Il ritorno di Giuda e Pilato!

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Articolo redatto da François Billot de Lochner

Ogni persona obbiettiva non può che constatare come la Francia sia di fronte a un bivio nel suo cammino nella storia, e che il voto del 7 maggio rappresenta una scommessa per la sua civiltà, fra:

    • l’accelerazione della messa in atto di una Francia multiculturale, profondamente destrutturata e autoritariamente agglomerata a una Unione europea antidemocratica,

  • o il ritorno di una Francia sovrana, padrona del suo destino, in grado di riassorbire un po’ alla volta i disastri politici, economici, sociali, morali e culturali dell’ultimo mezzo secolo.

Siamo nella situazione della fine del mese di agosto del 1939. In quell’epoca, buona parte dei francesi si abbronzava sulle spiagge dell’Atlantico e del Mediterraneo. Tutto andava molto bene. Solo i veri resistenti della prima ora gridavano nel deserto. Qualche giorno più tardi la guerra era dappertutto, e la Francia si riduceva a brandelli.

Oggi, le forze antidemocratiche del sistema politico-mediatico di sinistra si stanno preparando ad invadere tutto lo spazio francese, utilizzando i mezzi più inammissibili pur di far eleggere il loro idolo, il dio Macron. Per far sì che non ci si ritrovi nella situazione del settembre del 1939, la resistenza del popolo di destra non è più un’opinione, ma un imperativo. E intanto…

Sembra che Ponzio Pilato sia quanto mai presente nello spirito di numerosi responsabili della società civile, particolarmente tra i cattolici. Strane dichiarazioni si susseguono, e sono obiettivamente catastrofiche. Per alcuni non c’è nessuna necessità di mettere in chiaro le cose sul voto di domenica prossima, considerato come un epifenomeno poco interessante; per altri il Fronte Nazionale è, con tutta evidenza, il responsabile del disastro (fingendo di non sapere chi sia il responsabile …), e il 7 maggio prossimo dovrà dunque passare per portare profitto. La Conferenza Episcopale Francese ha pubblicato un penoso comunicato, fondato principalmente sul solo dovere dell’accoglienza dell’immigrato. Si potrebbe definire come una passione per l’invasione. Ed altro, ed altro. È come se fossimo alla fine di quell’agosto del 1939, mentre si stava preparando un cambio di civiltà. Per i distratti e spensierati resistenti, perché tale è la loro natura, questo non è un loro problema, e se ne lavano le mani. Il risveglio, però, rischia di essere brutale, come lo fu all’inizio di settembre del 39.

Se Ponzio Pilato ritrova dei collaboratori, tutto ciò potrà andare più in là di un semplice lavarsene le mani … Mentre, ecco, arriva Giuda, l’uomo dell’eterno tradimento. Il giornale Le Point, in questo fine settimana, ha recensito con una certa ghiottoneria, che c’era un buon numero di associazioni, cosiddette «cattoliche», che chiedevano con chiarezza di votare per Macron. Queste, lo sappiamo, hanno il cuore a sinistra, meglio, molto a sinistra. È loro diritto, è la loro scelta. Ma la linea rossa è stata superata, dal momento che rivendicano o mettono al primo posto la loro parte «cattolica» per confondere meglio la parte di elettorato cattolico più influenzabile. Se dare il voto alla Le Pen è un peccato mortale, lo si dica! Se papa Francesco aveva detto: “Chi sono io per giudicare?”, queste associazioni non hanno questo pudore: all’inferno gli anti-Macron, al più presto possibile! In questo modo essi (i pro Macron) esercitano una sorta di dittatura morale del tutto inammissibile. I Gesuiti francesi, per bocca del loro giornale Etudes (Studi), che non interessa più a nessuno, partecipano a questa follia: dopo aver distrutto quasi del tutto il loro ordine così potente, essi ritengono del tutto necessario distruggere l’intera Francia. Sembra il ritorno di Giuda con il suo piccolo sacco di monete.

Ringraziando Dio, esiste però un mondo cattolico autenticamente resistente, che, con grande coraggio, indica chiaramente quali saranno le conseguenze del voto di domenica prossima. Papa Francesco qualche giorno fa ha dichiarato di conoscere la «destra» che bramava l’elezione presidenziale, ma non sapeva da dove veniva Emmanuel Macron. Questa espressione ha un senso negativo per coloro che sanno da dove viene questa frase, e ciò che essa significa. Il Collettivo Antioche, composto da vescovi e da sacerdoti, invita pacificamente a votare per Marine Le Pen. Il molto rispettato Yves Meaudre, vecchio presidente “des Enfants du Mékong” (Bambini dei Mekong), dice la stessa cosa. L’eccellente Marie-France Garaud, una delle migliori analiste politiche attuali, che è stata una grande donna della politica, dice che ne esiste una seconda: è Marine. E tante altre.

Da tutto ciò risulta che la resistenza del mondo cattolico deve continuare per tutta la settimana, spiegando che votare Macron conduce puramente e semplicemente alla distruzione della Francia, mentre il voto a Marine non si oppone assolutamente alla Dottrina sociale della Chiesa (a questo riguardo, la posizione di Marine Le Pen sull’immigrazione è conforme a quella del Catechismo della Chiesa cattolica. Non ne dispiaccia alla Conferenza episcopale).

Dal canto suo, il mondo cattolico della sottomissione alla dittatura politico-mediatica deve riflettere su ciò che sarà una presidenza Macron (perché il programma di distruzione di questo candidato non è per nulla nascosto), e dovrà ulteriormente essere in grado di giustificare il proprio voto, se Macron verrà eletto. C’è da temere che questo mondo sedicente «cattolico», dovrà piangere amaramente per la sua scelta, all’indomani delle elezioni, a meno che non sia a tal punto decostruttore, da rallegrarsene! Chiunque sia, lunedì prossimo, sarà troppo tardi.

François Billot de Lochner

Presidente della fondazione di Service politique, di Liberté politique e di France Audace.

Fonte: http://www.libertepolitique.com/Actualite/Editorial/Pilate-et-Judas-le-retour

Traduzione di Claudio Forti

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