Gli aspetti tragicomici della legge LGBT in Spagna, e non solo

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La storia della settimanaTraduzone dal periodico spagnolo di informazione online ACTUALL di HazteOir, – 27 agosto 2016

Il film La vita è bella, di Roberto Benigni, dimostra che persino dall’orrore si può ricavare qualche aspetto umoristico. Forse perché anche le peggiori atrocità hanno qualcosa di ridicolo, di risibile, e nessuno e più esposto alla satira, che un tiranno o un impostore.

La Legge LGTB di Cristina Cifuentes (nella foto mentre saluta con la mano alzata), sta per entrare in vigore nelle scuole, (e quella sulla transessualità, approvata da qualche mese), è già pronta su un vassoio. Non serve chiedere a José Mota che ci prepari uno sketch, perché già il testo della legge è davvero molto umoristico. È tutto tanto stravagante, tanto surreale, che potrebbe servire da copione per diversi show di Martes y Trece o a quelli dei rimpianti Tip y Coll.

Già cominciando dalla sua esposizione, che pare tolta da un dialogo di Groucho Marx, è una legge che vuol por termine alla discriminazione, discriminando la maggioranza della popolazione, e cioè tutti coloro che non sono gay, lesbiche o transessuali. E che a violare la presunzione di innocenza (invertendo l’imputazione della prova), ci trasforma tutti in sospettati di omofobia, fin quando non si dimostra il contrario.

Scoppieremmo dalle risa, se non fosse che le sue conseguenze possono essere drammatiche per i nostri figli, che dovranno apprendere obbligatoriamente nelle scuole la realtà LGTB.

Questo miscuglio di tragedia e di commedia ci ha dato l’idea di prendere la legge e portare fino alle loro ultime conseguenze i deliranti postulati della ideologia di Genere. E n’è uscita una situazione teatrale surreale. Che cosa succede adesso se un maschio dice di essere femmina, e denuncia la sua donna per violenza di genere?

Si è preso questo incarico una delle nostre penne più sagaci: quella di Javier Torres. Si è impegnato, come puoi vedere, ma non gli è nemmeno costato eccessivamente: si è limitato a seguire quasi alla lettera la legge LGTB, giungendo a conseguenze tanto illogiche quanto reali.

Non è stato difficile, perché è una legge tanto mal fatta e piena di buchi, da mostrare le sue connessioni ideologiche, che non ci sono secchi sufficienti per raccogliere le infinite gocce incostituzionali.

Ti offriamo in esclusiva la satira di Torres, come sottoscrittore di Actuall, prendendo come guidala locuzione latina di Giovenale: «Castigat ridendo mores» (che tradotta letteralmente, significa: “corregge i costumi ridendo”. Questa iscrizione, posta sul frontone di vari teatri indica come la commedia e la satira, spargendo ironia e ridicolo sui vizi e i difetti umani, diano un apporto importante per la riforma dei costumi. N d t). Il suo lavoro mette in evidenza il pastrocchio giuridico e l’oltraggio ai diritti fondamentali della legge approvata dalla Comunità di Madrid.

È possibile che ti si congeli il sorriso quando ti renderai conto che non è frutto della immaginazione del giornalista – e questo è qualcosa di inquietante -, dandoti invece alcune tracce su come ci si possa burlare di legislatori tanto rozzi. Fatta la legge, fatto il tranello. E questa legge ha più buchi di un Gruviera.

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Alfonso Basallo e la redazione di Actuall

Esempi illogici (però reali), di ciò che succederà con la legge LGTBI di Cifuentes.

Fatta la legge, trovato il tranello. O come un maschio, registrato come donna, può ottenere che la sua sposa finisca in carcere per violenza di genere. Attraverso le norme tutto è possibile.

di Javier Torres (traduzione a cura di Claudio Forti)

Per quanto possa sembrare impossibile, ecco ciò che può succedere a partire da settembre in qualsiasi aula scolastica della Comunità di Madrid dopo l’approvazione, lo scorso mese di giugno, della “legge di Protezione Integrale contro la Discriminazione per Diversità Sessuale e di Genere”. Gettate nelle immondizie i libri di Orwell, Robert Hugh Benson o Alfred Huxley, perché la scienza della fiction è già una realtà qui ed ora!

