Jesús Poveda e la sua battaglia per la vita in Spagna

Jesus PovedaLa storia della settimana

Da ACTUALL – periodico spagnolo di informazione online – 20 agosto 2016

Buon giorno, amico lettore!

Se, come ha detto il monsignor Reig Pia, vescovo di Alcalá, l’aborto ricorda i treni diretti ad Auschwitz, il dottor Jesús Poveda ricorda Oscar Schindler, che ha salvato migliaia di esseri umani che erano destinati alla morte.

È stato uno dei pionieri del movimento pro vita in Spagna, quando i socialisti, giunti al Governo verso il 1982, vollero imporre la cultura della morte.

Ha poi dedicato la sua vita a salvare i bambini, a convincere le future mamme perché portassero a termine la loro gravidanza, ad aiutare donne disperate, a mettersi, ogni 28 dicembre, giorno dei Santi Innocenti, davanti alle porte dei “nuovi campi di sterminio”. Sono passati 30 anni da allora e questo cavaliere senza spada continua a lottare per la vita, cercando di risvegliare una società pigra e addormentata, sfidando leggi ingiuste e per questo passando qualche notte in carcere.

Per un periodico come Actuall era d’obbligo intervistare Jesús Poveda. Una delle migliori notizie, che abbiamo pubblicato in esclusiva a due mesi dall’uscita del nostro periodico, è che Dator, il più grande abortificio spagnolo è fortemente indebitato. E il grande desiderio di Poveda è che questo campo di sterminio finisca col chiudere, trasformandosi in un nido per l’infanzia.

Ha manifestato questo pensiero nell’intervista che Tamara Garcia Yuste le ha fatto, e che ti offriamo in esclusiva come sottoscrittore di Actuall.

È significativo il fatto che Poveda centri la questione dell’aborto in termini psichiatrici. Forse qualcuno sarà sorpreso. Conosciamo a sufficienza le obiezioni etiche (che io sappia non è stato abolito il 5° comandamento), giuridiche (non c’è maggior arbitrarietà di quella di ammettere il massacro di innocenti), e democratiche (si può dire, a rigor di logica, che è democratico un regime che ha distrutto due milioni di vite, dopo la legge di depenalizzazione di Felipe Gonzales del 1985, e che non è disposto ad abolire la legge di aborto libero di Zapatero?)

Anche la ceralacca che lo nasconde ha un approccio psichiatrico. Una società impazzisce quando si suicida abortendo i propri figli. Questo su scala generale, ma anche su scala particolare, perché ogni donna che abortisce rimane marchiata psicologicamente per sempre, e in alcuni casi termina col suicidio. Lo sa bene il dottor Poveda, nel suo duplice ruolo di specialista in neuropsichiatria e in assistente, salvatore e asciuga lacrime di migliaia di ragazze che avevano pianificato di disfarsi del proprio figlio, o che lo hanno fatto.

Ho l’onore di conoscerlo personalmente da molti anni, da quando, con giovani di tutta la Spagna ci siamo alzati di fronte alla tirannia dell’aborto. Posso dire che Poveda non è un teorico dei salotti buoni, e nemmeno un Geremia che sa solo lamentarsi, ma uno che si impegna personalmente giocandosi il tutto per tutto, non per condannare qualcuno, ma per salvare vite, come Schindler, e smuovere le coscienze, come Martin Luther King.

Por fine alla segregazione razziale sembrava una chimera negli Stati Uniti a metà del XX secolo. Però il sogno si fece realtà. Non c’è alcun dubbio che l’I have a dream di Poveda (una società senza aborto), potrà essere un giorno realtà.

A sabato prossimo!

Alfonso Basallo e la Redazione di Actuall

Jesús Poveda a Actuall: «Spero di convertire a breve il Centro abortista Dator in un nido per bambini».

Il dottore attivista pro vita; Jesús Poveda, denuncia che in Spagna “è difficile difendere la vita, perché nessuno fa niente”. Crede che il Partito Popolare “è attaccato al potere”, e per tanto “non derogherà la legge di Aido”. Con le sue lotte ha salvato migliaia di vite.

