfortati e senza più fiducia nei governi e nella Cei? Ma non è che si sta pensando grazie a questo ragionamento, di trasferire la sede di Pietro in qualche paese africano o latino americano?”

Fonte: Intelligo news

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