Quel bambino sono io

Come faccio a dire a mio figlio: ” vedi, quel bambino per il quale tu gioisci, quel bimbo che nel candore dei tuoi occhi è un miracolo… Quel fratello, quel cuginetto, quel futuro amico… Non arriverà”. Nella mente di un bambino, i bimbi devono nascere, semplicemente perchè ci sono. È incredibile per un fanciullo pensare che una creatura totalmente priva di difesa, venga violata è gettata via. Senza diaframmi se non il nido di un corpo, innocente, perchè nessuno è più innocente di chi non può difendersi il bimbo aspetta.  Una creatura fortissima, una vita che lotta e si trasforma incessantemente per raggiungere la meta, la nascita. Tutto in lui è progetto

che si compie, attimo dopo attimo, non è un uomo in potenza. Spiegare ad un bambino che una mamma non vuole il proprio figlio credo sia impossibile, infatti si tace. Perchè in quel rifiuto inevitabilmente il bimbo finirà per vedere se stesso, la terribile possibilità che la propria madre possa non volerlo, anche adesso. Una mia alunna dice: ” sono stata concepita quando mia madre èra oramai vecchia”, ma è bellissimo rispondo, ” si….perchè adesso io sono qui”e mi sorride. Ècco, questo dato, questa testimonianza dovrebbero leggere le femministe radicali che considerano un figlio, una parte sgradita del proprio corpo. E si badi bene lo stesso corpo interpretato come una proprietá, come un’aggregato da modificare in vista della felicitá personale, della libertá di un Io svincolato da ogni nozione di natura. Tutto questo non è che il naturale sviluppo di una perniciosa antropologia che fa dell’uomo nulla più che un aggregato di atomi casuali, frutto di un’evoluzione senza senso. Come stupirsi perciò se l’unica legge risulta essere quella della forza. Se il figlio non fosse nulla perchè negargli la nascita? In realtà quel figlio è talmente presente, talmente importante da rappresentare un problema che deve essere prontamente risolto.

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