Madrid, anno 2016. È da qualche giorno che Manolo non sorride. L’hanno escluso dalla squadra di calcio per poca grinta, e alcuni compagni di classe si burlano di lui. Il giovane Manolo, 13 anni, non trova consolazione tra i suoi amici, che non lo invitano più a giocare a calcio durante la ricreazione.

Fortunatamente però la sua è una scuola mista e anche nella sua classe ci sono ragazze. Non si azzarda ancora ad andare con loro per ciò che potrebbero dire. Così trascorre qualche giorno da solo, camminando su e giù per il cortile della scuola, fino a quando gli si avvicina una delle sue compagne, che lo invita a giocare con loro. Lui ha qualche dubbio, però gli rimane questa scelta, o l’emarginazione. A quel punto dice di si.

Manolo ha trovato così un rifugio tra le ragazzine e comincia presto a divertirsi con loro. Ora sono diventate amiche, tanto da fargli credere di essere una di loro. A questo punto vuol farlo sapere al suo professore. «A partire da oggi voglio che tutti mi chiamino Manuela». Il professore, signor Evaristo Iñiguez – quasi 30 anni di insegnamento -, cade dalle nuvole ed è preso dallo spavento perché ne ha viste di tutti i colori tra le mura di quella scuola, pur nella certezza che i concetti di bene e male avevano resistito durante tutto quel tempo. C’era un nuovo piano educativo ogni 4 anni, presidi che vanno e vengono, direttori che impongono un tanto per cento di promossi in ogni gruppo, consigli di classe che sembrano club della commedia per le necessità dei docenti, riunioni di genitori che finiscono in una battaglia campale, escursioni con gli alunni ai musei di arte contemporanea, eccetera.

Il signor Mariano e la signora Francesca non si mettono d’accordo.

Ma non era mai successa una cosa simile: non era mai successo che un ragazzo, dal giorno alla notte, ti dica che ormai non si sente più maschio, ma femmina. Inoltre vuole che lo si chiami Manuela, facendo sapere che da domani verrà con l’uniforme delle ragazze: gonna e calzamaglia. Il signor Evaristo inghiotte saliva, conta fino al dieci, ma ancora non ci crede. Sa che ciò che in altra epoca sarebbe stato compito dello psicologo, adesso è di assoluta normalità democratica. È la legge. Quella della Cifuentes. Non ha alcun rimedio se non quello di accettare.

Con la legge Cifuentes i professori, non solo non potranno impedire agli alunni di vestire come il sesso contrario, ma saranno obbligati a chiamare l’alunno con il nome col quale desidera essere chiamato.

Infatti, il testo della norma LGTBI fa sapere che è del tutto valido che il bambino che si senta bambina – o viceversa – scelga di indossare l’uniforme che creda più conveniente. E i professori, non solo non potranno impedirglielo, ma saranno obbligati a chiamare l’alunno col nome con cui desidera essere chiamato. Non è necessaria nemmeno l’operazione chirurgica o che il ragazzo si sottometta a trattamento ormonale (anche se può essere consigliato, visto che la legge lo contempla). Lui si sente donna, e questo è ciò che conta.

Evaristo decide subito di telefonare ai genitori di Manuel (così continua a chiamarlo in cuor suo), nella speranza di trovare qualcosa di sensato all’altro capo della linea telefonica, quale contrappeso alla rigidità della norma e alla condotta del giovane. Purtroppo però la coppia non attraversa il suo miglior momento, e non è un caso che mentre il padre, signor Mariano, mostra il suo stupore, la madre, signora Francesca, sembra affascinata dalla vita, dicendo: “Mio figlio si sente donna? Mi pare perfetto”.

