Un amore in bilico

Laura è venuta da me così, con due braccia troppo lunghe in una sformata camicia rosa e le dita ossute delle mani sempre in movimento, con quelle unghie mangiate via sino alla carne viva. Capelli raccolti a incorniciare un viso lungo dagli zigomi alti sui quali appoggiano le grandi orbite dei suoi occhi; neri, liquidi, mobili, come un carbone purissimo. Tra una parola e l’altra la mia alunna lascia scivolare una lacrima scura di rimmel che le riga il bianco viso, come una ferita nascosta che troppo trattenuta abbia trovato la forza di mostrarsi. “ Mio padre se ne va ed io vorrei morire”, dice,tra singhiozzo soffocato e un silenzio senza fondo.
Suo padre è un mio amico e mentre guardo Laura penso: “ anche per questo siete maledetti, voi giovani ; perché questo mondo di adulti bambini, continuamente, vi maledice. Allora penso di scrivere a loro, i genitori. Perché delle parole dette tra me e Laura non voglio dire nulla, sono un nostro segreto.
Lettera a due amici in difficoltà e preghiera a Dio perché faccia la sua parte. A lui non chiedo un miracolo che sovverta la natura delle cose, quanto il suo spirito fecondi una storia d’amore che vacilla.
Oggi l’amore è lasciato solo, i più pensano si tratti di un fatto privato, la semplice gestione di un’emozione insorta nella vita. Non lo sai amico mio che le emozioni vanno e vengono ed è a partire da questo equivoco che gli amori finiscono. Come se lo splendore degli inizi fosse stato un’illusione, come se lo stupore, le attese, le paure non fossero che un frammento di vita che si prende gioco di noi. Dirai che i silenzi e i rancori hanno spento ogni fuoco tra voi, ma io ti rispondo che esistono sempre nuove parole e che per accendere il più grande dei fuochi basta una minuscola e tremolante fiamma. Basta volerlo.
È vero però, guardiamoci intorno, gli amori finiscono quanti, troppi… ma io ti dico che non finisce l’amore, anzi, forse l’amore vero comincia propri quando pensiamo tutto sia finito, quando sentiamo che ora una nuova vita potrà spalancarsi; ma a quale prezzo. Il prezzo di un dolore che si estende ben oltre la coppia, che travolge tutti qfuelli che vi amano. Il matrimonio non è un fatto privato, con voi si sono sposati, fratelli, genitori, parenti, amici. Persino i vostri cinque figli si sono sposati con voi, essi sono insieme a noi tutti, parte del vostro amore. Io, se ci pensi, vi ho fatto incontrare, sono forse colpevole di questo? Mi fai pensare di si, perché con lei lasci un po’ anche me. Per questo mi metto in mezzo, per questo invado il vostro campo, perché vi voglio bene. Allora ti dico: guardiamo indietro insieme, proviamo a ricontare i passi, dimentichiamo l’ebrezza dei primi incontri, lasciamoci alle spalle l’innamoramento con il suo carico di illusioni, tiriamo fuori tutte le foto di famiglia e pensiamoci bene prima di tagliar via un volto, perché con esso sparirebbe tutto.
Allora scopriremo che amare è una scelta, perché davanti a noi non sta il nostro sogno o il fantasma di un desiderio, ma un essere in carne ed ossa, con i suoi difetti, i cambi d’umore, le proprie idiosincrasie. La donna ideale non c’è e se esiste è sempre un’altra e un’altra ancora. Ricominciare, o meglio, amare veramente è giocare d’anticipo, quando il rapporto sembra irrimediabilmente ferito, quando il solco appare invalicabile dai poveri passi della nostra vita. Quando l’altra che tanto sembrava unica e per la quale ci saremmo gettati nel fuoco, risulta estranea per non dire un ostacolo alla futura felicità. La felicità risiede solo nel compiere il bene, non è un’emozione, ma vivere nella giustizia e attendere con pazienza l’amore maturi dentro le ferite. Non fuggendo, ma ripartendo, non guardando al proprio benessere, ma all’altro che soffre e per primo ti chiede di arrenderti, non a un sentimento ma alle esigenze dell’amore, esigenze che spesso non sono le nostre. Quando in una storia d’amore ci sono i figli, allora e in misura ancora maggiore quella storia non ci appartiene più, essa diviene indisponibile alle nostre bizze, ai nostri desideri a tutte le possibili promesse racchiuse in nuove seduzioni, la più grande delle quali, non è una nuova amante, ma la tentazione di sentirsi liberi. Il matrimonio cristiano è un sacramento celebrato dagli sposi e reso intangibile dalla promessa di Dio. Esso travalica ogni volontà, perciò è sacro, un confine che protegge la nostra vita dalla tentazione dell’egoismo. Per questo dobbiamo dire grazie a Dio e per questo non può essere abolita l’eterna forza del vincolo. L’uomo può liberamente abbandonare tutto ma non può pretendere l’amore di Dio venga meno.
Laura è venuta da me, oggi ha una speranza in più, suo padre e sua madre tra una ferita e l’altra hanno ripreso ridere insieme, chissà….

da marcoluscia.it

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