Emilia-Romagna al voto. Candidati a confronto con la linea Bergoglio

Elezioni-Regionali-Emilia-Romagna-2014-620x346E così, anche se non sembra (scarsa affluenza alle urne?), in Emilia-Romagna domenica 23 novembre si va a votare per il rinnovo del consiglio regionale.

La terra più “rossa” d’Italia oggi è in gran parte renziana, soprattutto renziani dell’ultima ora saliti sul carro dell’ex boy scout, ma con il pedigree di ex comunisti doc. Sul fronte opposto la parte del leone sembra farla la Lega Nord (in coalizione con FI e FdI), poi c’è il M5S e la corsa solitaria di Ncd-UdC.

Arriviamo al voto dopo 42 avvisi di fine indagine che parlano di rimborsi falsi ai consiglieri regionali per una cifra complessiva di tutto rispetto: circa 2 milioni di euro. Rimborsi chilometrici, regali, feste di compleanno e cene di beneficenza, con la chicca del sex toy comprato per errore, il periodo osservato va tra giugno 2010 e dicembre 2011, e ce n’è per tutti. La somma più alta contestata va ai consiglieri Pd, 940.000 euro e 18 indagati, 11 invece gli indagati dell’allora Pdl (205.000 euro), tre della Lega Nord (135.000), due del M5S (98.000), due di Sel-Verdi (77.000 euro), uno del gruppo Misto (27.000 euro), uno di Fds (151.000 euro) uno dell’Udc (31.000 euro). Il resto è contestato all’Idv.

L’esercizio del voto si complica. Per chi decide di fare il suo dovere i criteri di scelta possono essere diversi, ne proponiamo uno che vogliamo chiamare “la linea di Papa Francesco”. Perché ognuno in politica prova di essere fedele a una linea, tra le tante possiamo valutare anche questa. Il Santo Padre in questi giorni ha detto due cose: 1) “rafforzare l’unione dell’uomo e della donna nel matrimonio come un bene unico, naturale, fondamentale e bello per le persone, le famiglie, le comunità e le società ”; 2) “non si può sperimentare con la vita, è male!” (aborto, fecondazione artificiale, eutanasia).

Per questo mettiamo a confronto i candidati alla presidenza della Regione Emilia-Romagna, valutando se propongono azioni divergenti a questa linea.

Stefano Bonaccini, candidato PD, nel suo programma intende promuovere “la parità dei diritti tra tutte le tipologie di famiglia (…) e attraverso una legislazione antidiscriminatoria verso la collettività Lgbt”. Inoltre “la nuova Regione è chiamata ad assumersi le proprie responsabilità ed esercitare un proprio protagonismo nel garantire i diritti quali la fecondazione eterologa, (…), predisponendo gli strumenti sanitari per renderli esigibili.” Il partitone è in pieno politically correct, dà un colpo alla botte e uno al cerchio, ma di certo non è pienamente “fedele alla linea” tracciata da Bergoglio.

Alan Fabbri è il candidato sostenuto da Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia. “Garantire – si legge nel suo programma al capitolo “Famiglia…” – sostegno alla natalità, alla maternità e alla paternità anche attraverso la valorizzazione dei Centri di Aiuto alla Vita.” E si parla chiaramente di famiglia quale “cellula fondamentale della società”, ma non si specifica nulla rispetto ad eventuali “nuovi diritti”. Pensando alla Pascale e a Luxuria, e al nuovo cerchio magico del Cav., vien da chiedersi se questo sia tutto fumo e niente arrosto… Vedremo.

Giulia Gibertoni è la candidata alla presidenza del M5S. Nel suo programma è scritto papale-papale che si vuol dare “incentivazione dell’applicazione del gender-mainstreaming. Contrasto all’omotransfobia. Istituzione di un registro delle dichiarazioni relative ai trattamenti sanitari, testamento biologico”.

Alessandro Rondoni, candidato dell’Ncd-UdC, parla di famiglia come “luogo di vita e educazione” e promette “provvedimenti” a favore. Nella sua lista molti candidati dovrebbero essere fedeli alla linea. Una per tutti: la pasionaria Valentina Castaldini, la consigliera comunale di Bologna che, prima in Italia, ha denunciato al Prefetto il sindaco Merola per l’illegittima iscrizione dei matrimoni gay contratti all’estero.

Maria Cristina Quintavalla, candidata dalla lista “L’Altra Emilia-Romagna” (costola dell’Altra Europa con Tsipiras), dice no al sostegno alle scuole paritarie, che  siano conferiti pieno riconoscimento e pieni diritti alle coppie di fatto ed ai matrimoni fra omosessuali, e sia istituito ovunque il registro comunale dei  testamenti biologici per l’autodetermi-nazione nelle scelte di fine vita. Certamente fedele alla linea, ma non quella indicata dal Papa.

Nel programma del candidato Michele Terra (Partito comunista lavoratori) non abbiamo trovato cenni su questi temi, ma non è così difficile immaginare a quale linea siano fedeli. Anche nel documento programmatico della lista “Liberi cittadini per l’Emilia Romagna” di Maurizio Mazzanti non abbiamo trovato riferimenti precisi sulle questioni famiglia, vita e educazione.

La scelta agli elettori. Ma non dimentichiamo che di fronte alla “rivoluzione nei costumi e nella morale» siamo chiamati, ha affermato Papa Francesco, a dare un giudizio. Perchè questa rivoluzione «ha spesso sventolato la bandiera della libertà, ma in realtà ha portato devastazione spirituale e materiale a innumerevoli esseri umani, specialmente ai più vulnerabili.”

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