Di Tamara Garcia Yuste – 16 agosto 2016

È un’estate in difesa della vita. lotta instancabilmente per combattere l’aborto in Spagna. Per questo ha passato più di una notte in carcere. Jesús Poveda, il dottore e attivista pro vita, non si pente per questo perché, a suo giudizio, “il tema dei pro vita è per la vita”.

Dialoga con le donne incinte che accedono alle cliniche abortiste per far loro comprendere che l’aborto non è una soluzione. Così è diventato il padrino di molti bambini riscattati, tanto che alcuni portano il suo nome.

Quando è cominciata la sua battaglia contro l’aborto?

È cominciata nel 1983, quando dovetti assistere al raschiamento per un aborto e ricostruire in un vassoio i pezzi che il medico mi aveva segnalato. Il quel tempo stavo facendo pratica di Ginecologia. Dopo aver portato a termine l’aborto, mi proposi di dar voce a chi non ce l’ha.

È facile in Spagna difendere la vita?

È facile perché nessuno lo fa. La Spagna è un paese passivo. Vive in una anestesia sociale. Quando parlo di anestesia sociale, mi riferisco, per esempio, a quando ti cambiano alcune leggi educative per i tuoi figli e nessuno protesta. In quel momento siamo un paese che si riduce alla sola economia.

In questo suo cammino in difesa della vita, ha pensato talvolta di abbandonare?

No. È come se qualcuno mi dicesse, hai mai pensato di vivere senza respirare? Io dico che l’impegno dei pro vita è per la vita.

Cosa si può fare in quei momenti in cui è in “parcheggio” una legge di liberalizzazione totale dell’aborto?

Prima di tutto è necessario che ognuno di noi si chieda che cosa sta facendo per la cultura della vita. Poi, chiederci che cosa possiamo fare per quelle donne incinte. Per ultimo, sapere che colui che non apporta soluzioni diventa parte del problema.

Forse allora il problema è nella società?

Si, credo che ci sia una specie di accettazione dell’aborto.

Perché Rajoy non ha derogato alla legge, come promesso?

Mariano Rajoy aveva vinto con un programma elettorale che prometteva la deroga alla Legge Aido, però un po’ alla volta ha preso gusto a governare il paese. Non ha dato, come leader, la necessaria importanza alla promessa, non rendendosi conto della differenza che c’è tra ciò che è importante e ciò che è urgente. Urgente, per lui, era il problema economico. (La stessa cosa accade anche in Italia, dove però non si risolve nemmeno il problema economico. N d t).

Crede che il Partito Popolare riuscirà a fare qualcosa?

Il Partito Popolare è afferrato dal potere. I dati ci dicono che nelle città dove ha cominciato a governare Podemos si è potenziata la natalità, a differenza di quelle governate dal PP. Oltretutto i parlamentari del PP che hanno difeso la vita, sono stati espulsi. E si che dovrebbe essere il partito dei cattolici! N d t).

Nel 2009 ha creato la Scuola dei Riscattati di Madrid, in checosa consiste questo progetto?

Nasce da persone molto preoccupate, che a un certo punto si sono rese conto che era possibile aiutare le donne che entravano nelle cliniche abortiste.

Qual è stato il primo caso che ha dovuto affrontare la Scuola di Riscatto?

È stata una giovane di 17 anni che doveva abortire ma non voleva, ma diceva che suo padre l’avrebbe cacciata di casa se avesse continuato la gravidanza. Quando le abbiamo detto che c’erano delle residenze per donne incinte, ha deciso di tenere il suo bambino.

Ogni 28 dicembre si reca con un gruppo di Riscatto davanti alle porte di Dator, per quale motivo?

Il nostro lavoro non è solo di assistenza. Per questo facciamo anche un giorno di resistenza pacifica gahndiana, che consiste nel sederci davanti alla porta di Dator.

Come si prepara la notte precedente Jesús Poveda?

Vado nella Chiesa di San Germán, che è attaccata alla Dator. Rimango per quasi tutta la notte in preghiera, per chiedere al Signore perché possa cambiare il cuore degli abortisti e dei legislatori, così che possa finire la piaga dell’aborto. Il mio obiettivo è riuscire a convertire questo innominabile luogo in un nido d’infanzia.

Può anticiparci qualcosa su quello di quest’anno?

