Comunità “Il Forteto”: sì alla commissione d’inchiesta, ma è un orrore che, a volte, a maltrattare i bambini sia lo Stato (VIDEO)

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Lucio Malan. Intervento in Aula nella discussione sull’istituzione di una Commissione d’inchiesta sui fatti accaduti presso la Comunità “Il Forteto”. Orribile quello che accade dentro, preoccupante quello che succede fuori: media indifferenti, tribunali che affidano minori a un criminale, magistrati che non si accorgono di nulla. In compenso, abbiamo i “sequestri di Stato” dei bambini.

Signora Presidente,

la vicenda del Forteto è inquietante e, purtroppo, non è un caso isolato; o, meglio, è il caso estremo di una situazione che purtroppo è nazionale e rivela carenze enormi nella gestione dei minori fuori famiglia.

È inquietante e orribile ciò che è accaduto all’interno del Forteto, con sistematici abusi sessuali compiuti da parte di coloro che avevano i ragazzi in custodia, al fine di tenerli lontano dalla famiglia d’origine che si riteneva avesse un’influenza negativa – e, in molti casi, era vero – su questi giovani, ragazzi o bambini. Proprio lì tali abusi venivano perpetrati, in modo sistematico e ideologico, in modo da condizionare pesantemente questi poveretti, giorno dopo giorno, in un clima di totale impunità. Ma questa è solo una parte di ciò che preoccupa della vicenda. La parte più preoccupante è che, nonostante le numerose denunce, nonostante addirittura gli arresti del protagonista, del guru, del santone che guidava questa comunità e questo luogo, a tale persona continuavano ad essere affidati dei minori fuori famiglia. Proprio il giorno in cui questo criminale è tornato a casa – e già questo non sarebbe dovuto accadere – dopo un arresto avvenuto a seguito delle denunce per abusi sessuali e così via, un tribunale gli affidava un minore in più da violentare, da rovinare e da ridurre in stato di schiavitù.

Queste sono cose incredibili, ed è incredibile che si debba arrivare a uno degli ultimi atti della legislatura – seppure essa arrivasse al suo termine naturale, il tempo a disposizione sarebbe indubbiamente molto scarso – per avere chiarezza su questi fatti. La chiarezza si sarebbe già dovuta fare, e questa vicenda avrebbe già dovuto essere all’attenzione dei mezzi di informazione – che sì, per carità, ne hanno parlato. Si è fatto un piccolo servizio o un articoletto per poter dire che ne hanno parlato, mentre i grandi mezzi di informazione dedicano grandi energie ad altre stupidaggini su cui c’è un martellamento giornaliero perché si ritiene che, su tali stupidaggini, si giochino le sorti della moralità del Paese. Quando i ragazzi vengono abusati sistematicamente, invece, viene fatto solo un articoletto e via! Questo vale, naturalmente, per tutti i mezzi di informazione: vale per la Carta stampata – per le coraggiose testate della Stampa – e vale per le trasmissioni radio o televisive che – salvo rarissimi casi, quando è andata bene – hanno proposto giusto un assaggino del rendiconto di questa situazione: questo è davvero preoccupante.

Aggiungo, perché è importante, che non è preoccupante solo quello che è avvenuto dentro il Forteto, ma è ancora più preoccupante ciò che a è accaduto fuori, nei tribunali che hanno completamente assecondato questa organizzazione. Ci sono tribunali che non hanno agito, magistrati di altissimo rango – dal punto di vista della carriera nella Magistratura – che andavano in visita in questi posti, non si accorgevano di nulla e davano a questo signore uno spazio straordinario, come maestro di moralità e uomo di cui tutti avrebbero dovuto seguire l’esempio. Anche esponenti politici di grande rilievo, come l’ex Presidente del Consiglio, sono andati in visita nel famigerato Forteto, spendendo naturalmente grandi parole di complimenti.

Tutto ciò è particolarmente preoccupante, ma occorre capire che esiste lo spazio per cui queste cose possono avvenire, perché l’intero sistema della gestione dei minori fuori famiglia ha delle carenze enormi. Sia nei tribunali dei minori, sia nei servizi sociali, sia nelle comunità che ospitano i minori fuori famiglia, accanto a persone che svolgono con grande impegno, abnegazione e coscienza il proprio lavoro, ci sono tanti casi quantomeno di incuria e, a volte, di oggettiva sinergia con chi va contro l’interesse dei minori stessi. Ci sono stati dei casi – che ho denunciato con una serie di interrogazioni (ovviamente, senza risposta) e con conferenze Stampa – che, trattandosi di minori abusati fuori famiglia, non possono riscontrare l’interesse dei grandi media, che si interessano d’altro. Si interessano di ciò che loro ritengono fondamentale – cioè difendere, direttamente o indirettamente, gli interessi delle grandi forze finanziarie che stanno dietro questi mezzi di informazione. Ma la realtà resta.