È finito il tempo in cui i genitori potevano scegliere l’educazione dei propri figli. Nel caso in cui il figlio desideri il cambio di sesso, i genitori dovrebbero autorizzare il trattamento di transessualità. Ma se lo negano, la loro decisione può essere revocata.

La vendetta di fronte al Registro Civile.

Le cose non si mettono nel modo migliore nemmeno per il professore. Se fosse ancor poco, il signor Evaristo, a norma di legge dovrà celebrare il “giorno LGTBI” il 17 maggio e il 18 giugno di ogni anno. È un dogma di fede (della nuova “religione umanitaria” già prevista dagli scrittori sopracitati. N d t). È un dogma di fede, perché i professori non possono discutere i precetti di questa ideologia. Attenti a non lanciare messaggi che possano confondere gli alunni!

Ripensando al caso, il signor Evaristo si ricorda che nel passato trimestre la madre di Manuel gli aveva detto che la coppia era ormai al limite della rottura, essendo lei innamorata di un’altra donna. Gli confessa pure che ora intende cambiare sesso. A quel punto il professore comincia a comprendere la realtà.

Siamo nel 2016 e ormai nessuno nasce come uomo o donna: l’unica cosa che determina il sesso è “l’identità di genere”. Ognuno sceglie, liberamente, la sua, e tutte le volte che lo desidera.

Il padre decide di vendicarsi, e accompagna sua moglie al Registro Civile. Se lei si registra come uomo, lui lo farà registrandosi come donna. Siamo nel 2016 e nessuno ormai nasce come uomo o donna. L’unica cosa che determina il sesso è “l’identità di genere”. Ognuno può sceglierla liberamente, e tutte le volte che lo desidera, senza la necessità di alcuna relazione medica od operazione chirurgica. Basta una firma sul Registro Civile, fino alla prossima scelta.

Tornati a casa, i genitori di Manuel hanno una accalorata discussione. A Francesca non è parsa per nulla buona l’idea del cambio di sesso di Mariano, che a breve sarà il suo ex marito. O ex moglie. Beh, cosa si vuole di più? Le grida salgono di tono e la rissa è ormai insopportabile. Lui, ossia Francesca, perde il controllo, e schiaffeggia lei, ossia Mariano.

La legge contro la violenza di genere consacra la asimmetria penale fino alla presunzione di innocenza del maschio. E Mariano, donna a tutti gli effetti legali, finisce con l’accusa di essere maltrattato dal suo sposo. Trattandosi di un caso di violenza domestica, chiama la polizia. Gli agenti applicano il codicillo della legge contro la violenza di genere, e detengono Francesca per aver maltrattato sua moglie. Poco dopo la chiudono in prigione, perché per lui è stata sufficiente la denuncia di Mariano.

Questa legge, ricordiamolo, ha eliminato la presunzione di innocenza dell’uomo. Lo Stato protegge colei che figura come donna, indipendentemente dal fatto che sia nata uomo. Così Francesca è finita in prigione.

Benvenuti nella ideologia di genere!

Javier Torres

Fonte: http://www.actuall.com/criterio/familia/ejemplos-disparatados-pero-reales-de-lo-que-ocurrira-con-la-ley-lgtbi-de-cifuentes/?mkt_tok=eyJpIjoiWkRNeFlqTXlNamN3T0dWayIsInQiOiJVT0RUQ3hVYzRMMDhweTBORXRqVm1hMWZhTXFwQ0pBZFE4dTVJK09EdmJtWXZLVnhRZWNjVFY0MWhnQ2RGQTFiZzlcLzdUYXFabkt1Z2grelJyaTJhaGJuV1UrYUpOODRZU1pxY1Q4ZVg2bkE9In0%3D

(Sicché, a poco più di 200 anni dai “trionfi” della dea Ragione, gli unici capaci di difendere, a loro rischio e pericolo, la ragione, saranno alcuni “oscurantisti” cattolici e qualcun altro che non l’ha ancora persa. N d t).

 

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