Ci saranno centinaia di persone. Riempiremo il Commissariato di Tetuán ed altri. C’è sempre più coscienza sul dramma dell’aborto. Ma questo non è un tema per i pavidi.

Avete mantenuto i contatti con qualcuna delle donne che avete convinto a non abortire?

Si, infatti molti bambini riscattati si chiamano Jesús. Sono stato anche il padrino del figlio di uno che è stato riscattato 20 anni fa.

È accaduto che qualche madre che decise di abortire l’ha cercata per dirle che si era pentita?

Si, molte volte. Un giorno stavamo cercando di aiutare una donna, che però non accettò. Uscita dalla clinica si mise a gridare dicendo che aveva ucciso suo figlio. In quel momento stavamo aiutando un’altra donna che, dopo aver udito il grido, decise di portare avanti la gravidanza.

Ci può dire, dal suo punto di vista di psichiatra, quali disturbi psicologici può avere una donna che abortisce?

Alcune riescono a superare il trauma dell’aborto. Altre hanno sofferto di depressione all’avvicinarsi dell’anniversario, quasi fosse il giorno in cui si celebra il compleanno del bambino. In questi casi ho seguito donne che poi si sono suicidate. In altri casi ho visto donne che hanno avuto una crisi di identità sessuale, finendo col convertirsi da donna a uomo. Non è un caso che nella clinica Isadora si eseguano trapianti di organi.

Pensa che la Spagna sia un paese pro vita?

In questo momento no. Stiamo terminando la famosa attraversata del deserto, ma credo che ci sia un risveglio in ragione di alcuni fatti che hanno avuto una grande diffusione mediatica.

Attualmente nell’Assemblea (legislativa) di Madrid si stanno approvando leggi sulla ideologia di genere, che ne pensa?

Penso che l’Assemblea di Madrid è entrata in trance. Il trance è uno stato alterato della coscienza. Nella comunità di Madrid c’è una pazzia, che è non governo. Hanno progettato con urgenza leggi che discriminano le scuole in cui non si insegna l’educazione LGBT. Cosa mi stanno raccontando? Come se questo fosse prioritario! Credo che i politici si siano presi un decotto che li ha fatti impazzire.

Qual è il ruolo di Cristina Cifuentes in questo caso?

La conosco personalmente da quando è stata ricoverata dopo il suo incidente a La Paz. Mi sembra una persona cosciente, che però si fa tirare di qua e di là.

Esprima un desiderio.

Spero di convertire a breve il Centro abortista Dator in un nido per l’infanzia. Chiedo anche un momento di lucidità ai politici, ai professori e alle madri di Spagna, perché si rendano conto che, rispettando la vita, si rispetta l’essere umano.

Tamara García Yuste

Fonte: http://www.actuall.com/entrevista/vida/jesus-poveda-a-actuall-a-corto-plazo-sueno-con-convertir-el-centro-abortista-dator-en-una-guarderia/?mkt_tok=eyJpIjoiTVRCaFpEWXhNekV3Wm1FMyIsInQiOiI5dXZBRkIrOUx6RW1iU1ZlZXhsZEdlUGZ5bDA4S3QwT0VkbTMzSnBCK3NISm5WREdnMGFFUklsQ1RlWlNjVTJiY1JDQnlUSjdRSllyTXduT2liM0tGSVZRTGxmN3ZFek84V2VpajF2dGtGcz0ifQ%3D%3D

Un interessante video del dottor Jesús Poveda a questo link

http://www.actuall.com/entrevista/vida/jesus-poveda-a-actuall-a-corto-plazo-sueno-con-convertir-el-centro-abortista-dator-en-una-guarderia/?mkt_tok=eyJpIjoiTVRCaFpEWXhNekV3Wm1FMyIsInQiOiI5dXZBRkIrOUx6RW1iU1ZlZXhsZEdlUGZ5bDA4S3QwT0VkbTMzSnBCK3NISm5WREdnMGFFUklsQ1RlWlNjVTJiY1JDQnlUSjdRSllyTXduT2liM0tGSVZRTGxmN3ZFek84V2VpajF2dGtGcz0ifQ%3D%3D

Traduzione di Claudio forti

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