E la realtà, ad esempio, è che, nel 2011, il Governo dell’epoca (ma il Governo ha una sua continuità) si era impegnato ad allestire una vera anagrafe e un vero registro dei minori fuori famiglia. Tutto ciò che abbiamo oggi e tutto ciò che risulta oggi non è l’anagrafe dei minori fuori famiglia – che vorrebbe dire che di ogni minore si sa dov’è, quanti sono in ogni struttura e quali sono i piani messi in atto dai tribunali e dai servizi sociali per dare una prospettiva a questi giovani, cioè il loro ritorno alle famiglie di origine, quando è possibile, oppure la loro adozione da parte di altre famiglie. Questo database e questa anagrafe non ci sono; tutto quello che c’è è una sorta di sondaggio fatto a campione dall’Istituto degli innocenti di Firenze, che ha dei dati completamente inattendibili, che contrastano con ciò che si può rilevare in alcuni casi andando sul posto. Faccio un esempio: quando dicono che in una Provincia non c’è neanche un minore fuori famiglia e poi si scopre che ce ne sono, è evidente che questi dati sono inattendibili. Tutto quello che c’è è questo. Lì c’è lo spazio per cento Forteto. Naturalmente, la speranza di tutti è che le persone che hanno tenuto i criminali e inaccettabili comportamenti del Forteto siano rare; ma possono esserci, e realtà come il Forteto possono perseverare e prosperare in molti posti nel nostro Paese; perché c’è un’assenza di questa banca dati, in molti casi c’è un’assenza di attenzione da parte dei tribunali e, infine, c’è un’assenza di attenzione da parte dei servizi sociali o addirittura una collaborazione, quanto meno oggettiva, con chi si comporta male.

Concludo facendo un accenno all’articolo 403 del Codice civile (quella sì che sarebbe stata una legge da fare ma, purtroppo, c’erano altre cose da fare; l’abbiamo sollecitata parecchie volte). L’articolo 403 del Codice civile è quella cosa per cui, su decisione di una persona dei servizi sociali (non di un magistrato e non di un collegio di persone, ma di una singola persona dei servizi sociali, magari supplente, magari neolaureata, magari assunta temporaneamente), un bambino può essere strappato alla sua famiglia. E sapete come funziona? Non è che si porta la vicenda in tribunale e si possono opporre le proprie ragioni. No: la tipica modalità è di andare a scuola quando i genitori non ci sono. I genitori hanno portato i bambini a scuola, fiduciosi che fossero al sicuro: vengono i Carabinieri in uniforme, prendono questi bambini e li portano lontano da dalla loro abitazione perché non ci sia possibilità di interazione con i loro genitori, in condizioni paragonabili ai sequestri fatti dai regimi di certi Paesi del Sudamerica (spero del passato ma, temo, anche del presente). Questo è l’articolo 403 del Codice civile. In alcuni casi è giusto applicarlo, perché ci sono certe famiglie che sono dei piccoli Forteto. Ma, in molti casi, questo non è. Ci sono casi di bambini sottratti alle famiglie solo perché la casa non era abbastanza decorosa o abbastanza pulita; vengono portati lontano dai genitori e i genitori non possono sapere dove si trovano i loro bambini. Ci sono casi, testimoniati nelle mie interrogazioni, dove dei genitori ai quali non è mai stato addebitato alcun comportamento scorretto possono vedere i loro bambini solo mezz’ora al mese, sotto la sorveglianza dei servizi sociali, che sono i colpevoli di questo sequestro di persona.

Allora, ben venga la Commissione di indagine, anche se avrà la possibilità di fare solo un atto simbolico. Perché questo problema va affrontato. Spesso i bambini vengono maltrattati, purtroppo, da singole persone, da singoli criminali. Ma è un orrore che, a volte, sia lo Stato a essere il Forteto, la prigione, colui che priva dei diritti questi bambini, li toglie alle famiglie, li rovina e poi li cede alle famiglie magari quando questi bambini sono già tossicodipendenti e con reati a carico.

31 maggio 2017

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